Quando Coric toglie le certezze su Federer (Clerici), Amélie, il tennis e la forza delle idee (Piccardi), Federer, giu dal trono. Djokovic, su il morale (Semeraro), Halle amara per Faderer Coric spezza il sogno (Crivelli)

Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

 

Quando Coric toglie le certezze su Federer

 

Gianni Clerici, la repubblica del 25.06.2018

 

Gianni Clerici 3 orna Coric ha appena battuto l’imbattibile Roger Federer e io mi domando come farò a giustificare quel che scrissi la scorsa settimana, come lo svizzero era più ingiocabile di sempre, e che mi sono dovuto tornei sull’erba battuta europea ai quali partecipava, aveva confermato la sua superiorità, e che non poteva non vincere Wimbledon. Come spesso accade, quando non sono un bordo campo, mi affido alla televisione del mio club, vieni fuori le opinioni dei vicini, vieni nei bar con il calcio. Accade però che, mentre i frequentatori dei bar sono raramente calciatori, quelli dei club sono quasi sempre tennisti, vieni Antonio, il primo a menzionarmi che nel suo albergo soggiornava un futuro campione chiamato Thiem. Se ne intende, dunque, Antonio l’albergatore, ed è un lettore della Repubblica, come ce ne sarà cento, o forse mille, che ho letto il mio errore pronostico su Federer, che ho ritenuto non più necessario allenarsi in gara, avendo già raggiunto la forma per Wimbledon. Invece il Federer di ieri, ad Halle, non meglio proprio battere il croato Coric, l’ultimo di una stirpe che, senza essere razzista, mi fa credere che le razze, nel tennis, esistono, così come credeva il mio Maestro Brera. Così oggi ho risposto ad Antonio: “Non è stato nel tuo albergo, Borna Coric?”. E, alla sua risposta negativa, riprendevo. “Forse dovevo scriverlo prima della finale di Halle, perché me ne ha parlato un nostro concittadino, Riccardo Piatti, uno che, nonostante fosse stato mio studente, è diventato un grande allenatore. seguendo le teorie della Montessori, giocava da quando aveva due anni. “Rocco va meglio a scuola che a tennis”, era stata la risposta. “Se tu vuoi vedere un ragazzo, il mio io sono occupato e mi occuperò, dai un’occhiata a un suo coetaneo, che si chiama Borna Coric, pronunziato Cioric. Diventerà come Franulovic, Pilic, Ancic per non parlare di Djokovic. sto occupando. È già stato nella mia Accademia, a Bordighera “. Coric non ha scritto letteralmente giocare Federer. Sul mio taccuino trovo un accenno a due set point mancati da Roger nel primo, e, per parlare di battuta, un 19 prime su 20 di Coric nel terzo … occhiata a un suo coetaneo, che si chiama Borna Coric, pronunziato a Cioric. Diventerà come Franulovic, Pilic, Ancic per non parlare di Djokovic. Io non sto occupando. È già stato nella mia Accademia, a Bordighera. “Il mio taccuino è un accenno a un set point mancati da Roger nel primo, e, per parlare di battuta, un 19 primo su 20 di Coric nel terzo … occhiata a un suo coetaneo, che si chiama Borna Coric, pronunziato a Cioric. Diventerà come Franulovic, Pilic, Ancic per non parlare di Djokovic. Io non sto occupando. È già stato nella mia Accademia, a Bordighera. “Il mio taccuino è un accenno a un set point mancati da Roger nel primo, e, per parlare di battuta, un 19 primo su 20 di Coric nel terzo …

 

Amélie, il tennis e la forza delle idee

 

Gaia Piccardi, il corriere della sera del 25.06.2018

 

Parigi, due settimane fa. Spalle larghe e mascolina volitiva, la T-shirt da uomo, i pantaloni a sigaretta e le scarpe a punta (da Giovanna d’Arco in poi tutte le pasionarie di Francia hanno semper adottato una loro corazza per sfidare i pregiudizi), una cena da Murat, brasserie di tendenza del 16esimo arrondissement, Amélie Mauresmo brindava occhi negli occhi con la compagna. Oggi abbiamo capito perché: con 13 voti a favore su 17, non un plebiscito ma quasi, il comitato esecutivo della Federtennis francese ha deciso di affidare dal 2019 la panchina di Coppa Davis all’enfant du pays che ha battuto tutti i record del tennis. Campionessa del mondo juniores nel 1996, prima transalpina numero uno del mondo nel 2004 (in totale, resterà seduta sul trono 39 settimane), regina di Wimbledon 2006 (stagione in cui ha conquistato anche l’ Australian Open) ottantuno anni dopo l’antenata Suzanne Lenglen e prima donna ad allenare un top-10 Madre A 19 anni disse: «Gioco bene come sono innamorata. Di una donna ». Oggi ha 2 figli uomo, quell’Andy Murray che tra il giugno 2014 e il giugno 2016 parla a tornare numero 2 del ranking. In una Coppa di Spagna, insomma, raccogliendo il testimone da quel personaggio enorme e assoluto che è Jannick Noah, era Amélie. «Orgogliosa e fiera: non vedo l’ora di mettermi al lavoro» ha twittato Mauresmo insieme a tre bandiere tricolori, dopo aver battuto la concorrenza di Michael Llodra e Fabrice Santoro, i due ex fanti al ruolo (insieme al ct della Nazionale di calcio e selezionatore del rugby) più ambito di Francia. Ora che sappiamo a quale era primizia consacrata la sontuosa bottiglia di champagne quella sera da Murat, resta da capire come interpretare il mestiere Amélie, cui è stata anche affidata la preparazione della squadra di tennis in vista dell’Olimpiade di Tokyo 2020, perché alla ragazza (38 anni) le sfide troppo semplici non sono mai piaciute. Siamo certi, però, che non si tratti né di una posizione di facciata né di un testamento spagnolo nel 2015 affidando maldestramente la panchina all’ex giocatrice di Gala Leon Garcia, destituita da una lettera firmata da 44 tennisti iberici (tra cui Rafa Nadal) che ne chiedevano la testa: «Il tennis della Davis è sport di spogliatoio e lo spogliatoio degli uomini non è un luogo per le donne». Amelie viaggia con il coraggio delle idee in valigia e con l ‘ approvazione di Noah nella tasca della tuta. «Se è amato, per quanto riguarda i poliziotti sessuali che hanno affrontato la decisione di Murray di avere un allenatore femminile. Oggi Amé ringrazia chi ha creduto in lei: «Senza la scelta di Andy, non sarei mai diventato capitano della Francia». È da vent’anni che a Saint-Germain-enLaye, sobborgo a ovest di Parigi, piace stupire. Nel gennaio 1999, un chi le chiede il segreto della finale dell’Australian Open raggiunta dal nulla eliminando il numero uno dell’epoca Lindsay Danevport, sensibile: «Vinco perché gioco bene. E gioco bene perché ho accettato la mia sessualità e sono innamorata. Di una donna ». Aveva 19 anni. In un mondo che non era ancora pronto a spalancare la porta senza giudicare chi l’attraversava, fioccarono i commenti sgradevoli. Uno su tutti, quello di Martina Hingis, l’avversaria che la sconfisse nel finale: «Quella tira forte come un uomo!». Dentro un’armatura di ferro che non prevede l’uso di make up né di tacco, mauresmo coltiva la sensibilità che il campo le permetteva di forgiare splendidi rovesci a una mano, sua arma impropria anche oggi. Ha sempre parlato poco e tono. Si è mossa per i tribunali • felpata, mai scontata. Due gravidanze un paio di anni hanno prodotto Aaron e Ayla, figli di due madri; la passione per i filari un robusto vino rosso che le somiglia, di *** fertoci quest’anno al Roland Garros Mauresmo coltiva la sensibilità che sul campo le permetteva di forgiare splendidi rovesci a una mano, sua arma impropria anche oggi. Ha sempre parlato poco e tono. Si è mossa per i tribunali • felpata, mai scontata. Due gravidanze un paio di anni hanno prodotto Aaron e Ayla, figli di due madri; la passione per i filari un robusto vino rosso che le somiglia, di *** fertoci quest’anno al Roland Garros Mauresmo coltiva la sensibilità che sul campo le permetteva di forgiare splendidi rovesci a una mano, sua arma impropria anche oggi. Ha sempre parlato poco e tono. Si è mossa per i tribunali • felpata, mai scontata. Due gravidanze un paio di anni hanno prodotto Aaron e Ayla, figli di due madri; la passione per i filari un robusto vino rosso che le somiglia, di *** fertoci quest’anno al Roland Garros

 

Federer, giu dal trono. Djokovic, su il morale

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 25.06.2018

 

Ad Halle, un opaco Roger cede un Coric Non perdeva sull’erba da 20 partite di Stefano Semeraro un piccolo guardavo Federer in tv con mamma, papà e mia sorella. Giocarci oggi, e addirittura batterlo, è davvero speciale: Nella finale dell’Atp 500 di Halle, Boma Coric è riuscito nell’impresa fallita sull’erba dagli ultimi venti avversari del Genio svizzero: uscita vincitore (in tre set: 7-6 3-6 6-2) dalla sfida contro l ‘ otto volte il campione dl Wimbledon. Federer non perdeva sul verde dal secondo di Stoccarda dello scorso anno contro Tommy Haas, e ad Halle, una delle sue “tane” preferite, puntava al successo numero 10. La sconfitta costa anche il numero 1 del mondo, che perla sesta volta nel corso di quest’anno cambia padrone, nelle mani di Rafa Nadal: è dallo scorso agosto che lo scettro è la faccenda privata dei due fenomeni. Alla vigilia dei campionati, che fra una settimana, nell’aria c’è però qualche novità. Federer, che viene dal titolo numero 98 in camera, sperava di fare 99 ad Halle per tentare la “centuria” proprio a Wunbledon, ma per tutta la settimana, pur vincendo, non è mai mai veramente convinto ….

MULTATO KYRGIOS Nick Kyrgios è stato multato di 17.500 $ per aver imitato una bottiglia d’acqua al torneo del Queen’s, a Londra, durante un cambio di campo nella semifinale contro Cillc. Niente Wimbledon per Tornas Berdych, n.19 al mondo, che salterà il termine Slam stagionale, al via II 2 luglio, per persistenti problemi alla schiena. rendo nervoso, falloso, non aggressivo come al solito. Già contro Paire al 2 ° turno aveva rischiato lo scivolone, ieri ha avuto la possibilità nel primo set – dovuto set point sul 6-4 del tie-break – ma non ha saputo sfruttare l’attimo, e dopo aver pareggiato il profilo nel secondo ha ceduto alla grande vena del 2lenne di Zagabria, allievo del nostro Riccardo Piatti con cui si allena nella accademia di Bordighera. «Ho provato molto bene per tutta la settimana, e questo mi ha tolto stress», 

 

Halle amara per Faderer Coric spezza il sogno

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 25.06.2018

 

Il Re è nudo. All’improvviso. Smette i vestiti della festa e si scopre senza la corazza da invincibile che per nove volte lo avevo protetto a Halle, uno dei tanti giardini di famiglia. Niente Decima per Federer sull’erba tedesca, una caduta che fa rumore per tradizione, storia e dimensione epica dello sconfitto, ma non sorprendente per la qualità di gioco stampata dal Divin Svizzero nell’ultima settimana, troppo alterna per garantirgli un’altra domenica da Ricordare. Non contro il Coric in versione extralusso della finale, decisamente mordace con i suoi 11 ace e incredibilmente più centrato e freddo nei momenti caldi del match, cioè la fine del primo set e la fase centrale del terzo: «Amo i grandi palcoscenici, sono stati I sette giorni più belli e importanti della mia carriera ». FIDUCIA Uno stop che per Roger arriva dopo 20 vittorie consecutive sui prati e stamattina, nell’eterna corsa tra i due fenomeni, restituirà di nuovo il numero uno della classifica a Rafael Nadal per appena 50 punti. Svanisce anche il sogno del Centenario, cioè la possibilità di conquistare il titolo numero 100 in carriera nel tempio sacro di Wimbledon, lo Slam prediletto in cui da lunedì prossimo si presenterà da campione in carica ma con ancora 98 tornei in bacheca, pur con l’ l’opportunità di diventare il più vincente di sempre sull’erba (è un 172 successi, dovuto in meno di Connors). Il fascino e il dolore di un uomo e di una donna è la verità dei traguardi venturi, anche senza perdere fiducia: «Complimenti a Borna, ha mostrato un livello più alto del mio. In queste settimane mi sono molto allenato poco, ora mi focalizzerò sulla preparazione per Londra. Se avessi vinto quel primo set, chissà: ma in ogni caso penso che tra Stoccarda e Halle la mia sia stata un’ottima corsa ». Però Coric, lo si conosce, è un cavallo di razza, come certificano la risposta aggressiva e la straordinaria difesa con cui annulla i due set point per Federer nel tie break, e poi la gestione del parziale decisivo: «E ‘un sogno che si avvera, un evento per me straordinario ». Nonché la vittoria più importante, è un successo da predestinato e fin qui segnata, è vero, dal successo a Marrakech dell’anno scorso, ma da un paio di stagioni grigie proprio nel momento della maturazione attesa. Il vecchio è 17 anni e non è più il previsto: «Troppe aspettative e troppi cambiamenti tecnici mi hanno nuociuto». Da novembre si è affidato a un mago Riccardo Piatti a Bordighera, che si è dato due anni per farne un giocatore da top ten. Intanto lo ha già portato al numero 21, la sua classifica da oggi, ovviamente miglior classifica e merito più consona al tatuaggio che il prossimo è stato fatto incidere sul bicipite destro: «Non c’è niente di meglio nella vita che è ordinari» . Benvenuto, campione dato è dovuto anni per farne un giocatore da top ten. Intanto lo ha già portato al numero 21, la sua classifica da oggi, ovviamente miglior classifica e merito più consona al tatuaggio che il prossimo è stato fatto incidere sul bicipite destro: «Non c’è niente di meglio nella vita che è ordinari» . Benvenuto, campione dato è dovuto anni per farne un giocatore da top ten. Intanto lo ha già portato al numero 21, la sua classifica da oggi, ovviamente miglior classifica e merito più consona al tatuaggio che il prossimo è stato fatto incidere sul bicipite destro: «Non c’è niente di meglio nella vita che è ordinari» . Benvenuto, campione