Pagelle: il bidone nel cuore di Sandgren e tutte le strade che portano a Roma

È iniziata la stagione della terra rossa, quella del “mattone tritato” come dicono quelli bravi, ma non se la prenderanno i monegaschi se la nostra attenzione è già rivolta al Quinto Slamme.
In settimana infatti sono stati presentati in pompa magna gli imminenti Internazionali d’Italia. Grandi novità in programma, promesse di tetti retrattili a go-go e tutto pronto per le Pre-quali.

Con un dubbio che ci attanaglia: se hai la classifica per accedere al tabellone delle quali, fai le quali o le prequali? Perché se vinci le prequali hai una wild card per il main draw e ti eviti le quali e se anche perdi in finale delle prequali hai una wild card per le quali. Mentre se fai direttamente le quali, se perdi vai a casa. Insomma quali e prequali non sono proprio tali e quali. Sembra uno scioglilingua ma questo regolamento l’hanno studiato per anni e ed anni fior fior di professionisti.

A proposito di Prequali, come saprete parte di esse si giocheranno in un campo allestito per l’occasione nientepopodimenoche in piazza del Popolo. Il Codacons non l’ha presa bene, minacciando cause e denunce. In effetti, considerando chi vincerà il torneo avrebbe avuto più senso giocare in Piazza di Spagna.
L’ Atp e la Wta si sono dette comunque preoccupate nel caso in cui anche i tabelloni principali dovessero giocarsi per le strade della città: “Va bene che si chiama Foro italico ma con tutte quelle buche…”. Stizzita la replica del sindaco Raggi, sempre sul pezzo quando si parla di sport: “Non capisco tutte queste polemiche, gli Internazionali sono la manifestazione golfistica più importante nel nostro paese e credo che la nostra città offra le migliori condizioni possibili”.

Tennys Sandrgren (2) ha propio un bidone della spazzatura al posto del cuore: come si fa a battere in due tiebreak Ivo Karlovic (7) e impedirgli di raggiungere la finale ad Houston a trentanove anni? Ah, da quelle parti c’era pure Nick Kyrgios (5) che ha fatto divertire il pubblico, si è mezzo infortunato al gomito ed è riuscito a farsi brekkare tre volte sulla terra dalla temibile risposta di Ivone.

Philippe Kholschreiber (4) invece non ha proprio la faccia di quello che fischierebbe un rigore al ’93 espellendo un quarantenne che ti insulta. Lui ha proprio un cuore ecologico e puro e dopo aver regalato l’emozione di fine carriera a Ferrer è riuscito a offrire un pomeriggio di gloria al re dei futures e 617 del mondo Ouahab (7).

Mentre Camila Giorgi (6,5) ha ridato segni di vita, la non-novità della settimana è sicuramente il prevedibile ritorno del figliol prodigo Novak Djokovic tra le braccia misericordiose di Vajda: l’aria (ma soprattutto la terra) di Montecarlo ci dirà se si tratta della tanto attesa svolta o della più classica delle mosse della disperazione…