Rafa Nadal: ‘the marathon man’ è già… nei quarti
Quante volte in questi anni e in decine e decine di Slam ho imprecato contro la Dea Bendata nel vedere dei corridoi che si aprivano verso le fasi finali nei quali si infilavano assoluti Carneadi. E mi dicevo, ma mai possibile che queste strade non si aprano ai tennisti italiani? Beh, guardando quel che sta succedendo in questo torneo stavolta la stessa Dea Bendata non ci aveva voluto male.
Il prossimo avversario in ottavi di Rafa Nadal, emerso alla grande da una battaglia terribile con il russo Khachanov, sarà il georgiano Basilashvili. Il quale Basilashvili ha battuto in 4 set l’argentino Pella che a sua volta aveva eliminato Lorenzi. Ora, a parte il fatto che Lorenzi aveva battuto 3 set a zero Pella in Davis e a parte anche l’altro fatto che Lorenzi stavolta ci ha perso secco e quindi non può avere troppi rimpianti, io però dico: ma se alla vigilia d’uno Slam ci avessero detto che Lorenzi, battuto al primo turno un Edmund in forma modesta, avesse poi superato Pella e quindi Basilashvili, avremmo detto “no, non è possibile!”? E accenno anche all’ipotetico “corridoio” Fognini: Fabio batte Mmoh al primo turno, ha il mediocre Millman al secondo, avrebbe avuto Kukushkin al terzo… per arrivare a Federer o Kyrgios, magari stremati da una battaglia simile a quelle che hanno giocato nei loro tre precedenti duelli, tutti conclusi 7-6 al terzo perché erano match due set su tre.
Non era anche questo uno di quei corridoi propizi cui mi riferivo all’inizio? So bene che con i se e con i ma non si raggiunge alcuna conclusione. Dico però che quando certi “sentieri” appaiono bisognerebbe riuscire a percorrerli e sfruttare quelle opportunità. E mi fa rabbia essermi ritrovato al giovedì sera di uno Slam, dopo tutte le aspettative estive, con già tutti fuori. Forse invecchiando si diventa più… patrioti. E non voglio usare la parola nazionalisti perché ha preso ormai un pessimo significato.
Vabbè, mettiamoci una pietra sopra, e consoliamoci per aver visto finalmente due gran belle partite, quella vinta da Rafa Nadal su Karen Kachanov e quella vinta da Kevin Anderson su Denis Shapovalov. In entrambe hanno vinto gli over 30. Il fattore esperienza, si può dire anche se appare banale, si è fatto sentire. Altrimenti Kachanov, che ha giocato una gran partita e ha messo a durissima prova per 4 ore e 23 minuti il guerriero Nadal, non avrebbe perso il servizio quando ha servito per il secondo set che lo avrebbe portato avanti 2 set a zero difficilmente recuperabili, non avrebbe commesso tre doppi falli nel tiebreak del terzo set, sarebbe riuscito a difendersi meglio nel tiebreak finale nel quale peraltro Rafa ha giocato benissimo.
Del match di Shapovalov ho visto meno, salvo che Anderson da un anno a questa parte – proprio dalla finale raggiunta qui – è diventato un giocatore incredibilmente solido. Non regala nulla, non vince solo con il servizio e il dritto, vince anche tanti scambi, ha una grinta non inferiore a quella di Nadal, non molla un punto che è uno. Le cronache di Baldissera e Roberti hanno raccontato tutto. E le interviste le avrete lette. Dovrei ringraziare soltanto Rafa Nadal di avermi fatto gli auguri, dopo che il suo media-manager Benito Perez Barbadillo, nostro attento lettore e follower (anche su Instagram) gli aveva evidentemente fatto presente la circostanza anagrafica. Con tutte le cose che aveva per la testa, dopo 4 ore e 23 minuti di battaglia feroce, decine di interviste, lunghe conferenze stampa, non so come abbia fatto a memorizzare anche questa sciocca ricorrenza.
Per le cronache del sorellicidio consumato da Serena su Venus che dire? Io non ci trovo niente. Non c’è stato match. Anche qui cresce il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Camila dove eri, dove sei?