Riforme WTA: dove e come cambia il regolamento

Se fra i deus ex machina della WTA, che a quanto riporta Tennis Life avrebbero deciso di introdurre cambiamenti al regolamento, qualcuno ha un passato da formatore, avrà ben presente che l’accettazione del nuovo trova nella confortevole routine quotidiana un ostacolo non facilmente superabile. Le care vecchie abitudini di cui non possiamo fare a meno mentre diciamo di non sopportarle più. Figurarsi quanto possa uno sport antico come il tennis, che tanto vanto fa delle tradizioni, indurre negli appassionati quel dolce senso di nostalgia per le regole auree del gioco. Eppure, i vertici del movimento, i board che devono confrontarsi con l’assai poco poetica metrica del marketing, sembrano aver imboccato la via del cambiamento. Deciso, almeno nelle intenzioni, tradotte in realtà nel laboratorio delle Next Gen ATP Finals, la (forse) nuova frontiera del fast tennis che ha diviso i palati degli aficionados.

Nel caso del circuito femminile non si tratta di stravolgimenti che impattano direttamente le dinamiche del gioco o del punteggio, come il no-let o il deciding point. Si tratta piuttosto di articoli che regolamentano l’accesso ai tabelloni, l’assegnazione di wild card e gli obblighi di trasparenza del coaching.

LA REGOLA ‘MERTENS-VICKERY’

Della regola Hobart abbiamo già scritto. Il torneo australiano, come rappresentante della schiera delle manifestazioni collocate nel calendario a ridosso dei major, ha subito lo scorso anno una sequela di incredibili defezioni, per ritiro infortunio che indurrebbero cattivi pensieri persino il Candido di Voltaire. Ebbene, dal 2018 non sarà più possibile per le giocatrici iscriversi contemporaneamente a un torneo e alle qualificazioni dello Slam che si terrà la settimana seguente. Così da evitare l’invereconda pantomima del ritiro dopo qualche scambio, magari condito da qualche dichiarazione, più sfacciata che sincera, in merito alla necessità di preservare la salute in vista del big event.

Più in generale, per quanto concerne le qualificazioni ai tornei del WTA tour, le giocatrici presenti in entry list non potranno partecipare al sorteggio se risultano ancora in gioco in un altro torneo al momento della deadline, solitamente un giorno prima dell’inizio delle qualificazioni. Questa modifica dovrebbe impedire le richieste (spesso accolte) di posticipare un primo turno di qualificazione, con l’obiettivo di concedere alla giocatrice interessata il tempo di raggiungere la location del torneo, che inevitabilmente finiscono per costringere la vincitrice a giocare due partite in un giorno.

FUORI I SECONDI, ANZI LE SECONDE

Non se n’è parlato tanto quanto per il circuito maschile. Anche perché il gioco meno fisico non impone recuperi altrettanto significativi. Ad ogni modo, le perdite di tempo non saranno più tollerate: 20 secondi fra un punto e l’altro. Al secondo ritardo, chi serve batterà direttamente la seconda. Nulla cambia per chi riceve, cui verrà comminato un punto di penalità in caso non rispetti i tempi.

MAMME, NON AFFRETTATEVI

Probabilmente non ci sono preoccupazioni di carattere demografico nella scelta di abolire l’obbligo di ritorno alle competizioni entro i 12 mesi dalla nascita di un figlio. Semplicemente, la condizione di neo-mamma è stata equiparata a quella delle giocatrici al rientro da un infortunio. Una misura che tutela le atlete che vogliano vivere serenamente l’esperienza della maternità.

PARLA CHIARO, COACH!

Fra le donne non assistiamo a quelle scene un po’ patetiche in cui i coach dei colleghi maschi, dagli spalti, mettono in scena un campionario di occhiolini e gestualità degni di un giocatore di scopone scientifico. Il coaching nel tennis femminile è consentito. Ma omertà e reticenza no. L’allenatore che dovesse essere scoperto a coprire il microfono che diffonde nell’etere i consigli dati alla sua giocatrice durante i cambi campo, non potrà più condividere con lei strategie a bordo campo per tutta la durata del torneo e di quello a seguire. Non sfuggirà alla pena la giocatrice coinvolta, che non potrà designare un altro coach al suo posto. Anche a costo, quindi, di lavare i panni sporchi in mondovisione. È la tv-verità, bellezza.

PER EVITARE I TABELLONI-GROVIERA

È il terrore degli organizzatori: il ritiro di una giocatrice a tabellone sorteggiato. Basti pensare a quanto la decisione tardiva di Murray, che ha rinunciato a partecipare all’ultimo US Open con il tabellone già bello e pronto, potrebbe aver condizionato l’esito del torneo. Per tentare di porre rimedio, seppur parzialmente, la regola prevedeva un complicato spostamento di teste di serie a coprire i buchi venutisi a determinare. È successo così quando a Indian Wells si è ritirata Serena Williams.

Dal prossimo anno, invece il processo sarà semplificato. Se una testa di serie dovesse rinunciare a giocare prima dell’inizio del torneo, il suo posto verrà preso:

  • dalla prima delle ‘unseeded, ovvero le giocatrici escluse dal computo delle teste di serie, nei tornei privi di bye o in quelli in cui tutte le teste di serie ne godono;
  • dalla prima testa di serie esclusa dal meccanismo del bye, a sua volta sostituita dalla prima tennista fra le unseeded;

A competizione già in corso, il posto vacante sarà appannaggio di una lucky loser o un’alternate.

LA REGOLA ‘SHARAPOVA-SERENA-AZARENKA’

Il 2018 sarà caratterizzato da tornei più ospitali. Non parliamo degli stadi e del ground, ma di wild card. In sostanza, il criterio delle top 20 wild card “flessibili”, prerogativa sinora dei soli tornei di categoria International, verrà esteso a tutti i tornei ad esclusione dei Premier Mandatory (la fascia più alta). Questa categoria speciale di wild card, su cui è la WTA (prima dei tornei) ad avere giurisdizione, consente l’invito in tabellone di una giocatrice che abbia chiuso la stagione precedente tra le prime 20 del mondo. In caso di mancato utilizzo i tornei International potevano “convertire” la wild card in un invito a una ex campionessa Slam/WTA Finals o ex numero 1 del mondo. Dal 2018 potranno farlo anche Premier e Premier 5. Top 20, ex campionesse Slam ed ex numeri 1 della classifica potranno quindi essere invitate a (quasi) tutti gli eventi del calendario. Per Serena Williams, si prevedono tappeti rossi stesi un po’ ovunque.

Elementi di novità che accrescono l’interesse per il 2018, la stagione dei rientri di Williams e Azarenka. Le leader tanto attese da tutto il movimento, un po’ destabilizzato dal valzer di regine cui ha assistito in questo curioso 2017. Regole o non regole, la differenza, per fortuna, la fanno ancora le campionesse.