Vika Azarenka salta Auckland. Rimane il dubbio Australian Open

No, la bufera non è passata. La situazione familiare di Victoria Azarenka, sfortunatamente legata al brutto affare della custodia del piccolo Leo ‘conteso’ tra i due genitori, non è ancora vicina a una soluzione. Il match perso contro Simona Halep agli ottavi di finale di Wimbledon rimarrà l’ultimo disputato dalla tennista bielorussa per almeno altri quindici giorni, in virtù del forfait annunciato per l’ASB Classic di Auckland al via l’1 gennaio. Il dibattito si era ormai spostato sulla sua presenza all’Australian Open, torneo che ha già comunicato di averle riservato una wild card, ma al momento l’unica notizia certa è che Vika non sarà ad Auckland tra una settimana.

Il direttore del torneo Karl Budge ha espresso tutta la sua comprensione per la situazione personale della giocatrice, che si sta allenando costantemente – pur senza uno staff dopo l’addio del coach Joyce – per iniziare il 2018 in buone condizioni di forma. “Non è il regalo di Natale che mi attendevo, ma ho parlato personalmente con Vika e mi ha comunicato la sua intenzione di cominciare la stagione 2019 ad Auckland. Adesso cerchiamo una giocatrice che non è iscritta ad altri tornei ed è disposta a viaggiare“. Il posto lasciato orfano da Azarenka – che ha giocato ad Auckland una sola volta nella stagione 2006 – verrebbe assegnato tramite wild card. Al momento sono Wozniacki, Goerges, Strycova e Radwanska le prime quattro teste di serie dell’ASB Classic.

VIKA E LA SUA PRESENZA A MELBOURNE

Al momento sembra improbabile che la stessa Vika abbia deciso se partecipare o meno all’Australian Open 2018. La notizia dell’assegnazione della wild card è stata male interpretata: gli organizzatori hanno comunicato di aver riservato un invito alla due volte campionessa dello Slam australiano, un posto che rimarrà libero per la bielorussa fino all’ultimo termine utile. Non si sono però sbilanciati sulla sua effettiva presenza, come non lo ha fatto la giocatrice. Il forfait di Auckland è legato alla necessità di rimanere sul suolo statunitense – stesso obbligo imposto al padre di Leo –  in attesa della prossima pronuncia ufficiale del tribunale sulla custodia del piccolo. A questo evento è inevitabilmente legata anche la sua possibilità di scendere in campo a Melbourne Park, comunque pesantemente avvolta da dubbi.

Di quando e come possa risolversi questo spiacevole contenzioso non si sa molto. Il canale sul quale si diffonde il maggior numero di indiscrezioni – più propriamente illazioni, fino a prova contraria non assimilabili alla verità dei fatti – è Instagram. L’ultima uscita è piuttosto colorita e porta la firma di Chris Wideman, difensore degli Ottawa Senators (hockey su ghiaccio) nonché padrino di Leo. Nel suo ultimo post Instagram lo si vede ritratto con il figlio di Vika sulle spalle, sul punto di scoppiare in lacrime. In una serie di commenti (poi cancellati) Chris dichiara che si tratta di “lacrime di gioia, poiché non era costretto a stare con quella criminale di sua madre“.

Il giocatore canadese di hockey, evidentemente schierato con il padre di Leo Billy McKeague, un paio di mesi fa era andato persino oltre invitando i tifosi di Vika Azarenka a non comprare biglietti per i tornei australiani poiché in quel periodo la giocatrice sarà “in un’aula di tribunale nella contea di Los Angeles; adesso sta solo cercando di tenere alto l’interesse di sponsor e tifosi“. Una brutta storia, lontana del tennis e purtroppo anche da ogni forma di buon senso. Intanto Leo ha compiuto un anno quattro giorni fa, il 20 dicembre, una data che nel 2016 aveva segnato (e non soltanto in positivo) due eventi extra-tennistici piuttosto rilevanti nell’economia del circuito WTA: la nascita di Leo e l’aggressione a Petra Kvitova.