Roma: la macchina Nadal è già ripartita. Con Djokovic al seguito
Soltanto un piccolo intoppo, una settimana prima dello scorso anno, e poi Rafael Nadal ha ricominciato a fare quello che sa fare meglio: stravincere. Il Foro Italico lo riaccoglie dandogli in pasto Damir Dzumhur, comunque un numero 31 del mondo, e lui lo sbrana come ha fatto con chiunque al di fuori di Thiem nelle ultime due primavere su terra.
Alla luce dei risultati dell’austriaco – sconfitto nettamente da Zverev a Madrid ed eliminato all’esordio da un Fognini persino più calmo di lui – il problema di chi sia l’anti-Nadal rimane, ingigantendosi ogni volta che supera un turno di un torneo importante come se si trattasse di una seduta di stretching. Il replay in slow motion di Dzumhur che allarga le braccia, nel classico gesto del “ma che devo fare?”, certifica ancora meglio del tabellone che dalla giornata di oggi non si può cavare nulla oltre il già detto e ripetuto (e qualche colpo da highlights, come il recupero di spalle su un passante lungolinea del bosniaco che sarebbe stato vincente contro chiunque altro).
Gli Internazionali sono l’unico evento su terra in cui Nadal ha raggiunto le quattro partecipazioni consecutive senza titolo. La normalità per chiunque altro, abbastanza da parlare di “torneo stregato” per uno con i suoi record, ma questo sembra l’anno giusto per interrompere la striscia negativa e tornare a dominare come nel decennio 2005-2014, quello dei sette titoli e delle nove finali complessive. Eliminato Thiem, il suo percorso prevede ora uno tra Haase e Shapovalov (probabilmente il secondo) e poi magari Fabio Fognini. Se tutto dovesse incastrarsi come il pubblico romano spera, il quarto di finale tra Fognini e Nadal sarebbe l’incontro clou dell’intera settimana.
L’anno scorso Fabio sconfisse Andy Murray trovando la sua prima vittoria contro un numero uno ATP, ma l’impresa quest’anno sembra enormemente più ardua. Intanto però bisogna pensare ad arrivarci, perché Rafa è l’ostacolo più grande ma, guardando troppo avanti, il rischio è quello già citato di inciampare in quelli più piccoli come Peter Gojowczyk, prossimo avversario del ligure. Rischio che per il maiorchino non sembra esistere, almeno adesso che per surfare turno dopo turno sul mattone tritato basta il 50% del suo potenziale massimo. C’è da vedere se sarà pronto a svegliare la rimanente metà all’occorrenza, quando gli si opporrà un avversario con una soluzione fastidiosa e il coraggio per usarla.
Contro Thiem a Madrid non ci è riuscito del tutto, perdendo però giusto una manciata di punti e regalandosi qualche giorno di respiro (anche se l’ipotesi che Nadal possa perdere apposta è evidentemente l’idea bacata di chi non conosce la sua ossessione per la vittoria). Un conto però è estrarre la spada dalla roccia, tutt’altro è riuscire a brandirla.
in aggiornamento
Risultati:
A. Ramos-Viñolas b. [8] J. Isner 6-7(5) 7-6(2) 7-6(5)
F. Fognini b. [6] D. Thiem 6-4 1-6 6-3
[1] R. Nadal b. D. Dzumhur 6-1 6-0
[10] P. Carreno Busta b. S. Johnson 6-4 2-6 6-4
[11] N. Djokovic b. [Q] N. Basilashvili 6-4 6-2
[3] G. Dimitrov vs K. Nishikori
[4] M. Cilic vs R. Harrison 6-6 sosp.
[7] K. Anderson vs A. Bedene
[14] D. Schwartzman vs B. Paire
[5] J.M. del Potro vs [Q] S. Tsitsipas
D. Shapovalov vs R. Haase
[16] L. Pouille vs K. Edmund
[2] A. Zverev vs [WC] M. Berrettini