Tutti i numeri di Camila Giorgi

2 – le sconfitte rimediate il mese scorso in tornei giocati su erba dalla Giorgi, contro tenniste non comprese nella top 100, durante la sua marcia d’avvicinamento a questa edizione dei Championships. Camila, che sui prati ha espresso sempre il meglio del suo potenziale – ottenendo a ‘s-Hertogenbosh nel 2015 l’unico titolo in carriera e raggiungendo a Wimbledon un ottavo e due terzi turni, di gran lunga risultati migliori rispetto a quelli guadagnati negli altri Majors – aveva molto deluso, perdendo al primo turno di Nottingham dalla Jakupovic, 118 WTA, e nel secondo turno delle quali di Birmimgham, dalla Dodin, 179 WTA.

3- i precedenti, tutti persi senza vincere un set, contro Serena Williams, prossima avversaria della Giorgi. Se il primo è molto datato e poco confortante (2013 sulla terra verde di Charleston, con la nostra giocatrice capace di raccogliere soli cinque games), qualche spiraglio in più lasciano i successivi due. Nel primo di questi, nel 2015 in Fed Cup a Brindisi Camila giocò un ottimo primo set alla pari con la Williams, perso solo al tie-break, prima di cedere di schianto nel successivo parziale. Nell’ultimo, giocato al primo turno degli Australian Open 2016, Camila tenne testa alla campionissima statunitense, perdendo solo 7-5 6-4 e risultando la giocatrice che in quel torneo maggiormente mise in difficoltà Serena per numero di giochi persi e durata dell’incontro, seconda solo a una Kerber in stato di grazia, che in finale avrebbe sconfitto la Williams. Altro piccolissimo appiglio al quale aggrapparsi: in tutti i tre precedenti la più piccola delle figlie di papà Richard era al numero 1 del mondo e si esprimeva al meglio (o quasi) del suo potenziale. Tutt’altra situazione rispetto all’attuale, che sebbene veda Serena nettamente in ripresa (in questo Wimbledon non ha perso un set) la lascia comunque al 183° posto del ranking e con pochissime partite messe alle spalle dopo la lunga degenza post parto. Se c’è un momento per batterla, è davvero questo.

8 – i successi di Camila Giorgi contro tenniste posizionate nella top 10 del ranking WTA. Per dare maggiore valore a questi numeri, è opportuno notare come quattro delle giocatrici (Pliskova, Wozniacki, Sharapova e Azarenka), sebbene non quando sconfitte dalla maceratese, siano state numero 1 al mondo. A fare da contraltare a queste prestigiose vittorie, sono giunte anche 14 sconfitte contro tenniste con la suddetta classifica, che portano la percentuale di successi dell’azzurra al 36,3 %. Risulta interessante confrontare questa sua percentuale con quella delle nostre campionesse giunte alla top 10 del ranking WTA. Sebbene i seguenti numeri riguardino un numero di partite perlomeno doppio di quello giocate da Camila – e in questi casi è quindi più facile che la percentuale si abbassi- la maceratese vanta un miglior score: Pennetta ha chiuso al 32,9%, Vinci al 23,8%, Schiavone è al 22,9 %, Errani attualmente al 19,4%.

25 – gli Slam giocati da Camila Giorgi prima di riuscire a centrare i quarti di finale. Precedentemente a questa edizione dei Championships, aveva raggiunto due volte gli ottavi (Wimbledon 2012 e Us Open 2013), in altre cinque il terzo turno (Australian Open 2015, al Roland Garros quest’anno, a Wimbledon nel 2013, nel 2015 e nel 2017), fermandosi in sette circostanze al secondo, e in ben undici al primo. Continuando il paragone con le tenniste italiane capaci di arrivare almeno di arrivare in finale in un Major, per quanto poco indicativo possa essere, è però interessante rilevare che Schiavone arrivò per la prima volta ai quarti al suo terzo Slam, Errani al 18° tentativo, Pennetta al 23 °, Vinci al 32°.

26 – i mesi di durata della battaglia legale tra Federtennis e Camila Giorgi. Una diatriba nata a seguito del rifiuto della maceratese di partecipare nell’aprile del 2016 al play-off del World Group di Fed Cup in programma a Lleida tra Spagna e Italia. Una decisione presa da Camilaper privilegiare la sua attività nel circuito: in quelle settimane si giocava il torneo di Katowice, dove difendeva i per lei pesantissimi punti della finale dell’anno precedente, senza contare che avrebbe anche dovuto saltare le quali del ricco Premier di Stoccarda. L’Italia perse malamente il tie e, contemporaneamente, si scatenò la durissima reazione della Federtennis. Tra sentenze, ricorsi, dure parole vicendevolmente rivoltesi tra le due parti e vari gradi di giudizio affrontati (furono coinvolti Tribunale Federale, Corte d’appello federale, Collegio di garanzia del Coni) sembrava che una vicenda sgradevole, che non lasciava vincitori ma solo vinti (per diverse ragioni) dovesse purtroppo ancora continuare a lungo. Invece, dopo gli Internazionali d’Italia, è stata fortunatamente annunciata da ambo le parti la volontà di chiudere consensualmente e pacificamente la vicenda, con Camila nuovamente disponibile a rispondere alla convocazioni in Fed Cup e la federazione intenzionata a chiudere ogni pendenza verso la tennista. Sarà un caso che la crisi di risultati e nella classifica di Camila sia coincisa perfettamente con questa vicenda?

30 – il best career ranking della Giorgi, raggiunto nel luglio 2015, dopo aver vinto S- Hertogenbosch, essere arrivata in finale a Katowice e aver raggiunto due terzi turni a Melbourne e Wimbledon. Quando Camila nel 2012 irruppe nel grande tennis, quasi tutti erano pronti a pronosticarle che avrebbe raggiunto una classifica ben migliore di quella sin qui conquistata ai nostri giorni, quando, a 26 anni e mezzo, è ancora giovane e nel meglio delle sue potenzialità fisiche, ma non è più giovanissima. Per mera curiosità statistica e per continuare a farci venire un pò di nostalgia per lo splendido quindicennio vissuto dal nostro tennis femminile, ricordiamo che alla stessa età che Camila ha in questi giorni, Errani era al suo best ranking- 5 WTA-, Schiavone era già stata al numero 11, Flavia era arrivata al numero 12 del ranking, mentre Vinci solo al 43.

100 – la posizione nel ranking WTA di Camila Giorgi nel gennaio di quest’anno, quando si è iscritta alle qualificazioni del Premier di Sydney. Colpa di un 2017 deludente e sfortunato, nel quale ha saltato per infortunio la parte finale di stagione (quella successiva agli US Open), ma che in precedenza l’aveva vista conquistare una sola semifinale (a Shenzhen) e appena tre quarti di finale. Ma il calo in classifica della nostra numero 1 era iniziato già due anni fa, successivamente a due anni solari trascorsi sempre nella top 60: più precisamente la crisi partì nel giugno 2016, dopo che la Giorgi perse i punti della vittoria del torneo di s- Hertogenbosch. Camila è rientrata tra le prime 60 giocatrici del mondo solo ad aprile di quest’anno. Una classifica maggiormente dignitosa conquistata dopo il terzo turno a Charleston e soprattutto a seguito della semifinale di Sydney, uno dei migliori tornei della carriera dell’italiana, relativamente al livello delle avversarie sconfitte (nell’ordine, Witthoeft, Stephens, Kvitova e Radwanska). Negli ultimi mesi è arrivata infine la miglior campagna sulla terra rossa europea della sua carriera: dopo aver conquistato i quarti a Lugano, ha raggiunto per la prima volta una semifinale su questa superficie (a Praga) e, soprattutto, ha guadagnato il primo terzo turno al Roland Garros, dove ha poi perso di un soffio dalla futura finalista, Stephens.

145 – la classifica di Camila Giorgi nel giugno del 2012, quando da semi-sconosciuta -in precedenza aveva giocato solo due tornei a livello maggiore, perdendo al primo turno dopo essersi qualificata, a Wimbledon 2011 e a Charleston 2012- colse, ai Championships, le prime vittorie nel circuito maggiore, giungendo sino agli ottavi. Camila vi riuscì senza perdere un set tra le tre partite delle quali e le tre del tabellone principale, sconfiggendo, oltre che, al secondo turno del main draw, la georgiana Tatishvili, 73 WTA, due top 20: Flavia Pennetta e Nadia Petrova. Contro l’allora 3 del mondo Aga Radwanska, in quell’edizione spintasi sino alla finale, non vi fu partita e Camila dovette “accontentarsi” di essere entrata per la prima volta nella top 100.