Wimbledon: i segreti del grande libro dei numeri
Manca davvero pochissimo al via della 132esima edizione dei Championships. Fu il britannico Spencer Gore a conquistare per la prima volta la coppa più ambita, battendo nella finale del 1877 il connazionale William Marshall per 6-1 6-2 6-4. Quella che prenderà il via nella giornata di lunedì, sarà inoltre la 51esima edizione di Wimbledon in Era Open: la prima, disputata nel 1968, vide il trionfo di Rod Laver, che sconfisse Tony Roche in finale per 6-3 6-4 6-2. Il passato, il presente e il futuro… in numeri (fonte Grand Slam Media Information).
ROGER: 9 E 21? – Se dovesse trionfare ancora una volta sui prati londinesi (in quella che sarà la sua 20esima presenza ai Championships) Federer diventerebbe il secondo giocatore nella storia – uomini e donne – capace di conquistare il titolo di singolare a Wimbledon per nove volte (ci è riuscita soltanto Martina Navratilova: 78-79, 82-87, 90) e il quarto a vincere un singolo titolo dello Slam in almeno nove occasioni (oltre alla già citata Navratilova, Rafa Nadal e Margaret Court hanno trionfato per undici volte rispettivamente al Roland Garros e all’Australian Open). Se dovesse inoltre conquistare il 21esimo Slam della sua straordinaria carriera, si porterebbe ad un solo major di distanza da Steffi Graf (22) nella classifica all time – maschile e femminile – dei vincitori Slam, che vede al primo posto Margaret Court a quota 24, seguita da Serena Williams a 23.
RAFA PER LA TERZA DOPPIETTA – Il numero 1 del mondo Nadal, proverà a centrare la doppietta Roland Garros-Wimbledon per la terza volta in carriera, eguagliando così il record assoluto di Bjorn Borg (che ci è riuscito per tre anni consecutivi, dal 1978 al 1980). Nadal lo ha fatto due volte, nel 2008 e nel 2010, mentre Rod Laver (1969) e Roger Federer (2009) sono gli unici altri due giocatori ad aver realizzato il back-to-back Parigi-Londra in Era Open.
FEDAL – Per riconquistare il numero 1 del mondo, Federer dovrà laurearsi campione a Wimbledon e sperare che Nadal non confermi il risultato ottenuto lo scorso anno (ottavi di finale), risultato che gli consentirebbe di rimanere in vetta al ranking anche dopo il 16 luglio. In caso di successo finale di Roger o Rafa, diventerebbero sette gli Slam consecutivi vinti dalla ‘coppia’. Sarebbe la seconda striscia consecutiva più lunga del Fedal: la prima (11 titoli) va dal Roland Garros 2005 (Nadal) allo US Open 2007 (Federer). In caso vittoria a Wimbledon di uno dei due, sarebbe inoltre la sesta volta nella storia – e il secondo anno consecutivo – che la coppia si spartisce i primi tre Major dell’anno. In quattro delle prime cinque precedenti occasioni, uno tra Roger e Rafa ha poi conquistato anche lo US Open. Come da seeding (Federer 1, Nadal 2), si potrà avere un ennesimo capitolo del Fedal soltanto in finale. Se dovesse capitare, sarebbe la 25esima sfida in carriera tra i due in un atto finale del circuito ATP e sarebbe un record assoluto. Attualmente in testa alla classifica troviamo (oltre ovviamente alle sfide tra Roger e Rafa) le finali giocate tra Djokovic e Nadal (24).
ZVEREV PUNTA BECKER, DA SHAPO A IVO – In caso successo finale, a 21 anni e 86 giorni (età calcolata al momento della conclusione del torneo), il quarto favorito del seeding Sascha Zverev diventerebbe il più giovane vincitore di Wimbledon dai tempi del suo connazionale Boris Becker (campione nel 1986 all’età di 18 anni e 226 giorni) e il più giovane vincitore Slam dal successo agli US Open 2009 di Juan Martin del Potro (20 anni e 355 giorni). Zverev è inoltre uno degli undici giocatori sotto i 21 anni presenti in tabellone: il più giovane in assoluto è Denis Shapovalov (19 anni e 91 giorni), mentre il più vecchio è Ivo Karlovic (39 anni e 137 giorni).
TORNA MURRAY MA COMANDA EDMUND – Andy Murray torna a disputare un torneo dello Slam esattamente ad un anno di distanza, dopo l’infortunio all’anca che lo ha tenuto a lungo lontano dai campi. Il due volte campione di Wimbledon – primo titolo nel 2013, quando battendo Djokovic in finale interruppe un digiuno britannico ai Championships che durava da 77 anni, e secondo titolo nel 2016 contro Raonic – per la prima volta dal 2007 (nel 2006 Greg Rusedski lo precedeva di quattro posizioni in classifica) non sarà però il primo giocatore britannico in tabellone. L’onere e l’onore spetteranno infatti a Kyle Edmund, sesto diverso giocatore a guidare i britannici a Wimbledon negli ultimi 30 anni, dopo Jeremy Bates, Neil Broad, Tim Henman, Rusedski e Murray.
IL ‘WARM UP’ PRE-WIMBLEDON – I croati Marin Cilic e Borna Coric hanno vinto i due principali tornei giocati su erba in preparazione dei Championships, rispettivamente al Queen’s (contro Djokovic) e ad Halle (contro Federer). L’ultimo giocatore croato ad aver conquistato il titolo a Wimbledon è stato Goran Ivanisevic nel 2001. Negli ultimi sedici anni, per nove volte il campione di Queen’s o Halle ha poi trionfato a Wimbledon: Hewitt (Queen’s 2002), Federer (Halle 2003-2006 e 2017), Nadal (Queen’s 2008) e Murray (Queen’s 2013 e 2016). Complessivamente, in Era Open, i due tornei hanno prodotto soltanto sedici campioni di Wimbledon (11 il Queen’s e 5 Halle). Nessuno dei giocatori che si sono invece laureati campioni nella settimana precedente ha poi trionfato ai Championships. Sempre in Era Open, sette diversi giocatori sono stati capaci di trionfare a Wimbledon senza aver giocato nessun torneo preparatorio su erba: Stan Smith, Jan Kodes, Bjorn Borg, Boris Becker, Andre Agassi, Roger Federer e Novak Djokovic. Ricordiamo che tra i giocatori che quest’anno arrivano a Wimbledon senza aver giocato alcun match ufficiale su erba, troviamo anche Rafa Nadal, Juan Martin del Potro, Fabio Fognini e John Isner.
LA DIFESA DEL TITOLO E IL FAVORITO DEL SEEDING – Storicamente (Era Open), i campioni in carica di Wimbledon hanno avuto più successo nella riconferma del titolo rispetto a quanto avvenuto negli altri tre tornei dello Slam. Ci sono riusciti otto giocatori diversi (Laver, Newcombe, Borg, McEnroe, Becker, Sampras, Federer e Djokovic) per diciotto volte in totale (segue Roland Garros a quota 17, Australian Open a 13 e US Open a 12). Nel 2003, Lleyton Hewitt è diventato il primo campione in carica dei Championships in Era Open ad essere sconfitto al primo turno (contro Ivo Karlovic). Inoltre, nelle 50 edizioni disputate in Era Open, in venti occasioni il titolo è stato conquistato dal primo favorito del seeding (l’ultimo è stato Novak Djokovic nel 2015). Nel 2016 sempre Djokovic fu sconfitto al terzo turno, mentre lo scorso Andy Murray fu eliminato nei quarti di finale.
IL LONGEVO LOPEZ – L’edizione 2018 di Wimbledon segna la 66esima presenza Slam consecutiva di Feliciano Lopez (record in Era Open). Una striscia attiva iniziata nel 2002 al Roland Garros. Segue Roger Federer (striscia chiusa a 65, dall’Australian Open del 2000 a quello del 2016), Fernando Verdasco (striscia aperta di 61), Wayne Ferreira (56), Stefan Edberg (54) e il nostro Andreas Seppi, alla 53esima partecipazione consecutiva in un Major.
PRIZE MONEY – Il montepremi complessivo del torneo maschile di Wimbledon sarà di £13,039,000, un incremento del 7.1% rispetto al 2017. Al vincitore andranno £2,250,000 (oltre 2.5 milioni di euro) e 2000 punti ATP, £1,125,000 al finalista e £39,000 (circa 44mila euro) per il primo turno.
IL PRIMO A WIMBLEDON? DIFFICILE – La storia del tennis ci insegna che vincere il primo Slam della carriera sui prati dei Championships è impresa ardua, o almeno è più complicato rispetto agli altri tre tornei Major. In Era Open, soltanto nove giocatori hanno conquistato il primo titolo Slam a Wimbledon (è successo 21 volte al Roland Garros, 12 allo US Open e 11 all’Australian Open). I nove privilegiati sono: Laver (68), Newcombe (70), Becker (85), Cash (87), Stich (91), Agassi (92), Krajicek (96), Ivanisevic (2001) e Federer (2003).