Esclusiva Telegraph: Kafelnikov costretto al ritiro per un presunto match truccato
Il ritiro dell’ex numero 1 del mondo Yevgeny Kafelnikov aveva destato sempre molti dubbi. Il russo infatti, abbandonò le competizioni a 29 anni e nonostante stesse passando un periodo complicato della carriera, il tempo per tornare ai suoi livelli migliori sembrava ancora poterci essere. Invece nel 2003 poche settimane dopo il deludente match contro Fernando Vicente nel torneo Indoor di Lione, arrivò il ritiro. L’incontro con lo spagnolo è stato sempre al centro di numerose polemiche vista la mole di puntate a favore di Vicente (numero 68 del mondo a quei tempi), che infatti vinse senza problemi per 6-3 6-2 nonostante si giocasse su una superficie congeniale per il gioco di Kafelnikov. Fino a poco tempo fa si potevano solamente fare supposizioni ed il fatto per esempio che un giocatore come Kafelnikov non fosse stato inserito nella Hall of Fame di Newport avvalorava la tesi di chi credeva nella colpevolezza del giocatore russo.
La scorsa settimana la Indipendent Review Panel (istituita dagli organi di governo per indagare sulla corruzione nello sport) aveva pubblicato un report dove dichiarava che non ci fossero prove che testimoniassero insabbiamenti interni della Tennis Integrity Unit; tuttavia nello stesso report si faceva menzione di un giocatore nominato “Player B” che proprio nel 2003 si ritirò per evitare eventuali sanzioni. Il giornalista di Telegraph Simon Briggs è riuscito a visionare documenti interni dell’ATP in cui si faceva menzione proprio a Evgenij Kafelnikov, ossia quel misterioso “Player B” che fu costretto al ritiro.
Andando nello specifico di quel match del 2003, secondo la tesi investigativa molte scommesse sulla vittoria di Fernando Vicente arrivarono da Michael Commandeur, uno dei soci in affari di Kafelnikov. Tuttavia nonostante Commandeur rivelò poi di aver effettivamente scommesso sulla vittoria dello spagnolo all’insaputa del russo, in quel periodo il codice dell’ATP vietava le scommesse soltanto a coach, giocatori e familiari degli stessi. L’unica maniera in cui l’ATP avrebbe potuto sanzionare il russo, sarebbe stata quella di una multa e una sospensione per scarso impegno; da quanto è trapelato, pare proprio che l’ATP avesse preparato una lettera in cui si comunicava al giocatore la sospensione di 3 anni e una sanzione di 100.000 euro. Tuttavia dopo poco tempo la lettera fu accantonata e se è vero quanto emerge dall’indagine del Telegraph, appare abbastanza intuitivo che il giusto compromesso potrebbe essere stato il ritiro volontario dell’ex numero 1 del mondo.