Nadal: “Bella la finale contro Federer, ma preferirei un altro”
Per la prima volta dal 2011, Rafael Nadal è riuscito a raggiungere i quarti di finali a Wimbledon. L’ultima volta che aveva ottenuto un risultato del genere, era poi approdato in finale, perdendo contro Novak Djokovic. Tutti sanno che, una volta superate le insidie della prima settimana, il maiorchino è in grado di arrivare fino in fondo, sfruttando al meglio le proprie caratteristiche sull’erba ormai logora dell’All England Tennis Club. Nadal però, come spesso capita in conferenza stampa, non dà particolari soddisfazioni a chi gli chiede quanto questo risultato sia significativo per lui. “Certo, è un grande risultato per me. Tutto qui. È vero che è da un po’ che non mi trovo in questa posizione, ma è anche vero che ci sono stato qualche volta anche in passato. Non stiamo parlando di una finale o della vittoria del titolo. Sicuramente però è un buon risultato”.
Il mantra dello spagnolo è sempre lo stesso: “Devo cercare di giocare bene, perché se gioco bene ho buone possibilità di vincere, a prescindere dalle condizioni”. Semplice, forse banale, ma senz’altro vero. Probabilmente questo modo piuttosto lineare di pensare è una delle chiavi del suo successo. Successo che, come si è detto, negli ultimi anni è mancato sui prati di Church Road. C’è chi ricollega le sconfitte premature di Nadal alla sfortuna di aver incrociato tennisti molto adatti all’erba in giornata di grazia. Rafa però non è tipo da nascondersi dietro un dito ed ecco che il mantra ritorna fuori. “È sempre la stessa cosa. Se gioco peggio, l’avversario gioca meglio e viceversa. Non possiamo pensare che gli avversari giochino in maniera incredibile contro di me. Non sarebbe corretto. Cerco sempre di essere sincero con me stesso. Sicuramente hanno giocato ottimi match, ma io non ho giocato bene, il mio livello non era sufficiente a competere con loro”.
In effetti non sempre nelle ultime edizioni Rafa si è presentato a Wimbledon nelle migliori condizioni possibili, sia tecnicamente che fisicamente. “Cerchiamo di essere onesti e analizziamo come sono andate le cose ultimamente. Nel 2012 e nel 2013, non ero in grado di competere. Anche se ho giocato, non ero in grado di competere col ginocchio in quello stato. Nel 2014, ho giocato un buon torneo e ho perso con un giocatore contro il quale ci sta di perdere, come Kyrgios, peraltro avendo a disposizione set point per andare in vantaggio due set a uno. Nel 2015 ho giocato male non solo su erba ma su tutte le superfici. Quindi è normale che abbia perso anche qui. Nel 2016 non ho giocato per colpa del polso. Nel 2017 ho giocato bene e anche quest’anno sto giocando bene. Se escludiamo il 2012, 2013 e 2015, sono sempre stato competitivo. Qualche volta si vince, qualche volta si perde”.
All’orizzonte molti fan e addetti ai lavori hanno già messo gli occhi su una possibile finale contro Federer, proprio a dieci anni da quella leggendaria partita del 2008. “Sarebbe un grande risultato per me. Giocare ancora contro Roger sarebbe fantastico. Però se mi chiedi se preferirei qualcun altro, la risposta è sì. Si tratta di essere intelligenti. Lo scopo finale è vincere il torneo e tutto dipende dagli avversari che affronti, se cioè hai maggiori o minori possibilità di batterli. Certo, potrei dire che voglio giocare contro i migliori, ma non sono il tipo…”.