US Open: Federer parte subito a razzo. Djokovic soffre, comodo Zverev
FEDEXPRESS IN NOTTURNA – Formalità espletata: Roger Federer supera con estrema facilità l’esordio nell’ultimo Slam dell’anno, ma per saperne di più sullo stato di forma del numero due del mondo bisognerà attendere giovedì il suo secondo turno contro Benoit Paire, 56 ATP, sempre sconfitto nelle sei precedenti volte nelle quali i due si sono incontrati nel circuito. Il francese nell’ultimo confronto ad Halle, due mesi fa, ha però vinto il suo primo set contro lo svizzero, costringendolo pure al tie-break del terzo.
Non poteva essere un test attendibile sullo stato di forma del campione svizzero il primo turno contro Yoshihito Nishioka, 177 ATP, ma 58 nel marzo dell’anno scorso, prima che il giapponese venisse operato al legamento crociato anteriore e saltasse il resto della stagione. In effetti sono poche le considerazioni tecniche che si possono trarre da un match del genere, dominato dall’inizio alla fine dal numero 2 del mondo. Tuttavia Roger, sceso in campo con un insolito e discutibile completo interamente di color bordò proposto dal suo nuovo sponsor tecnico, ha sudato come non tante altre volte in carriera. Non per merito però della strenua resistenza giapponese, ma a causa della tremenda umidità serale di questi giorni a New York.
Parte subito bene nel match Federer, che incamera il break nel gioco iniziale, con Nishioka che affossa in rete il rovescio bimane. Troppa la differenza dei valori in campo tra i due, con lo svizzero che nel quinto gioco strappa nuovamente, alla seconda palla break del game, il servizio al nipponico classe 95. All’esordio dello svizzero, l’Arthur Ashe risponde con un bel colpo d’occhio e nelle prime file il regista si diverte a scovare e inquadrare la star hollywoodiana Hugh Jackman e Anna Wintour, storica direttrice di Vogue e abituale spettatrice del torneo. Il pubblico si diverte non certo per l”incertezza del punteggio, quanto piuttosto nell’ammirare Roger arrischiarsi nel provare schemi e colpi, spesse volte con esiti spettacolari. Il primo set, che poteva concludersi già nel settimo gioco, durante il quale Roger ha avuto un set point, è una mera formalità statistica e si chiude invece nell’ottavo game con un veloce (31 minuti) 6-2. Il secondo parziale è ancora meno incerto, con Nishioka sempre più succube e simile a un pugile sulle corde: Roger ha una palla per il 5-0, ma deve “accontentarsi” di incamerare il secondo set solo tre giochi dopo, bissando il 6-2 del primo. Non cambia il canovaccio nel terzo: Federer, rassicurato dal punteggio, gioca in scioltezza, apparendo quasi distratto e frettoloso in alcuni frangenti. Il numero due del mondo ha nuovamente tre palle per portarsi sul 5-0, ma non le converte. Nishioka ha tuttavia orgoglio da vendere e risale sul 4- 5, ma nulla può quando nel decimo gioco Roger va per la seconda volta a servire per il match. Dopo un’ora e cinquantadue minuti, Federer guadagna il secondo turno al termine di un test scarsamente probante, ma superato in ogni caso bene (56 vincenti, a fronte di 32 errori non forzati).
da New York, Ferruccio Roberti
CHE FATICA NOLE – Il campione di Wimbledon esce indenne da un match che avrebbe potuto regalare una sorpresa enorme. Da una parte il n.41 del mondo che a lungo non ha sbagliato quasi nulla e ha sfoderato un dritto impressionante per efficacia e continuità, dall’altra un Djokovic a tratti in grande difficoltà, quasi dimesso, con errori sorprendenti – specie col rovescio – e che ha accusato molto il gran caldo, ma capace con grande classe di riprendersi a un passo dal 4-1 dal “pesante” per il vincitore di Ginevra nel terzo set, sul punteggio di un set pari. L’errore banale col quale il 26enne residente a Budapest ha ceduto il terzo parziale a Novak ha definitivamente spento il match, prova ne sia l’esultanza sfrenata del tredici volte campione Slam. Secondo incontro di giornata sull’Arthur Ashe, che ha appena assistito alla vittoria di Wozniacki su Stosur. Sotto un solleone e 33°C che si fanno sentire tutti (i ritiri oggi si susseguono) la tds n.6 sale subito 3-0 e poi chiude 6-3 sfruttando nel nono game un errore che grida vendetta di Marton e giocando una volèe di rovescio chirurgica. Sembra un match già scritto, ma nel secondo set il serbo, sul 3-2 Fucsovics, spacca una racchetta, insofferente per il tignoso avversario e per la canicola, al punto che va sotto 5-2 complice un avversario in gran spolvero e un sesto game orribile (due doppi falli e un rovescio tanto largo quanto facile). A quel punto entra in campo il medico vista la sofferenza del fresco re di Cincinnati, che cede il set con un altro gratuito di rovescio non da lui. Il momento no diventa una rottura prolungata quando Nole cede a zero il terzo gioco del terzo set e si trova 3-1 30-40 dopo un gran vincente di Fucsovics. Lì il campione di Belgrado risorge e vince 4 game di fila e il set, ritrovandosi fisicamente e tecnicamente, di fatto ponendo fine al match (il bagel del quarto set è ingeneroso per un ottimo Fucsovics). Al secondo turno sfiderà Tennys Sandgren.
Ruggero Canevazzi
SASCHA FACILE – L’esordio a Flushing Meadows per Sascha Zverev può essere considerato poco più di un allenamento: il canadese Polansky, ripescato per la quarta volta su quattro quest’anno negli Slam, è stato suo malgrado poco più di uno sparring partner per i potentissimi colpi del giovane tedesco. Davvero poche considerazioni si possono fare questo match, il primo della testa di serie numero 4 con Ivan Lendl al box. Ottimo al servizio ed eccellente in risposta, semplicemente perfetto coi fondamentali da fondo, Zverev ha giocato un incontro esemplare e non ha mai dato modo all’avversario di poter anche solo entrare in partita. Sotto gli occhi attenti di Lendl, il finalista degli Internazionali d’Italia si è mostrato molto centrato e pronto fisicamente per il caldo torrido newyorchese (oggi 34 gradi ed oltre il 50% di umidità). Polansky, dal canto suo, ha sfruttato il quarto regalo su quattro fattogli dalla sorte per regalarsi la soddisfazione di giocare sul vecchio centrale dell’Open degli Stati Uniti, portare a casa un bell’assegno e poco altro. Il tennista di Amburgo accede per la terza volta consecutiva al secondo turno a New York con la speranza di accedere per la prima volta al terzo turno nell’ultimo Slam dell’anno. Per sfatare questo tabù lo aspetta Nicolas Mahut.
Manuel Dicorato
KYRGIOS FRA ALTI E BASSI – Nick Kyrgios è forse il tennista più consono al profumo jazz del nuovo Louis Armstrong: improvvisazioni, sincopi e virtuosismi sono – letteralmente – nelle sue corde. E difatti dà vita, grazie anche ad Albot, ad una partita a tratti godibilissima. Ma la sua personale esecuzione è piena di stecche, considerato che per oltre due set Kyrgios s’incaponisce a tenere la velocità delle seconde superiore a quella delle prime, con l’ovvio risultato di assommare addirittura 12 doppi falli in 10 turni di servizio. D’altronde sembra innervosito dai 35 gradi di New York: “I’m stuffed” ripete più volte a voce alta quando va a servire per chiudere il primo set. A qualcuno non piace caldo. Albot dal canto suo esegue il suo spartito con molta attenzione e senza timori reverenziali per le prime due ore, appoggiandosi su un servizio molto efficace e sul dritto ad uscire. Velocissimo negli spostamenti, non si lascia frastornare dalle sempre letali ma rare bordate di Kyrgios, ed è lesto invece ad approfittare di tutte le palle che questi – ostinato e innervosito – gioca con sufficienza per uscire dallo scambio. Con un saldo attivo tra errori e vincenti, Albot incamera il secondo set per 6-2, e sembra poter proseguire senza cedimenti. Nick però sfrutta la pausa per ritrovare la concentrazione, così da entrare nel terzo set con maggiore attenzione al servizio. Approfitta poi di un minimo passaggio a vuoto di Albot e innalza sensibilmente il livello del suo gioco, piazzando il break decisivo sul 3-3 con alcuni colpi spettacolari. Il moldavo non si dà per vinto, ma tre autentiche magie di Kyrgios in successione fruttano il punto del 5-3, da visibilio. È il settimo ace del set a decretare il 6-4. Il quarto set è un a solo, con Albot svuotato e l’australiano attentissimo a non cedere più la scena. Il sipario si chiude per il moldavo tra meritati applausi, e si riaprirà con Nick featuring Herbert.
Michele Pascolini
GLI ALTRI INCONTRI – La calura del Queens ha ampiamente influenzato i match della seconda giornata a Flushing Meadows, costringendo diversi giocatori ad abbandonare in anticipo le armi per crampi e altri malesseri fisici. Tra i ritiri del rovente primo pomeriggio newyorchese c’è Marius Copil. Il giocatore romeno ha detto basta all’inizio del terzo set contro Marin Cilic (t.d.s. 7), dopo aver dominato in avvio di partita. I gravi errori del croato (venti unforced a fine primo set) gli hanno permesso di volare sul 5-1 e giocarsi tre set point consecutivi in risposta. Tuttavia è proprio nel momento di difficoltà estrema che Cilic ha iniziato a giocare a tennis, cancellando tutti e tre set point e altri due sul 5-3 poco dopo. Pochi i demeriti di Copil nei due turni di battuta. Una volta ribaltato il punteggio, il campione dello US Open 2014 ha chiuso il primo set 7-5 e ha allungato a undici la striscia di giochi consecutivi sul 5-0 del secondo, approfittando dei problemi fisici del suo avversario. Copil ha preferito limitare i danni stringendo la mano a Marin sull’1-1: il croato sfiderà Hurkacz, che a sua volta ha approfittato del ritiro del nostro Stefano Travaglia. Non ha completato il suo incontro di primo turno nemmeno Ricardas Berankis, che ha lasciato strada al semifinalista dell’Australian Open Hyeon Chung. Nello spicchio di tabellone di Djokovic avanza anche Richard Gasquet, che ha dominato il giapponese Sugita: sfiderà al secondo round Laslo Djere, che ha eliminato Leo Mayer, ennesimo ritirato di giornata.
Risultati:
J. Sousa b. [Q] M. Granollers 6-2 6-2 6-3
L. Djere b. L. Mayer 6-4 6-4 4-6 2-1 rit.
M. Kukushkin b. [WC] N. Rubin 6-3 6-1 4-6 7-6(3)
[23] H. Chung b. R. Berankis 4-6 7-6(6) 6-0 2-0 rit.
[Q] H. Hurkacz b. [Q] S. Travaglia 6-2 2-6 7-6(6) 3-0 rit.
J.L. Struff b. [WC] T. Smyczek 7-6(2) 6-4 6-3
[26] R. Gasquet b. Y. Sugita 6-3 6-1 6-3
J. Millman b. [WC] J. Brooksby 6-4 6-2 6-0
[12] P. Carreno Busta b. M. Jaziri 7-5 6-2 6-2
J. Benneteau b. [22] M. Cecchinato 2-6 7-6(5) 6-3 6-4
[7] M. Cilic b. M. Copil 7-5 6-1 1-1 rit.
T. Sandgren b. V. Troicki 6-3 6-4 6-2
[13] D. Schwartzman b. F. Delbonis 6-2 7-6(6) 6-2
J. Munar b. R. Bemelmans 5-7 6-3 7-6(3) 6-3 6-1
[6] N. Djokovic b. M. Fucsovics 6-3 3-6 6-4 6-0
[14] F. Fognini b. [WC] M. Mmoh 4-6 6-2 6-4 7-6(4)
N. Mahut vs [WC] C. Moutet 6-2 5-7 7-5 6-4
[4] A. Zverev b. [LL] P. Polansky 6-2 6-1 6-2
[10] D. Goffin b. [Q] F. Gaio 6-2 6-4 7-6(5)
M. Ebden b. [32] F. Krajinovic 7-6(1) 6-7(4) 4-6 6-4 4-1 rit.
[17] L. Pouille b. [Q] Y. Maden 7-6(6) 6-2 7-5
R. Haase b. M. McDonald -6 4-6 6-3 6-1 6-3
M. Baghdatis b. M. Youzhny 6-4 6-4 2-6 3-1 rit.
P. Kohlschreiber b. Y. Hanfmann 7-6(3) 5-7 6-4 6-4
A. De Minaur b. T. Daniel 6-0 6-1 6-2
B. Paire b. [Q] D. Novak 7-6(6) 3-6 7-5 7-6(5)
G. Monfils b. [Q] F. Bagnis 7-6(4) 3-6 6-0 6-0
[21] K. Nishikori b. M. Marterer 6-2 6-3 6-3
P.H. Herbert b. Y. Bhambri 6-3 7-6(3) 7-5
F. Tiafoe b. [29] A. Mannarino 6-1 6-4 4-6 6-4
[30] N. Kyrgios b. R. Albot 7-5 2-6 6-4 6-2
[2] R. Federer b. [PR] Y. Nishioka 6-2 6-2 6-4