È tornata Rebecca Marino. E il servizio è quello di una volta
Il 2018 potrebbe restituirci Rebecca Marino, insieme ai suoi seducenti turni di battuta che la spinsero nel 2011 fino al numero 38 WTA. Il condizionale è d’obbligo, visto che la canadese manca dalla scena da quattro anni. Ma sulla carta d’identità ce ne sono appena 27 e – a quanto sembra – non le manca una certa voglia di rimettersi in gioco. Segnali in tal senso arrivano dalla Turchia, dove l’ex promessa del tennis nordamericano ha superato il primo turno di un ITF da 15mila dollari contro la svizzera Zuger. Le statistiche ci riportano indietro nel tempo, quando persino Venus Williams ne elogiò pubblicamente il servizio dopo averla battuta allo US Open 2010. Di fronte certamente non avrà avuto un muro, ma la canadese ha piazzato otto ace capitalizzando il 76% delle prime. In un conteggio che comprende i tre match di qualificazione, ha lasciato alle avversarie un totale di tredici game. Al secondo turno se la vedrà con l’ungherese Reka-Luca Jani, anche lei desaparecida dopo una comparsa tra le prime 150.
15K Antalya R1: (Q)Rebecca Marino d. (Q)Sina Zuger 6-1 6-2
8 aces and 86% 1st serve points won for Rebecca in her first main draw win since November 2012. Will face former top-150 Reka-Luca Jani next. pic.twitter.com/OTaOWsFkkl
— Graham (@juki_tennis) January 31, 2018
IL RITORNO – Dopo aver abbandonato il tennis agonistico nel 2013, in piena crisi depressiva acuita dagli attacchi on line di scommettitori delusi, Marino ha annunciato nello scorso ottobre che sarebbe tornata nel tour professionistico, salvo dover aspettare l’anno appena iniziato per questioni regolamentari ITF. “Molti pensano che le parole, se sono solo parole, non lascino il segno – si congedò quando fece calare il sipario –, ma a volte si leggono cose spaventose. Sono sempre stata molto sensibile ai commenti della gente e quando ti senti dire che devi morire solo per aver perso un match il disgusto è totale“. Un tema drammaticamente irrisolto, nonostante la sua denuncia. Basti pensare all’obbligata chiusura del profilo Facebook a cui è dovuto ricorrere Sam Groth in autunno. Per fortuna dell’australiano, con maggiore solidità emotiva.
IL FUTURO – In ogni caso sarà difficile per la tennista di Toronto riannodare il filo con quanto di buono ci aveva fatto intravvedere a inizio carriera. Tre successi a livello ITF, poi una finale a Memphis e il terzo turno del Roland Garros raggiunto a 21 anni nel 2011. Non ha mai superato una top ten, conquistando però un paio di validi scalpi top 20 come Pavlyuchenkova e Bartoli. Per il momento, conta il recupero sul piano mentale di una ragazza che aveva ammesso le sue difficoltà. E ha saputo rialzarsi. Sul piano dei risultati, tutto ciò che verrà sarà guadagnato.