Binaghi (auto)celebra gli Internazionali. Sì, però…

Come ogni anno vado a raccontarvi per filo e per segno quanto è stato detto nella conferenza stampa di fine Internazionali d’Italia, insieme a una ricca serie di grafici qui irriproducibili ma testimonianze di progressi in vari settori dell’evento – fatturati, biglietteria, audience di Supertennis che avrebbe superato Eurosport (chissà se Eurosport si preoccuperà di replicare o meno, certo quando fa vedere il curling forse…). Ovviamente sono stati discorsi tutti celebrativi ed entusiasti, e anche un tantino prolissi. Chi non avesse la pazienza di sorbirsi tutta questa pappardella, ma fosse interessato eventualmente a leggere la mia domanda e la risposte del Presidente federale Angelo Binaghi, potrà scorrere fino in fondo quest’articolo e troverà quello che cerca.

Ecco a seguire i passaggi più importanti degli interventi di Binaghi, del Segretario Generale del CONI Carlo Mornati e del leggendario Nicola Pietrangeli:

Angelo Binaghi, presidente FIT: “Per noi gente di tennis gli Internazionali servono per scandire la vita di tutti i giorni, ci ricordano che è passato felicemente un altro anno. Sono orgoglioso di questa edizione. Da un punto di vista tecnico due grandi finali, nel maschile il campione uscente, miglior esponente della Next Gen, contro il campione dei campioni, che più di ogni altro ha vinto a Roma; nel maschile anche in questo caso la detentrice, contro la n.1 al mondo”.

“Il torneo per noi si divide in due parti: nella prima facciamo i tifosi, con tanti italiani in campo. Nella seconda ci godiamo uno degli spettacoli più belli al mondo. Entrambe quest’anno sono andate molto bene. Nella prima abbiamo avuto lampi da Sonego, Cecchinato, Baldi che confermano ciò che diciamo da anni, che il settore giovanile maschile è in ottima salute, e che si è prolungata grazie alle prestazioni di Fognini. Nel torneo femminile, per la FIT ci sono lavori in corso. Abbiamo la necessità di trovare al più presto un numero consistente di giocatrici che possa darci quelle prospettive che una grande federazione come la nostra deve poter avere in tutti i due settori nel tennis agonistico di alto livello. Abbiamo avuto forti emozioni da Robertina Vinci, che ci ha gratificato nello scegliere il Foro Italico per terminare una carriera staordinaria. Tra poco sarà al nostro fianco nella FIT per aiutarci ad accelerare il processo di crescita dei nostri migliori talenti del settore femminile”.

Abbiamo recuperato Giorgi, credo sia una buonissima notizia per gli appassionati. Con Errani crea una squadra competitiva nel World Group di Fed Cup, che può essere anche un’ottima incubatrice per coloro che verranno”.

“Le condizioni meteo, ma soprattutto le previsioni eccessivamente negative delle previsioni del tempo, hanno impedito di superare ancora una volta il record di biglietti venduti e i 12 milioni di euro di incasso. (sono stati 11.629011 per 203.758 spettatori Nota di UBS) Chi viene rischiando due giorni di pioggia per il ground è un eroe, bisognerebbe dargli una medaglia. Si tratta di una flessione del 3%. In compenso invece il torneo ha realizzato un incasso più del doppio del record per una partita del nostro campionato di calcio. Battuti invece tutti i record di fatturato e di utile, che ci consente di migliorare ciò che io chiamo il ranking del CONI. La percentuale di autofinanziamento del torneo è ben superiore al 90%“.

LE ALTRE VOCI

Carlo Mornati, Segretario Generale del CONI: “Edizione fantastica. La predisposizione del Foro Italico è prevalentemente tennistica, quasi tutte le altre federazioni ce lo invidiano. Tuttavia questo è un sito vincolato, anche in modo stringente, quindi c’è sempre la sovraintendenza da coinvolgere. L’anno prossimo avremo la nuova Next Gen Arena, una struttura sempre temporanea a cui forse daremo un nome e uno scopo diverso. In ogni caso il torneo è di alto livello internazionale ma è pur sempre in Italia, e noi abbiamo fame di successi di tennisti italiani”.

Pietrangeli: “Io sarei la parte più romantica delle cose… Nessuno dei presenti è entrato su questi campi prima di me. Nel 1952, Carlo Della Vida mi disse di venire a fare il giudice di linea per Italia-Egitto di Coppa Davis: i senatori erano cattivi, nel senso che era dura per un ragazzino pensare di poter sbagliare. Non ho sbagliato. L’anno dopo sono entrato da giocatore e ho perso contro un signore che a me sembrava molto anziano, avrà avuto in realtà trent’anni… Da lì in poi questo torneo l’ho sempre visto crescere. E non perché porta il mio nome, quel campo, ma più bello non c’è”.

“L’unica cosa che mi dà fastidio è che ogni anno è passato un anno. Io non lì conto più, come le vecchie signore. A Parigi portavano i quattro moschettieri non dico in barella, ma quasi. Ecco, io quello vorrei evitare. Borotra ha sempre detto: voglio morire sul campo da tennis. Ci ha provato un sacco di volte. Chi è stato al Roland Garros sa che c’è una piazza dedicata ai quattro moschettieri… ma io il campo già ce l’ho. Sono a posto”.

Angelo Binaghi, Nicola Pietrangeli, Steve Haggerty – Italia-Francia, Coppa Davis 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)

LE DOMANDE: PIAZZA DEL POPOLO E L’UPGRADE DEL TORNEO

Al termine degli interventi dei tre oratori, c’è stato uno spazio per le domande ai giornalisti, rivolte quasi tutte esclusivamente al Presidente Binaghi. Ecco le sue risposte:

“Già da due anni un intero settore della Next Gen Arena era aperta ai biglietti ground e dava priorità d’ingresso ai tesserati FIT. Dobbiamo promuoverla di più”.

Roberta Vinci… Ragionavo in questi giorni: non riesco a ricordarmi un episodio della sua carriera, dal punto di vista sportivo e comportamentale, che non sia stato del tutto perfetto. Giocatrice straordinaria, grande persona, siamo stati molto fortunati ad essere compagni di questo viaggio straordinario che Roberta, Sara, Francesca, Flavia hanno fatto fare al tennis italiano. Irripetibile. Credo che in questi casi si debba dire chapeau a una carriera del genere. Ho parlato con lei il giorno dopo il suo ultimo incontro. Robertina si è meritata un periodo di vacanza credo abbastanza lungo, e ho riscontrato ancora una volta quanta passione avesse. Sapevamo che questa scelta stava arrivando, noi della FIT, ed era un’occasione da non perdere. Avevamo pensato a molti scenari: comunica molto bene, è spigliata, intelligente, ha molto appeal e pensavamo potesse essere il volto di Supertennis. Invece ha scelto la via più scomoda, vuole continuare a vivere di tennis giocato e praticato, non più del suo ma di quello delle migliori ragazze. Ha scelto di lavorare nel nostro settore tecnico. Si è presa un periodo di pausa e di studio, deve capire lei e dobbiamo capire noi come può operare in quel settore e cosa comporta. Uno dei suoi primi maestri, Michelangelo Dell’Edera, si impegnerà anche lui nel nostro settore tecnico. Siamo felicissimi che avvenga, e credo che avvenga nel momento giusto”.

“C’è un ottimo incremento nell’ultimo biennio di prenotazioni dall’esterno ma sono ancora molto, molto basse rispetto a quello che noi vogliamo che sia, rispetto al valore internazionale dell’evento. Nella nuova riorganizzazione che abbiamo presentato ci sarà una sessione dedicata all’incoming, non solo per Internazionali e Next Gen ma anche per i centri estivi FIT”

“Federer… Certo, venisse Federer… Se fosse venuto cosa avremmo potuto fare? Alzare ancora il prezzo dei biglietti? Un grande campione. Certo, sarebbe stato un torneo ancora migliore, ma credo che gli Internazionali il problema Federer – che speriamo ci sia ancora nel tennis mondiale, anche se non sappiamo per quanto – i tornei di grande tradizione, come Wimbledon ma come anche il nostro, siano più forti anche del più grande campione di tutti i tempi”.

“Le sfide tra i giovani sono potenzialmente migliori anche del Nadal vs Djokovic visto ieri”.

Sono testardo: il tennis andrà a Piazza del Popolo. Qualcuno se ne farà una ragione. Nell’antichità Piazza del Popolo era utilizzata proprio per manifestazioni sportive, quindi non sarebbe la prima volta né nulla di inusuale, la restituiremmo a una delle sue destinazioni storiche”.

Per due volte pensavamo di aver raggiunto l’upgrade del torneo, a una categoria intermedia tra i Masters 1000 e gli Slam, e per due volte non è accaduto. Ma ogni anno le probabilità sono maggiori perché il successo di ogni edizione si somma a quello della precedente”.

Tetto del Centrale? Riguarda un asse immobiliare che in concessione alla CONI Servizi, noi c’entriamo poco. Il Presidente del CONI Giovanni Malagò è oltremodo sensibile, anche perché sarebbe un regalo a tanti altri sport, come pallacanestro e pallavolo. Ho grande fiducia”.

LA MIA DOMANDA E… PANATTA

Infine la risposta alla mia domanda, che naturalmente non sentirete mai echeggiare su Supertennis: nel momento stesso in cui la parola è stata data ai giornalisti, la diretta della conferenza stampa è stata immediatamente sospesa. Tanto quelle gradevoli e gradite si potevano montare dopo… A Roma fissano astutamente la conferenza stampa a mezzogiorno. Il presidente e gli altri parlano fino a poco prima dell’una, orario d’inizio della finale femminile, e quando si potrebbero porre domande non preconfezionate ecco che inevitabilmente la diretta va sul match.

Prologo alla mia domanda, ultima tra tutte, erano stati i miei sentiti complimenti ai miglioramenti apportati, da Coni Servizi e dal team federale, alla struttura del Foro Italico. E i complimenti anche ai progressi pian piano compiuti da Supertennis in 10 anni (non ho fatto cenno né al break even economico che non c’è mai stato neppure da vicino ed era stato assicurato nell’arco dei tre anni, né alle spese notevolissime e forse esagerate che comporta).

Avevo aggiunto però che riguardo alla situazione tecnica, senza tenniste all’orizzonte all’altezza delle precedenti e con il Centro Tecnico Federale di Tirrenia che in 14 anni non ha tirato fuori un solo top 100 (e figurarsi se un top 10, un top 20 o un top 30 o 50) mi sarei aspettato un minimo di autocritica al riguardo. Qualcosa sarà stato forse sbagliato, oppure no? Concludevo infine ricordando che ero a Fiuggi nel 2000, quando l’attuale presidente si candidò per la prima volta dicendo che al massimo lo avrebbe fatto per due mandati quadriennali e che volevo – e vorrei ancora – sapere se intenderà candidarsi per la sesta volta allo scadere del suo corrente mandato.

La risposta è stata: “Rino Tommasi era molto abile a produrre numeri. Io con i numeri vado d’accordo, li seguo. Premesso che siamo l’Italia, con tutti i limiti che ciò comporta, arrivare dodicesimi nel medagliere delle Olimpiadi Invernali o ottavi nei mondiali di nuoto in casa sono stati considerati ottimi risultati. Il livello del tennis in Italia è ampiamente superiore a quello della media di tutti gli altri sport in Italia”.

Ma soprattutto:

Ripresentarmi per un altro mandato? Ragioniamo giorno per giorno. Io non rappresento me stesso ma un gruppo di dirigenti. Pensavo in questi giorni: accidenti, quanto siamo stati bravi. Agli Internazionali abbiamo avuto grandi partner, ma se quando siamo arrivati, quando avevamo quarant’anni, non avessimo avuto il coraggio di cacciare un tuo amico, che come la Corte d’Appello di Milano ha stabilito ha percepito una somma di danaro illecito, gli Internazionali di tennis sarebbero molto diversi”.

Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, Campionati Internazionali BNL d’Italia 2016 – Foro Italico – Roma (foto di Monique Filippella)

Quel mio amico, come avete già capito, è Adriano Panatta, che con questo intervento la Federazione ha perlomeno smesso di ignorare (strano che non sia stato chiamato “l’amico di Malagò”, no?). Negli ultimi anni ha fatto spesso finta che non esistesse neppure, escludendolo dalla “walk of fame” del Foro Italico e dalla promozione del torneo in favore di atleti che, con tutto il rispetto, non hanno rappresentato ciò che Adriano ha rappresentato per lo sport in Italia e per l’Italia nello sport. Tale risposta è stata inoltre ripresa poi in un intervento che mi è stato assai riferito essere stato assai duro da parte del Direttore della Comunicazione Piero Valesio. Vorrei sentire il nastro integrale. Se le cose stessero come ho saputo, Valesio avrebbe fatto meglio a risparmiarselo. Ma da dipendente FIT ha voluto essere più realista del re, tradendo un tantino – a mio avviso – tutta una carriera vissuta da giornalista indipendente per Tuttosport.