Wimbledon, le sorprese non finiscono mai

Sembrava che dopo i primi cinque giorni di torneo avessimo ormai assistito a tutte le sorprese possibili. E invece il Day 6 di Wimbledon non ha voluto essere da meno dei precedenti: addirittura eliminata la testa di serie numero 1, Simona Halep. E così sono bastati tre turni per cancellare l’intero vertice del tennis femminile. Con una eccezione: sola Top 10 sopravvissuta, la numero 7 Karolina Pliskova. Proprio Pliskova, cioè la giocatrice più bistrattata per essere arrivata a 26 anni senza essere mai riuscita a vincere due partite di fila nel tabellone principale dei Championships. Quest’anno non solo ha sfatato la maledizione dei prati londinesi, ma si è rivelata la più affidabile fra le Top 10. È vero, ha rischiato contro Buzarnescu (a due punti dalla sconfitta nel secondo set), ma poi ha raddrizzato la situazione e nel lunedì degli ottavi lei ci sarà.

Sapete quale era considerato dai bookmaker il match con l’esito più scontato del Day 6? Quello con lo scarto maggiore nelle quote? Proprio quello di Simona Halep contro Hsieh Su-Wei (1,14 a 5,50). Però quando c’è di mezzo la tennista di Taiwan, soprattutto nella versione del 2018, qualche cautela in più non è superflua. Non voglio dire che mi aspettassi la sua vittoria, ma quando Hsieh è in giornata viene quasi spontaneo pensare al possibile “upset”. Già agli Australian Open 2018 era stata protagonista di un torneo straordinario, nel quale aveva sconfitto Muguruza, Radwanska prima di arrivare a un solo game dalla vittoria contro Kerber.

Riporto quello che avevo scritto allora su di lei: “Il tennis che ha messo in mostra a Melbourne non è solo complesso e imprevedibile: sembra quasi diabolico. Diabolico e geniale. C’è tanta creatività, ma anche una punta di malvagità nel modo di “scherzare” avversarie di grande nome, mandandole in bambola a vagabondare per il campo, a rincorrere soluzioni basate su tempi di gioco continuamente variati, e su posizionamenti di una precisione chirurgica”. E anche se a Wimbledon non era più una sorpresa, Hsieh rimarrà sempre una giocatrice a sé stante, impossibile da normalizzare. Una giocatrice che pratica un tennis con swing del tutto personali, e questo le permette di ricavare parabole con un altissimo grado di illeggibilità. Per una analisi della parte tecnica del suo modo di colpire, che è davvero speciale, rimando a QUESTO articolo.

Contro Simona Halep (3-6, 6-4, 7-5) rispetto alle partite australiane Hsieh ha fatto ricorso a una maggiore capacità difensiva, accettando anche scambi di sacrificio, in cui si è affidata al contenimento in attesa di trovare il momento o lo spiraglio giusto per ribaltare la situazione. Ad esempio sullo 0-30 nel game conclusivo, Hsieh ha condotto in difesa quasi tutto uno scambio da 21 colpi, salvo poi improvvisamente ribaltare la situazione con un rovescio lungolinea imprendibile.

Dopo la sconfitta, in conferenza stampa Halep ha detto di sentirsi stanca. Ma di una stanchezza particolare: non per la partita appena giocata, ma per l’accumulo degli sforzi compiuti in  stagione. È tornata sulle fatiche di Melbourne (dove aveva perso in finale da Wozniacki) descrivendole come un grande impegno fisico e mentale, e mentre ne parlava dava realmente l’impressione di non averle del tutto superate: ”Anche se è stato tempo fa, circa cinque mesi fa, tutta la pressione, tutta la tensione sono ancora nel mio corpo”. (Versione originale: “Even if it’s long time ago, like five months ago, still all the pressure, all the tension is in my body”).

In più, ovviamente, ha ricordato il recente Roland Garros. Ma una giocatrice che si porta dietro il peso dei grandi tornei passati non può che trovarsi in una situazione di particolare difficoltà contro Hsieh. Perché contro Su-Wei non si può usare il “pilota automatico”, non è possibile basarsi sugli aspetti di routine del gioco. Lei li scardina tutti, e questo obbliga a un sovrappiù di applicazione mentale e fisica che Simona non era pronta a offrire. Certo, Halep nel terzo set era arrivata a un passo dal successo: prima conducendo 5-2 e poi perfino al match point sul 5-4. Ma in quel momento Hsieh ha estratto dal cilindro un rovescio lungolinea atterrato a pochi centimetri dalla riga, ha rimesso tutto in gioco e in questo modo ha portato oltre i limiti di tenuta la numero uno del mondo. Che ha detto ai giornalisti: “Ho proprio bisogno di una vacanza”.

Avversaria di Hsieh sarà Dominika Cibulkova, che ha sconfitto 6-2, 6-2 Elise Mertens. Un risultato secondo me abbastanza prevedibile: se Cibulkova era stata capace di sconfiggere il tennis solido ma non troppo creativo di Konta, pensavo sarebbe riuscita a fare lo stesso anche con Elise Mertens, che non vedo molto distante da Johanna come stile di gioco. E così Cibulkova continua la sua personale “vendetta” contro chi l’ha esclusa dalle teste di serie. Ogni volta che vince me la immagino che pensa: “Volevate farmi fuori? Mi avete cacciato dalle prime 32? E adesso mi ritrovate fra le prime 16”. E considerando la grinta e il carattere di Dominika non penso che le mie siano fantasie campate in aria.

a pagina 2: i timori di Barty, la delusione di Osaka, l’esperienza di Kerber