Wimbledon: occhio a Isner. Nadal e Djokovic, rivalità infinita
dal nostro inviato a Londra
Spunti tecnici: Rafa Nadal
Spunti tecnici: Novak Djokovic
Spunti tecnici: Kevin Anderson
Spunti tecnici: John Isner
Sono partiti in 128, rimangono in 4. Hanno avuto percorsi diversi fino a questo punto, maggiori o minori difficoltà, ma tutto questo ora appartiene al passato, non conta più nulla. L’unica cosa importante, ora, è la palla, da scagliare una volta di più nel campo avversario, il premio è l’ammissione da protagonisti a un evento storico, quale ogni singola finale di Wimbledon è senz’altro. Proviamo a capire cosa potrebbe succedere, anche se non sarà facile.
John Isner vs Kevin Anderson (ore 14 italiane, centrale, precedenti 8-3 Isner)
Sottotraccia, vuoi per il tennis mostruosamente efficace ed essenziale ma non spettacolare, vuoi per il personaggio di per se stesso non troppo dotato di “appeal” mediatico, il dottor “Long John” Isner (laurea in comunicazione, Università della Georgia) è arrivato in semifinale come un treno. Non ha mai perso il servizio nel torneo, ha affrontato e annullato appena 7 palle break in 5 match, ha un clamoroso 60% di “unreturned serves”, ovvero, tra prima e seconda palla, 6 volte su 10 ha fatto punto diretto. In questa fondamentale statistica, che è molto più indicativa del rendimento complessivo alla battuta rispetto al mero conto degli ace, il suo avversario di oggi, Kevin Anderson, sta al 48%. La differenza è sostanziale, anche se il giustiziere di Roger Federer è certamente uno che non scherza quanto a bombe. Ma proprio il fatto di aver realizzato l’impresa del torneo, e in che modo poi (rimonta da due set a zero sotto, e vittoria 13-11 al quinto set, in 4 ore e un quarto), rischia di essere uno svantaggio non da poco per il bravo Kevin. Ovviamente, lo scotto da pagare è la stanchezza fisica, ma ancora di più, quella mentale.
Anderson contro Roger è stato una roccia, ha servito per rimanere in partita 8 volte senza mai tremare, un capolavoro di concentrazione. Che non potrà non avere conseguenze, certo è possibile che il sudafricano sia capace di piazzare la seconda prestazione perfetta consecutiva, e in questo caso, solo applausi per lui. Ma sarà dura, durissima. Isner quest’anno sta giocando il miglior tennis della sua carriera, il modo in cui ha trionfato a Miami è stato impressionante, e i favori del pronostico per approdare alla finale non possono che essere per lui. E poi chissà.
Consigliato a chi vuol vedere due autentiche pertiche di oltre due metri alternare botte dal terzo piano, e flessioni spaventose sulle ginocchia.
Rafael Nadal vs Novak Djokovic (secondo match, centrale, precedenti 26-25 Djokovic)
Il foglio delle “men’s notes” quotidiane che ci viene fornito in sala stampa, ha una pagina e mezza dedicata ai precedenti fra Nole e Rafa. Nessuna rivalità nel tennis maschile (Evert e Navratilova giocarono contro 80 volte) ha mai avuto così tanti confronti diretti, assisteremo oggi al 52esimo. Ben 43 di questi (con quello di oggi) sono stati o semifinali o finali, il livello è sempre stato stratosferico quindi. Come giocano Nadal e Djokovic lo sanno a memoria tutti ormai, per un’analisi più che dettagliata del cosiddetto “match-up” tecnico tra loro rimando a questo articolo, che credo non potrebbe essere più esaustivo. Se andiamo a vedere solo i numeri, tutto farebbe propendere per un lieve vantaggio in favore del serbo. Djokovic ha vinto Wimbledon 3 volte, Nadal 2; andando più nel dettaglio dell’edizione di quest’anno, Nole ha passato in campo 10 ore e 19 minuti, Rafa ben 12 ore e 56. Molta di questa differenza l’ha fatta la tremenda e lunghissima battaglia che il fuoriclasse spagnolo ha vinto l’altro ieri contro Juan Martin del Potro, 4 ore e 48 di spettacolo agonistico fenomenale. Che però Nadal rischia di accusare, per quanto le sue capacità atletiche siano pazzesche. Alla fine del match con delPo, Rafa ha ripetuto come un mantra “devo recuperare, adesso devo recuperare”, sia all’intervistatrice della BBC nel corridoio all’uscita del centrale, sia a noi nella conferenza stampa, cercando di tagliare corto e volare in sala massaggi a fare il bagno ghiacciato e le terapie defatiganti.
Quando gli è stato chiesto di Nole, lo spagnolo ha detto “per me, Djokovic è assolutamente ritornato al suo miglior livello. Già a Roma giocava bene, al Roland Garros anche, al Queens era perfetto, qui è al 100%”. Parole sue, direi che possiamo fidarci, pur con il dubbio della pretattica. Ma alla fine, è il campo a decidere, e come sappiamo, Rafa prima di perdere sul campo ci muore. Le premesse sono quelle di una grande partita, quello è sicuro.
Consigliato a chi non vuole perdersi l’ennesimo capitolo di una rivalità senza precedenti nella storia del tennis.