Indian Wells: Anderson e del Potro avanzano in tre set

B. Coric b. T. Fritz 6-2 6-7(6) 6-4 (Lorenzo Fattorini)

La sfida tra i due più giovani giocatori rimasti nel circuito viene vinta dal croato Borna Coric, che riesce ad avere la meglio di un volenteroso ma altalenante Taylor Fritz in due set, 6-2 6-7(6) 6-4 in un match condizionato dal forte vento e da un rendimento insufficiente di Fritz con servizio e dritto.

Il primo set è un monologo di Coric. I suoi colpi profondi e ficcanti, specialmente il rovescio lungo linea, mettono in grande difficoltà l’avversario, incapace di dare continuità al suo gioco costellato da errori e da un servizio carente (35% di prime). E’ il suo colpo, il dritto, a tradirlo: sono 4 errori con quel fondamentale a portare il croato al doppio break sul 5-1. Una volta archiviato per 6-2 il primo set, finalmente inizia una partita combattuta. Fritz aumenta le percentuali di servizio, riesce ad essere più aggressivo col suo colpo preferito e sul 4-3 riesce a rompere l’equilibrio. Alla prima occasione, con uno splendido dritto incrociato riesce a strappare il break e a servire per il set. Borna però dimostra tutta la sua forza mentale, contro-brekkando immediatamente nonostante un’interruzione del gioco sulla palla break per una bottiglia in campo. Il livello del gioco si alza e si arriva al tie-break: Coric si invola 4-0, ma è Fritz a vincerlo grazie ad uno splendido dritto lungolinea per annullare il match point croato e all’errore di Coric sulla voleè di rovescio.

Inizia così il terzo set, ricco di errori da entrambe le parti e caratterizzato da un andamento molto altalenante. Il calo di Coric si prolunga, portando Fritz sul 2-0, ma un game nuovamente condito da 3 dritti sbagliati dell’americano consente al croato di tornare in parità. La partita avanza fino al 4-4, tra colpi vincenti (pochi) ed errori (molti) da ambo le parti, quando sul servizio di Borna, Taylor si porta sullo 0-30. Non sfrutta però il momento favorevole e Borna non solo riesce a vincere il game, ma riesce per ottenere altri 3 match point sul servizio avversario grazie ad un bellissimo rovescio lungo linea e ad un lob perfetto.

Il doppio fallo di Fritz mette fine alla contesa dopo 2 ore e 11 minuti. Coric accede ai quarti e ottiene 180 punti ATP, puntando a rientrare in top 45.

[31] P. Kohlschreiber b. P.H. Herbert 6-4 7-6(1) (Laura Guidobaldi)

Dopo aver estromesso a sorpresa la testa di serie n. 2 Marin Cilic, Philip Kohlschreiber continua la sua corsa sui campi di Indian Wells. L’ex n. 16 del mondo ha la meglio sul doppista Pierre-Hugues Herbert. Il francese, poco avvezzo al singolare, rivela progressi significativi anche se insufficienti ad impensierire il tedesco. Nonostante il vento fastidioso, l’esperto Philip non si scompone e accede ai quarti del Masters 1000 californiano, risultato che non otteneva dall’Open del Canada del 2010. Grande esperto nella disciplina del doppio, il francesino – classe 1991 e attualmente n. 93 del ranking ATP – vanta la 2a posizione nella classifica del doppio insieme all’amico e connazionale Nicolas Mahut con il quale ha trionfato in ben due slam (US Open 2015 e Wimbledon 2016) così come in sei Masters1000, tra cui anche a Indian Wells (2016).

Nel primo set, Herbert tiene testa al tedesco che, pur chiudendo il parziale per 6-4, deve far fronte ad un ultimo game combattuto in cui si trova a fronteggiare tre palle break sul 5-4. Alla fine è Kohlschreiber ad intascare il set, giocato praticamente alla pari poiché entrambi conquistano 29 punti e nel quale Pierre-Hugues sfoggia le sue raffinate soluzioni da doppista. Il 34enne di Augsbourg, ex n. 16 del mondo, non vuole tuttavia dare respiro all’avversario e, in apertura di secondo set, gli infligge un pericoloso break. Continua a mantenere il vantaggio per poi permettere a Herbert di riaprire la frazione poiché il transalpino pareggia sul 5-5, mettendo a segno il suo primo break del match per portarsi poi sul 6-5.

È tie-break. Il tennista teutonico ritrova immediatamente la lucidità che sembrava sul punto di perdere dopo l’attimo di défaillance nel decimo gioco e prende rapidamente il largo sul 5-1, anche grazie a molte esitazioni e imprecisioni da parte del francese. Ora ci sono ben cinque matchpoint tutti tedeschi. Il primo è quello buono e, in 1 ora e 29 minuti, Philip Kohlschreiber torna ai quarti di un torneo 1000 dopo quasi otto anni.

[7] Anderson b.  [11] P. Carreno Busta [11]  4-6   6-3   7-6(6) (Matteo Marinucci)

Nel terzo match sullo “Stadium 2” il numero 7 del seeding Kevin Anderson [9 ATP] vince la resistenza del numero 11 Pablo Carreno Busta [14 ATP] al tie-break del terzo set per 4-6  6-3  7-6(6). Il sudafricano guidava 3 a 0 negli scontri diretti, tra cui “spicca” il confronto più recente nella semifinale dell’ultimo US Open e, forte anche di un ottimo stato di forma, parte con tutti i favori del pronostico.

E’ proprio il 31enne di Johannesburg ad uscire meglio dai blocchi, chirurgico al servizio e molto aggressivo da fondo; lo spagnolo soffre la potenza del suo avversario e concede una palla break, ma Anderson sbaglia due volée consecutive al termine di due punti dominati e l’occasione sfuma. Il sudafricano sta facendo la partita e ha un’altra occasione per strappare il servizio all’avversario sul 4-3 in suo favore, ma qualche errore di troppo e l’ottima difesa dello spagnolo vanificano il tentativo di break. Nel game successivo la svolta inaspettata: Carreno vince i suoi primi punti in risposta (16 punti a 0 “on serve” fino a questo momento per Anderson) e ottiene 3 palle break non consecutive, tutte ai vantaggi (una con un nastro che “spegne” la palla sotto rete). La terza è quella buona: Anderson subisce il primo break del torneo (era l’unico rimasto in tabellone senza aver perso la battuta) e Busta chiude il set per 6-4, un set in cui ha sofferto, ma che è riuscito a portare a casa giocando bene tutti i punti importanti.  Il secondo set si apre sulla falsa riga del primo.

Il sudafricano, impeccabile al servizio, continua a spingere con i colpi a rimbalzo e torna  subito a palla break. Carreno si salva ancora, ma deve cedere due turni di battuta più tardi, e va sotto 2-4. Anderson continua il suo gioco e chiude 6-3 senza ulteriori sussulti. Il parziale decisivo si sviluppa nel più totale equilibrio. Il sudafricano ha perso un po’ di intensità ed entrambi i giocatori mantengono i propri turni di servizio senza rischiare niente fino al tie-break, che ripercorre l’andamento generale del match: Anderson spinge fin da subito, tira vincenti, commette qualche errore, rischia, mentre lo spagnolo si difende e allunga gli scambi. Alla fine viene premiato il coraggio e il gioco più propositivo del primo, che conferma l’ottimo trend di questo 2018, in cui ha raggiunto 3 finali (una vinta a New York, più le sconfitte a Pune e ad Acapulco due settimane fa con Del Potro). Ai quarti se la vedrà con Borna Coric [49 ATP], uscito vincitore in 3 set nello scontro tra giovani con Taylor Fritz.

S. Querrey [18]  b F. Lopez 6-3 6-4 [28] (Michele Pascolini)

Il terzo incontro consecutivo con tennisti americani ad Indian Wells 2018 risulta fatale a Feliciano Lopez, apparso svuotato contro Sam Querrey.

Se pure i due sono arrivati lungo un cammino sorprendentemente simile – 31 ace a testa nelle due precedenti partite e due soli game in più giocati dall’americano – quando un uomo col fucile scarico incontra un uomo col fucile, quello col fucile scarico è un uomo morto: saranno 14 contro 4 gli ace a favore del gigante californiano, e ben 16 gli errori di dritto di Lopez nella partita.

Evidentemente Querrey si ricordava il primo turno in Australia, dove aveva vinto facilmente, perché decide di impostare la sua partita sul dritto mancino dello spagnolo che lo ripaga con poca incisività e molti errori di misura. Sembra che i polpacci più belli del circuito non si siano adeguatamente riscaldati, visto che Lopez non spinge, non mette la prima e la sua aria di artista di Montmartre appare sempre più esistenzialista mentre concede due palle break ed il vantaggio all’avversario.

Per fortuna degli spettatori, il rovescio di Feliciano appare un po’ indigesto a Querrey, soprattutto perché lo slice lo costringe a scendere troppo col corpo e col dritto perde di potenza e controllo, tanto da restituire il break. Queste saranno però le uniche esitazioni di Querrey sulla sua battuta, perché poi si scalderà il braccio e diverrà ingiocabile. Dei suoi turni di servizio non parleremo dunque più: il settimo gioco dura appena 40 secondi.

Nel turno successivo, Lopez va sotto 0-40 quando attacca con un dritto esterno troppo lento che pare fatto apposta per concedere a  Querrey uno spettacolare passante lungolinea: secondo break e in un amen finisce il primo set.

Nel secondo set segue cambia appena un po’ il copione perché permane l’inefficacia del dritto spagnolo contro il topspin di Querrey, cui si aggiunge la scelta suicida di ricorrere alle palle corte: ne proverà diverse Lopez, ma non sono quelle con cui Federer ha incantato Krajinovic, perché finiscono in rete o sono facili prede del dritto nemico.

Poteva essere il gioco del 2-2 quello decisivo, durato quasi 10 minuti, quando Sam guadagna una palla break dopo uno scambio infinito, e poi una seconda, ma Lopez si salva ricordandosi del suo talento per il gioco sull’erba.

Giusto menzionare il punto in cui sul 3-3 0-15 Feliciano Lopez recupera un pallonetto e tira un passante di rovescio lungolinea in torsione: sarà uno dei punti del torneo.

Sul 4-4 lo spagnolo attacca di nuovo con un dritto troppo poco spinto, e Querrey lo infila con un pregevole passante incrociato per ottenere la palla break fatidica ed inesorabile: qui una velleitaria e svuotata palla corta viene punita da un agevole dritto in lungolinea dell’americano.

Querrey, in tutta serenità prematrimoniale, piazza subito 3 ace filati per salire a matchpoint, e chiude la partita alla terza occasione in un’ora e sei minuti. Incontrerà ora Raonic per estendere i suoi ottimi risultati sul cemento americano.

[6] J.M. del Potro vs L. Mayer 3-6 7-6(2) 6-3 (Antonio Ciocci)
Per chi ritiene che quello zero nella casella Masters 1000 sia un pugno in un occhio. Per chi è convinto che Achille, senza Ettore, diventi, con rispetto parlando, un wrestler qualsiasi. Per i suoi innumerevoli fan, per sé stesso. Comunque la si pensi, ognuno può attribuire il proprio significato al torneo di Juan Martin del Potro. Certo è che ben pochi tifavano quest’oggi per il suo rivale, il connazionale Leonardo Mayer, la più classica delle vittime sacrificali capitata per sbaglio in un disegno più grande. La nuova stagione di Cercasi rivale disperatamente non sta, infatti, riscuotendo molta popolarità. Escludendo, chiaramente, gli iscritti al partito della canonizzazione del 36enne svizzero, tornato despota come e forse più di un decennio fa. Il campione di Tandil ha tutte le carte per ricoprire il ruolo di antagonista di Federer, come dimostrato nell’ultimo trimestre del 2017.
Non a caso, è tornato in top ten dopo tre anni. E, recentemente, alla vittoria in un 500 ad Acapulco, 4 anni dopo l’ultimo successo a Basilea, proprio contro lo svizzero.
Oggi, comunque, i sogni di gloria di del Potro dovevano confrontarsi con l’agonismo del connazionale. Che parte molto centrato, facendo capire che non si farà da parte tanto facilmente. Chi serve concede le briciole per i primi 7 giochi. Poi, l’argentino più famoso si imbatte nella tigna del rivale, che non gli consente di sfondare con il primo tracciante. Arrivano gli errori e con loro il break. Quanto basta perché Mayer chiuda la prima frazione sul 6-3.
Sembra svuotato il campione degli US Open 2009. Non sfrutta due palle break in apertura, una delle quali sprecata con una sciagurata palla corta. Lentissimo nell’uscita dal servizio, Juan Martin completa il disastro buttando alle ortiche il successivo turno di battuta. Fortunatamente per lui, Mayer lo rimette in partita con diversi unforced. Persino la fiacca versione odierna del tandilese non può esimersi dal cogliere l’opportunità. Nonostante si faccia massaggiare la schiena al cambio campo, un paio di dritti inside in degni della sua fama consentono a Delpo di cavarsi nuovamente d’impaccio. Dal canto suo, Leonardo salva bene un setpoint, meritandosi il tie-break. Nella stretta finale, però, il suo dritto mostra tutte le tensioni esecutive di chi non batte un top 10 dal 2014. Il numero 6 del seeding cede solo due punti e fa tirare a tutti un sospiro di sollievo.
Per combattere il fresco della notte, qualcuno fra il pubblico inneggia al più quotato dei due argentini. Mentre Mayer paga il tributo ai trattati di psicologia applicata al tennis. Break a freddo e del Potro scappa. Ma non dilaga. Un po’ di attenzione, quanto basta per vincere le ultime resistenze del connazionale 8 giochi più tardi. Con Kohlschreiber, suo prossimo avversario, dovrà partire più carico ed essere più efficace in risposta. Affermare che il livello attuale lo dipinga come l’antagonista dello Swiss Maestro pare azzardato. Così come dare per scontata una finale fra i due.
[32] M. Raonic b. [Q] M. Baghdatis w.o. 
Davvero poca fortuna per Marcos Baghdatis: dopo essersi qualificato ed aver raggiunto gli ottavi di finale, il tennista cipriota ha dovuto rinunciare a giocarsi le sue chance contro Milos Raonic a causa di un problema gastrointestinale. “Stamane quando mi sono svegliato mi sono sentito poco bene – ha fatto sapere Baghdatis attraverso un comunicato – Durante il riscaldamento non mi sentivo me stesso e non mi sentivo in grado di giocare. Mi dispiace per tutti i tifosi che volevano vedere la partita. Ora mi riposerò un poco dopo le cinque vittorie ottenute qui. Sono molto deluso

(in aggiornamento)

Risultati:

Parte bassa

[31] P. Kohlschreiber b. P.H. Herbert 6-4 7-6(1)
[18] S. Querrey vs [28] F. Lopez 6-3 6-4
[6] J.M. del Potro vs L. Mayer 3-6 7-6(2) 6-3
[32] M. Raonic b. [Q] M. Baghdatis w.o.

Parte alta

[23] H. Chung b. [30] P. Cuevas 6-1 6-3
B. Coric b. T. Fritz 6-2 6-7(6) 6-4
[1] R. Federer b. J. Chardy 7-5 6-4
[7] K. Anderson b. [11] P. Carreno Busta 4-6 6-3 7-6(6)