Roma: Sharapova di forza per scacciare i fantasmi

Una tigre in gabbia, relegata nella NextGen Arena, abituata di solito a calcare le scene del campo centrale oppure, come è accaduto stamattina, a scambiare con Nadal come fosse il campo del circolo di casa.
Un’arena semivuota (complice lo slittamento dei match causa maltempo) non tange Sharapova, che fa sentire le sue urla fino al Pietrangeli. I pochi spettatori sono tutti per Maria, alcuni sventolano la bandiera russa, altri non si risparmiano commenti sulla sua eleganza, altri ancora ironizzano sugli urli di cui sopra. Incitazioni o critiche che siano, a Maria non importa: a testa alta, prosegue il match, che si trasforma in un monologo dell’ex numero uno del mondo (oggi 40). Sharapova esulta, si incita con continui “come on”, commette errori non degni del peso gravoso dei suoi precedenti successi, insomma, Ashleigh Barty potrebbe anche non essere in campo e nessuno se ne accorgerebbe. Eppure c’è, silenziosamente costringe Sharapova a mostrare tutto il suo repertorio, il frutto è un 7-5 nel primo set a favore della siberiana. Nonostante i quarti a Madrid, che sanno di ripresa, Maria è ancora lontana dalla sua forma migliore: troppo lenta negli spostamenti, eccessivamente fallosa e una palla non più pesante come una volta. Tanto basta per far pareggiare i conti ad una Barty decisamente più concreta nel secondo parziale di gioco, svoltato con il break al sesto game e finito 6-3.
Si accendono i fari e, nonostante il fresco poco gradevole al calar del sole, gli spettatori, muniti di felpe e impermeabili, rimangono incollati sugli spalti, schierandosi apertamente a favore della russa: “Let’s go Masha let’s go”. Maria, con fare altezzoso, quasi disdegna l’appoggio del pubblico, non rivolge lo sguardo neanche al suo coach ritrovato Thomas Högstedt, il quale la incita seduto dietro le fioriere che costeggiano il terreno di gioco.Dopo un set di appannamento, Maria inanella 3 game di fila. L’orgoglio della tigre, che da sempre la contraddistingue, viene fuori sul finale: bordate di dritto a braccio sciolto (questa volta è la risposta a fare la differenza con il 42% dei punti vinti contro il 23% di Barty) consente a Maria di uscire da una partita più contro se stessa che contro l’avversaria con un netto 6-2. Questa vittoria cancella i fantasmi dell’anno scorso quando fu costretta al ritiro durante il secondo turno contro Lucic-Baroni per un infortunio, che la costrinse a rientrare dopo Wimbledon, a Stanford.

 

Risultati:

Primo turno

T. Babos b. [WC] S. Errani 6-3 7-6(6)
M. Sharapova b. [16] A. Barty 7-5 3-6 6-2
[Q] S. W. Hsieh b. [LL] A. Sabalenka 6-2 6-4
M. Sakkari b. K. Bertens 6-2 4-6 6-3
[11] A. Kerber b. [LL] Z. Diyas 6-2 7-6(6)
I.C. Begu b. S. Peng 4-6 6-4 6-1
[14] D. Kasatkina b. [Q] A. Tomljanovic 6-0 6-4
[Q] D. Collins b. S. Cirstea 6-3 4-6 6-4
E. Vesnina b. L. Siegemund 7-6(5) 6-2
S. Kuznetsova b. [Q] P. Hercog 6-2 6-4
[15] A. Sevastova vs K. Mladenovic

Secondo turno

[4] E. Svitolina vs P. Martic
[5] J. Ostapenko vs S. Zhang