Houston, avanti America: Isner e Sock facile, rimonta Fritz
La terra statunitense porta ai quarti ben cinque tennisti di casa: uno sarà sicuramente in finale, considerando le due sfide tutte a stelle e strisce nella parte alta del tabellone.
THE KING OF MIAMI – Partiamo con lui per onorare il suo primo Masters 1000 vinto alla grande pochi giorni fa. Quell’anima lunga di John Isner ha sempre avuto un’idea ben chiara di ciò che doveva fare su un campo da tennis per vincere. D’ora in poi sarà interessante vedere dove arriverà unendo alle sue note armi il pieno di fiducia conquistato a Miami. Per il momento tutto bene, nel primo incontro della serata Isner (9 ATP, tds 1) dispone agilmente dello svizzero Henri Laaskonen (143 ATP), già battuto con qualche patema lo scorso anno in Davis. Niente di tutto questo nell’incontro in questione, veramente poco da dire. Long John è in forma smagliante e rimane in campo poco più di un’ora per sbrigare la pratica con la tattica consueta. Impegno in risposta fino al break, poi dominio scoraggiante dei propri turni di battuta. Nel secondo set tutto ancor più facile.
JACK BACK? – A chiudere giornata ci ha poi pensato Jack Sock che, statene certi, sta facendo più di un pensierino a bissare il suo titolo conquistato qui nel 2015. Sarebbe un buon modo per cominciare a sollevare le sorti di una stagione partita un po’ così. Per aspera ad astra, del resto. E se il detto è vero, il modo col quale Jack fa fuori un cagnaccio da terra rossa come Horacio Zeballos è di ottimo auspicio per lui. Pesantezza di palla e pochi errori gli consentono di non farsi irretire in lunghi scambi, riesce sempre a trovare soluzioni rapide ed efficaci mentre il servizio, con prima e seconda palla, è una sentenza. Tre punti persi in cinque turni nel primo set e break immediato nel secondo. La partita finisce in quel momento.
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— Tennis TV (@TennisTV) April 13, 2018
STELLE CONTRO STRISCE – Se la serata era riservata a due dei favoriti, il pomeriggio aveva invece proposto due sfide in famiglia dal sapore intrigante, perché in entrambi i casi opponevano un Next Gen ad avversari già affermati. Risse fra le mura di casa, insomma. Nella prima di queste il detentore Steve Johnson (51 ATP) ha respinto con senza particolari difficoltà l’assalto di Frances Tiafoe (58 ATP). Nel primo set il giovanotto si mette nei guai subito perdendo la battuta nel secondo gioco. Sul 40-30 gioca una smorzata suicida, poi mette fuori una facile volée e un drittaccio da fondo. Basta questo a Johnson per mettere in carniere il parziale. Poco meglio nel secondo, quando recupera subito il servizio perso in apertura ma se lo fa strappare di nuovo subito dopo, Johnson da lì in poi annulla una palla break nel sesto gioco con un ace e un’altra nel game finale grazie a un altro dritto largo. Avrebbe potuto chiudere poco prima in risposta ma in un ultimo sussulto Frances annulla i due match point concessi.
Nell’incontro seguente è toccato a Taylor Fritz (72 ATP) vendicare il quasi coetaneo battendo a sorpresa il più accreditato, e ultimamente discusso, Ryan Harrison (54 ATP, tds 7), al termine di un incontro stavolta combattuto. Primo set Harrison, che sfrutta un break nel chilometrico sesto gioco per poi chiudere in battuta dove non concede mai lo straccio di un’occasione. Con queste premesse è sorprendente il secondo parziale, in cui Fritz risorge di prepotenza e piazza un 6-0 che annichilisce l’avversario togliendogli certezze. Harrison riesce per un attimo a mettere la testa fuori quando risale da 0-3 a 3-3 ma all’ottavo gioco cede ancora la battuta ai vantaggi. Dal 40-30 in suo favore commette due errori col dritto prima che un doppio fallo decida di fatto l’incontro. Quarti di parte alta che vedranno quindi opposti Isner a Johnson (4-4 i precedenti) e Sock a Fritz (2-0).
Risultati:
[6] S. Johnson b. F. Tiafoe 6-3 6-4
T. Fritz b. [7] R. Harrison 3-6 6-0 6-3
[1] J. Isner b. H. Laaskonen 6-4 6-2
[3] J. Sock b. H. Zeballos 6-4 6-4