È padel mania: l’altro tennis alla portata di tutti
Un’esplosione di popolarità e consensi, nonostante l’Italia sia arrivata più tardi rispetto ai Paesi dell’area latina. Il padel sta acquisendo una sua specificità, respingendo con fermezza l’etichetta di sport in miniatura. È aggregazione, perché si deve giocare almeno in quattro. È divertimento pronto all’uso, perché non ha bisogno di tutta la preparazione necessaria per giocare a tennis. Da questa settimana, su Ubitennis iniziamo un viaggio alla scoperta di una disciplina che anche dalle nostre parti è destinata a diventare sempre più popolare. I tornei mondiali e del circuito italiano, i circoli, i protagonisti, l’abbigliamento e le attrezzature. Ormai è padel mania e noi, insieme a voi, vogliamo farci trovare pronti.
LA STORIA
Le origini del padel, come da tradizione, sono riconducibili alla seconda metà del secolo scorso, grazie a Enrique Corcuera, un benestante di Acapulco. Ma prima di parlare della “creazione” del messicano, ci sono altri cenni storici che si ricollegano a questo sport. Si dice che già a fine diciannovesimo secolo, a bordo dei velieri che solcavano gli oceani durante la “corsa alle colonie”, i marinai della flotta inglese si scambiassero una pallina con un remo, sfruttando le pareti della stiva. È a cavallo tra Ottocento e Novecento che nasce il nome “paddle”: il reverendo newyorchese Frank Beal fece impugnare ai bambini degli attrezzi in legno “a pala”, appunto “paddle racquet”, riducendo le dimensioni del campo da tennis e utilizzando recinzioni metalliche. Questa variante del tennis fu subito apprezzata dalla classe borghese statunitense e a Brooklyn nel 1924 lo stesso Mr. Beal fu direttore di un campo da gioco di paddle.
Ma torniamo a Enrique Corcuera e agli anni ’60. Il ricco proprietario terriero del Messico, decise di affiancare alla sua villa di Estipac un campo da tennis, in cui poter dilettarsi dopo aver cacciato con i suoi amici. Si racconta che il messicano sbagliò nella valutazione dello spazio e non considerò la presenza dei muri, dovendo quindi adattare il campo da gioco. Ma la vera innovazione (e invenzione) fu l’utilizzo del muro stesso, che in origine avrebbe dovuto impedire alla pallina di finire nel giardino dei vicini. Dopo un rimbalzo prima nel campo avversario ed eventualmente sul muro, il gioco poteva continuare senza noiose interruzioni. Nacque così ciò che ora noi chiamiamo padel.
Quando nel 1974 il principe Alfonso di Hohenlohe fece visita in vacanza a Enrique, ebbe l’opportunità di provare la nuova disciplina e gli piacque a tal punto da far costruire due campi con uguali caratteristiche (aggiunse anche la recinzione metallica ai lati) nel suo Marbella Club Hotel. Il nuovo sport sbarcò quindi prima in Spagna e poi, grazie al miliardario Julio Menditegui, nel 1975 trovò grande fortuna anche in Argentina. L’asse Madrid-Buenos Aires diviene quindi fondamentale per la crescita del paddle, che se in questi anni venne praticato solo da pochi benestanti, esplose definitivamente negli anni ’80. Vi erano tuttavia delle divergenze tra il regolamento spagnolo e quello argentino, che dopo la costituzione della Federazione Internazionale (1992) e l’organizzazione dei primi tornei, vennero appianate nel 1997 a Barcellona: il gioco si chiamò ufficialmente padel.
REGOLAMENTO
Le regole del gioco furono messe nero su bianco per la prima volta dalla moglie di Enrique, Viviana Dellavedova Courcera, che si dice abbia donato il regolamento in questione al marito per il suo compleanno. Anche in seguito alle omologazioni da parte di Spagna e Argentina e agli sviluppi tecnologici che hanno portato all’introduzione di nuovi punti nel codice, al giorno d’oggi chiunque voglia giocare a padel, dovrà attenersi a queste regole.
La prima grossa differenza rispetto al tennis è che si gioca sempre in coppia. Per il resto il regolamento non si distacca molto da quello che viene applicato nell’ATP e nella WTA. Proviamo a indicare i punti essenziali:
- Campo da gioco: il rettangolo di gioco misura 20 metri di lunghezza e 10 di larghezza, separato da una rete, alta 88 centimetri al centro e 92 ai lati. Le due aree di gioco sono divise dalla riga del servizio, come in un normale campo da tennis, che si trova a 6,95 metri dalla rete. La sostanziale differenza col più affermato sport con la racchetta, è la norma che prevede la chiusura del campo entro quattro pareti. Queste, alte tre metri, devono essere in materiale che permetta il rimbalzo della pallina (talvolta anche trasparente, per permettere di seguire il gioco e le riprese) e sono di solito sormontate nel lato corto da una rete metallica, che circonda anche gran parte del lato lungo. Proprio nel lato lungo ci sono due porte ai lati della rete di dimensioni 1,05 x 2,00 m, che consentono ai giocatori di rimettere in gioco anche da fuori campo se necessario.
- Attrezzatura: le palline vengono approvate dalla Federazione Internazionale e sono identiche per dimensione e colore a quelle utilizzate nel tennis. Si distinguono per la pressione, poiché quelle da padel hanno circa un’atmosfera in meno, così da consentire una minore velocità nel rimbalzo. La racchetta misura in lunghezza massimo 45,5 cm. Non è dotata di corde, ma presenta soltanto una serie di buchi nella zona centrale. Per regolamento deve essere legata con una corda o un cavo non elastico al polso del giocatore.
- Punteggio: il punteggio è lo stesso che viene applicato nel tennis. Gli incontri si disputano sempre al meglio dei tre set, con tie-break a 7 punti in caso di 6-6 solo nelle prime due partite. Sono accettate anche le varianti come il punto secco sulla parità (o altrimenti detto “punto d’oro”) e il match tie-break a 10 punti in caso si arrivi un set pari. È possibile anche giocare coi set ridotti, stile Next Gen Finals.
- Battuta: il servizio dà il via a ogni scambio e il battitore ha a disposizione la seconda palla di servizio in caso di errore. La battuta viene effettuata da dietro la riga del servizio, facendo prima rimbalzare a terra la palla, che deve essere colpita sempre al di sotto della cintura, con almeno un piede che poggia sul terreno di gioco. Va indirizzata nel quadrante di servizio opposto e in caso di doppio errore la squadra che batte perde il punto. È presente la regola del “let”, che consente la ripetizione in caso di tocco del nastro. Si segue l’ordine dei turni di battuta stabilito sia durante la partita, sia nel tie-break, che non deve essere alterato se non in avvio del set successivo. Il ribattitore non può colpire al volo il servizio dell’avversario e la coppia può invertire il lato solo all’inizio nella nuova partita.
- Il colpo effettuato si considera in gioco se rimbalza semplicemente nel campo avversario; se dopo il rimbalzo tocca una delle pareti del campo avversario; se dopo aver colpito una parete del proprio campo termina poi nel campo avversario o se viene colpita al volo dalla coppia avversaria; la palla si considera in gioco anche se viene rimessa uscendo dal rettangolo di gioco attraverso le porte laterali. Una coppia perde il punto se fa invasione toccando col corpo o con la racchetta la rete o colpendo la palla quando non ha ancora oltrepassato la stessa; se la palla rimbalza per due volte nel proprio campo anche dopo il rimbalzo sulla propria parete; se la palla, dopo aver rimbalzato correttamente sul terreno, esce dal campo al di sopra dei limiti superiori e rimbalza per la seconda volta fuori, oltre la rete metallica; se la palla, dopo aver rimbalzato sulla parete del proprio campo, finisce direttamente nel campo avversario, sulla parete del campo avversario o sulla rete metallica; se, dopo aver colpito, la palla finisce direttamente sulla parete del campo avversario, in rete o sulla recinzione metallica.
“¡Sal, @majosalayeto, sal!”
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— World Padel Tour (@WorldPadelTour) February 16, 2018
FEDERAZIONI E TORNEI
L’International Padel Federation (sito ufficiale) è nata il 12 luglio del 1991 e ora controlla i World Championships maschili e femminili di coppia e i World Championships maschili e femminili a squadre. In entrambe le manifestazioni, che vengono organizzate ogni due anni, ogni coppia rappresenta il proprio paese: è l’Argentina la nazione più titolata in assoluto con 24 medaglie tra maschile e femminile. Inoltre l’IPF coordina i campionati continentali e nazionali a squadre, di coppia e Open .
L’associazione dei professionisti è denominata World Padel Tour (sito ufficiale) e comprende sia il circuito maschile che femminile. I giocatori sono inseriti in un ranking mondiale che si basa sui risultati ottenuti nei tornei dello stesso World Padel Tour, proprio come avviene nei sistemi ATP e WTA. Il 31 gennaio è stato reso pubblico il calendario della stagione 2018 con i tornei del WPT che si dividono in Masters (1700 punti per il vincitore), Open (1000), Challenger (120) e -in parallelo al tennis- anche la Masters Cup di fine anno che mette a confronto i migliori sedici giocatori delle classifiche.
IN ITALIA
Il padel si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese, con il Lazio come regione capofila. La federazione nazionale fa parte della Federtennis e conta ormai più di quattromila tesserati in tutto lo stivale, ma è un numero destinato a una rapida crescita, come quello delle strutture idonee di cui si stanno dotando tantissimi circoli sportivi. Il sistema di classifiche è affine a quello utilizzato per il tennis. I giocatori azzurri nei primi 300 classificati della Federazione Internazionale costituiscono la prima categoria italiana, alla quale segue la seconda (da livello 2.1 a 2.4), la terza (da 3.1 a 3.4) e infine la quarta categoria (da 4.1 a 4.NC).
È simile anche il discorso sui campionati a squadre: si disputano a livello nazionale la Serie A, la B e la C, mentre in divisione regionale o interregionale la Serie D. La differenza sostanziale con i campionati FIT sta nell’assenza di distinzione tra maschile e femminile: in virtù di ciò la programmazione prevede assieme tre doppi maschili e un doppio femminile per Serie A e B e due doppi maschili e uno femminile per C e D. Le squadre partecipanti (otto per la A, sedici per la B e cinquantasei per la C) si sfidano prima nella fase gironi per conquistare l’accesso ai play-off.
Oltre ai campionati a squadre tante città organizzano tornei agonistici con in palio punti per la classifica e soprattutto i tesserati italiani possono prendere parte al Circuito Slam, formato da nove tappe (quest’anno otto, causa annullamento del torneo inaugurale) con sedi ancora da definire nella loro interezza. Si parte in questa settimana da Colturano, nei dintorni di Milano, sui campi dello Sporting Club Le Bandiere (a proposito, continuate a seguirci nei prossimi giorni per saperne di più). Ogni torneo ha un montepremi di 3.170 euro e mette in palio dei punti. Alla luce di essi, al termine dell’ultima tappa i migliori sedici classificati del Circuito di prima e seconda categoria, i migliori otto della terza e i migliori otto della quarta, prenderanno parte al Master finale (montepremi di 8.900 euro), ancora con data e sede da definire.