Francavilla: Pellegrino e Quinzi gioventù (non) bruciata, Felix acerbo
Gli Internazionali di tennis d’Abruzzo, giunti alla seconda edizione, hanno apportato tante migliorie sul piano organizzativo rispetto all’anno passato, e anche se sugli spalti non ci si ciba ancora di caviale e champagne come a Montecarlo, la sfilza di ‘fornacelle’ per i caratteristici arrosticini, presente all’ingresso, fa subito capire in che regione ci troviamo. I nomi che destano interesse sono parecchi, comprasi alcuni ex top 100, ed è proprio la sfida tra due di essi che attira la maggior parte del pubblico nella giornata di martedì. Il servizio non è bastato al redivivo Rosol, al quarto torneo dell’anno dopo lo stop per infortunio, che è stato battuto in rimonta dall’argentino Renzo Olivo. Ha deluso ancora di più la testa di serie n. 1 Bemelmans, uscito senza brillare contro il connazionale Coppejans il quale, dopo Barletta, continua la sua tournée italiana in compagnia della ragazza e magari ha in mente proprio un salto alla città eterna per porle la fatidica domanda.
Non sono mancati i momenti di tensione durante i quali, a tratti, il pubblico italiano ha mostrato segnali di insubordinazione e indisciplina, ma vi possiamo assicurare, erano del tutto giustificati. A causare una piccola bagarre portata avanti per un paio di giorni è stato nientepopodimeno che Elliot Benchetrit, francese n. 354 del mondo. Forse è stata proprio la sua nazionalità a incentivare l’astio nei suoi confronti. Tutto è iniziato nell’ultimo turno di qualificazioni dove Benchetrit, opposto a Kuzmanov, ha iniziato a cogliere ogni scusa per lamentarsi con l’arbitro, non ultima quella secondo cui gli spettatori si erano accaniti nei suoi confronti, applaudendone gli errori. Gli spettatori, sentendosi tirati in ballo, hanno iniziato a supportare il bulgaro; il francese, trovandosi a pochi metri da loro, ha mimato il gesto di scagliargli contro una pallina, scatenando veementi reazioni.
Dopo la sconfitta contro Kuzmanov il caso ha voluto che Benchetrit venisse ripescato come lucky loser, e si ripresentasse al circolo il giorno seguente, con il prevedibile carico di sguardi minacciosi nei suoi confronti. A chiudere questo lungo alterco è stato Andrea Pellegrino, n. 328 del mondo, che lo ha battuto in tre set dopo un match seguitissimo e carico di tensione, che ha regalato al tennista di Bisceglie il suo piccolo momento di gloria. L’euforia si è protratta fino alla giornata di giovedì: al secondo turno infatti l’italiano ha sfoggiato una serie incredibile di palle corte che gli hanno consentito di battere in tre set Viktor Galovic, 181 del mondo. Niente male per un ragazzo che non ha ancora assaggiato la top 300, e che di recente ha cominciato a lavorare anche con Filippo Volandri.
Il bilancio delle tre giovani (ma non troppo) wild card italiane è positivo: tra Quinzi, 22 anni, Pellegrino, 21 e Moroni, 20, solo quest’ultimo è uscito sconfitto al primo turno per mano del cagnaccio argentino Collarini. Di Pellegrino abbiamo già parlato, mentre di Quinzi va sottolineato il modo in cui ha gestito i momenti chiave delle sue due vittorie. È parso sempre in controllo della situazione e mentalmente non è mai uscito fuori dal match; fisicamente lui stesso ci ha assicurato di essere al meglio e giocando così ha onorato al massimo l’opportunità offertagli dagli organizzatori del Challenger di Francavilla. Con i successi contro il belga De Loore (25 ani, n. 319) e l’italiano Vanni (32 anni, n. 321), Gianluigi si è guadagnato la sfida agli ottavi proprio contro Pellegrino. Quest’ultimo giocherà un altro derby dopo quello disputato – e perso – a Barletta contro Moroni, due settimane fa.
Il caldo quasi estivo e le alte temperature rendono il compito dei giovani raccattapalle ancora più arduo, ma come spesso accade, il nemico più grande è la noia. Tuttavia l’energia ritorna in un istante al termine del match perché parte la caccia all’autografo o, premio ancor più ambito, al polsino. C’è chi si ingegna preparandosi la frase giusta da pronunciare in inglese, cercando prima su Google Translate, e chi invece punta sulla quantità, salvo poi ritrovarsi un cappellino coperto di autografi senza poter ricordare chi li abbia firmati. Il più ricercato ovviamente è il 17enne Auger Aliassime che non ha deluso al match di esordio… ma lo ha fatto in quello seguente dove ha preso una bella lezione sul piano mentale da Casper Ruud, che lo ha battuto con tanto di 6-0 finale. Il 19enne norvegese si inserisce ora tra i favoriti del torneo, e forse il fatto di non aver più tanti riflettori puntati contro – anche in virtù dei suoi recenti risultati non brillantissimi – può averlo agevolato togliendogli di dosso parecchia (indesiderata) pressione.
Programmati per venerdì i quarti di finale. Si è detto del derby tra Quinzi e Pellegrini, ma ci saranno altri due azzurri impegnati: Filippo Baldi contro il francese Hoang e Matteo Donati proprio contro Ruud. Nella speranza che Francavilla, a differenza di Barletta, possa quest’anno tingersi d’azzurro.