Cade anche Pliskova: a Wimbledon fuori le prime 10 del seeding
da Londra, la nostro inviata
Scherzi dal ranking, che dopo l’assegnazione delle teste di serie ha subito un altro aggiornamento permettendo a Kerber di entrare tra le prime 10, nonostante l’undicesimo posto nel seeding londinese. È per questo che dopo l’eliminazione di Karolina Pliskova (7) per mano di Kiki Bertens, se Kerber è l’unica top 10 ancora in gioco, nelle caselle delle prime dieci teste di serie non si trovano che nomi barrati.
FLOP KARO – Era l’ultima tra le dieci regine del seeding, Karolina Pliskova. Era, appunto, perché anche il suo Wimbledon è finito in anticipo. La ceca si è spinta fino alla seconda settimana, ma il Manic Monday le è stato fatale: sul campo 2 Kiki Bertens la ha battuta in due set, il secondo dei quali al tie-break, e ha scoperchiato definitivamente la metà superiore del tabellone per una finalista inattesa. Quasi coetanee, le due promettevano un ottavo di finale interessante. L’olandese è però partita meglio, entrando bene negli scambi con il rovescio e a poco a poco ha iniziato a spingere anche col dritto; i suoi momenti di défaillance sono apparsi estemporanei quanto i vincenti di Pliskova, lontana dal campo e a tratti un po’ pigra nella ricerca della palla. Il vantaggio di Bertens, allenata dall’ex pro Raemon Sluiter, non è mai stato ampio ma mai neppure in grossa discussione. Anzi, nonostante le otto palle break non convertite dalla sua avversaria, il punteggio avrebbe potuto essere addirittura più severo se, una volta andata in vantaggio, Kiki non avesse rallentato concedendosi un game di battuta sottotono in entrambi i parziali.
Specialista della terra battuta, nelle ultime settimane Bertens si sta scoprendo in grado di fare bene anche su erba. Il primo quarto di finale a Wimbledon, contro una tra Julia Goerges e Donna Vekic, potrebbe essere persino buono per ritoccare il best ranking di numero 15 raggiunto in maggio. Il terzo turno di quest’anno diventa comunque il miglior risultato ai Championships anche per Pliskova – strano, considerato che i suoi punti di forza sono il servizio e il dritto piatto d’attacco. Si tratta però di un “improvement” misero, che non può lasciare soddisfatta una delle ultime ex numero uno senza titoli Slam. Ora che tante colleghe si stanno liberando della maledizione, a Flushing Meadows per lei sarà d’obbligo riprovarci.
JELENA, CHIUSURA CON BAGEL – Mai giudicare un libro dalla copertina, mai farsi idee su una partita di tennis troppo presto. È questo l’insegnamento della vittoria di Jelena Ostapenko, che è valso alla tennista lettone il secondo quarto di finale consecutivo ai Championships. A farne le spese è stata l’esordiente Aljaksandra Sasnovich, al primo ottavo Slam in carriera, che aveva cominciato l’incontro col piglio di chi sa esattamente come evitare che l’avversaria, più potente e strutturata, riuscisse a prendere il comando degli scambi. Esecuzioni in contropiede, tagli, rovesci rapidi e con angolo stretto. L’inizio di Ostapenko è stato conseguentemente disastroso (sei non forzati nei primi tre game), e il break condito da doppio fallo che aveva mandato Sasnovich a servire sul 5-2 profumava già di secondo set. È bastato distrarsi un attimo per ritrovare invece Ostapenko concentrata in risposta e capace di ricucire lo strappo fino alla conquista del tie-break. Qui la personalità di Jelena ha fatto la differenza, oltre a un dritto lungolinea che ha spezzato le reni della bielorussa.
Nel secondo set Sasnovich ha sostanzialmente marcando visita, metà distratta dai rimpianti di un primo set praticamente vinto e metà messa all’angolo dalle esecuzioni di Ostapenko, mai troppo apprezzabili esteticamente ma sempre terribilmente efficaci. Il 6-0 finale non fa onore al tennis che potenzialmente Sasnovich è in grado di esprimere, quello con il quale ha schienato Kvitova al primo turno e messo in ambasce Ostapenko per sette game. Ma in questo sport funziona così, le potenzialità contano fino a un certo punto e le vittorie sono di chi se le prende.
Saluta Wimbledon anche Su-Wei Hsieh, l’impallinatrice di Halep, al termine di un altro match che ha cambiato volto sul finire del primo parziale. Dominika Cibulkova stava prevedibilmente arrancando dietro al tennis imprevedibile della taiwanese, ma si era tenuta in scia nel corso dei primi otto game conditi da altrettanti break. Sul 5-4, dopo il primo gioco favorevole ai servizi che in questo strano contesto ha finito per valere come un break, un episodio molto controverso ha cambiato l’inerzia dell’incontro. Cibulkova colpisce nei pressi della riga, Hsieh rimanda di là: l’arbitro giudica erroneamente out il colpo della slovacca e quando il falco la sbugiarda assegna il punto a Cibulkova, tra lo stupore generale e le proteste di Hsieh che riesce a ottenere giustizia dopo l’approdo del supervisor ma finisce per perdere ugualmente il set e spegnersi progressivamente nel secondo. Ai quarti sarà quindi Cibulkova-Ostapenko, entrambe giocheranno per la prima semifinale a Wimbledon. I precedenti dicono 2-0 Cibulkova.
(in aggiornamento)
hanno collaborato Raoul Ruberti e Alessandro Stella
Risultati:
D. Cibulkova b. S-W. Hsieh 6-4 6-1
[12] J. Ostapenko b. A. Sasnovich 7-6(4) 6-0
A. Van Uytvanck vs [14] D. Kasatkina
[11] A. Kerber vs B. Bencic
[20] K. Bertens b. [7] Ka. Pliskova 6-3 7-6(1)
[13] J. Goerges vs D. Vekic
[25] S. Williams vs [Q] E. Rodina
C. Giorgi b. E. Makarova 6-3 6-4