Ancora guai per il Miami Open, riaffiora l’ipotesi del trasloco
Quando l’odissea del Miami Open sembrava essere giunta ad una fine più o meno lieta, ecco che un nuovo inatteso sviluppo rimette tutto in discussione. Soltanto pochi giorni fa vi era stato l’annuncio ufficiale dell’accordo raggiunto tra la dirigenza del Miami Open (che fa capo al colosso del management sportivo IMG) e la contea di Miami-Dade per spostare lo storico torneo combined dall’impianto di Crandon Park a Key Biscayne all’Hard Rock Cafe Stadium, l’arena che ospita gli incontri della squadra NFL dei Miami Dolphins. La proprietà dei Dolphins si è infatti impegnata a costruire campi secondari e servizi accessori negli spazi adiacenti allo stadio, mentre il campo centrale verrebbe ricavato all’interno del campo di gioco.
Tutto sembrava andare a gonfie vele: la IMG e la contea di Miami-Dade avevano sottoscritto un patto che consentirebbe alla proprietà del torneo di rescindere il contratto con Crandon Park, valido fino al 2023, creando così i presupposti per la firma di un nuovo accordo con il proprietario dell’Hard Rock Cafe Stadium. L’ultimo tassello che mancava perché il documento divenisse operativo era l’approvazione dei “commissioners” della Contea di Miami-Dade, che tuttavia martedì scorso in una mossa a sorpresa hanno deciso di rimandare il loro nulla osta subordinandolo alla revisione dei conti delle ultime tre edizioni del torneo.
I termini dell’accordo originale infatti prevedevano il pagamento di 1,3 milioni di dollari da parte dell’IMG a beneficio della Contea come saldo delle spese sostenute a supporto del torneo, quali ad esempio il pagamento degli straordinari alle forze dell’ordine deputate al controllo della sicurezza e del traffico. Durante l’assemblea che doveva sancire l’approvazione, però, è stato reso noto che non sono ancora state effettuate le revisioni dei conti per le edizioni 2015, 2016 e 2017 del torneo, e che quindi le pendenze dell’IMG nei confronti della Contea di Miami-Dade potrebbero ammontare a molto più degli 1,3 milioni di dollari previsti dall’accordo.
Questo imprevisto ha mandato su tutte le furie la vice presidente del Miami Open Wendy Elkin, che lasciando l’assemblea dopo la decisone a sorpresa insieme con i suoi collaboratori ha dichiarato al Miami Herald: “Dobbiamo riunirci per valutare l’accaduto, ma con questo accordo potremmo essere costretti a lasciare la Contea di Miami-Dade”. Un’altra clausola del contratto originale infatti prevedeva che l’IMG si impegnasse a mantenere il torneo sul territorio della Contea per i prossimi 20 anni, con una penale in caso di inadempienza che poteva arrivare fino a 12,5 milioni di dollari. Questo perché, secondo uno studio commissionato qualche anno fa dalla stessa IMG, la ricaduta economica del Miami Open sull’economia della Contea ammonta a ben 387 milioni di dollari, e ovviamente Miami-Dade vuole mantenere questa fonte di ricchezza all’interno del proprio territorio.
Se le revisioni delle ultime tre edizioni del torneo dovessero rivelare un debito nei confronti della Contea che l’IMG non è disposta a pagare, in caso di mancato accordo su una somma di mutua soddisfazione l’ultima parola spetterebbe ad una corte di arbitraggio che prolungherebbe inevitabilmente la saga, anche perché l’accordo attuale rimane valido solamente se firmato entro il prossimo 31 gennaio.