ATP Brisbane: Kyrgios-Dimitrov, sarà finale anticipata

Occhio al seggio di Brisbane. Sulla strada verso gli Australian Open, le primarie per scegliere il candidato d’opposizione a Federer presentano uno snodo significativo. La semifinale che vedrà di fronte Nick Kyrgios e Grigov Dimitrov si presenta come lo snodo più interessante di questo avvio di stagione. Il motore di entrambi non viaggia al massimo dei giri (sarebbe strano il contrario, di questi tempi), ma gli spunti che arrivano dalla Pat Rafter Arena sono più che mai stimolanti.

Il re delle Finals, detentore del trofeo, trae innegabile vantaggio dall’usura del motore di un Kyle Edmund che arriva ai punti decisivi stremato, con il contachilometri che segna quasi otto ore di gioco in tre match. Sul 4-4, nel momento cruciale del terzo set, la caviglia già fasciata del britannico cede su un cambio di direzione. L’urlo di spavento, il soccorso immediato dello stesso Dimitrov che salta la rete per accertarsi delle condizioni dell’avversario, il rientro in campo claudicante dopo il Mto. Da applausi, ma in sostanza la partita finisce qui.

E’ riduttivo però ridurre il racconto alla scena finale, perché fino a quel momento ci siamo divertiti. A Dimitrov non riesce tutto in automatico, così come all’esordio.  Il numero tre del mondo ha bisogno di esprimersi – almeno a tratti – su livelli di eccellenza assoluta al servizio. Un fondamentale che gli torna subito utile per annullare due break point quando è sotto 2-3 nel primo set, sliding door che manda provvisoriamente in tilt l’ex campione di Davis. Edmund però rientra voracemente nel match, prendendosi il tie break di un secondo parziale vissuto spalla a spalla. La chiave per Dimitrov è accelerare per non dare il tempo all’avversario di organizzarsi e spingere, ma il 22enne nato in Sudafrica (50 Atp) mostra significativi miglioramenti nella sensibilità di tocco che inorgogliscono il suo coach Fredrik Rosengren. Nel terzo set non basteranno a Dimitrov 16 prime di servizio consecutive in campo (!) per mandare fuori partita il buon Kyle, messo ko soltanto dalla caviglia malconcia.

SULLE MONTAGNE RUSSE – Kyrgios, al solito acciaccato, è riemerso dagli abissi nel quarto di finale contro Dolgopolov che da queste parti ha perso la finale contro Murray nel 2012. Disastroso il primo set del numero 21 del mondo, buttato via in 22 minuti non solo per la qualità dei colpi, ma anche per  atteggiamento e linguaggio del corpo. Impetuosa però la risalita, con l’appiglio di un servizio esplosivo (chiuderà a 18 ace) e il paracadute offerto dal sostegno del pubblico nel terzo set, quando le oscillazioni emotive l’hanno portato prima a imprecare (anche un pugno sulla coscia), poi a esultare platealmente sul break decisivo. Sciogliendo la tensione in un sorriso, a fine match Kygs non perderà occasione per dedicare parole dolci al connazionale Alex De Minaur: “è un talento incredibile“.

E’ proprio grazie al gioiellino di casa (appena 298 del ranking) che l’Australia mette tenda in entrambe le semifinali, alimentando sogni di gloria in vista di Melbourne. Entrato in tabellone con una wild card grazie al forfait di Nadal e caricato dai complimenti di Lleyton Hewitt dopo aver battuto Raonic, De Minaur (classe 1999) asfalta il quasi connazionale Michale Mmoh (1998) nella sfida che ha rappresentato il punto più alto nella giovane carriera di entrambi. La scalata del diciottenne trapiantato in Spagna potrebbe non fermarsi qui, visto che la solidità delsuo gioco lontano dalla rete incrocerà in semifinale Ryan Harrison. Il numero 47 del mondo, senza brillare particolarmente, che ha beneficiato del ritiro di Istomin nel secondo set.

Risultati:

[WC] A. De Minaur b. M. Mmoh 6-4 6-0
[3] N. Kyrgios b. A. Dolgopolov 1-6 6-3 6-4
R. Harrison b. D. Istomin 7-6(6) 4-2 rit.
[1] G. Dimitrov b. K. Edmund 6-3 6-7(3) 6-4