Paralleli: Serena Williams e Cristiano Ronaldo, dall’inferno al paradiso
Il 26 Settembre 1981 in un quartiere popolare di Saginaw, stato del Michigan, Stati Uniti d’America, nasce Serena Jameka Williams, quinta figlia di Oracene Price e seconda di Richard Williams. A tre anni si trasferisce a Compton, uno dei quartieri più turbolenti di Los Angeles, con i genitori e qui il padre Richard avvia lei e la sorella maggiore, Venus, al gioco del tennis. A soli nove anni Serena entra nell’accademia di tennis di Rick Macci per debuttare poi tra i professionisti non appena compiuti i quattordici anni. A diciotto anni Serena Williams è già tra le prime dieci giocatrici di tennis al mondo. Il resto è storia.
Il 5 Febbraio 1985 in un quartiere popolare di Funchal, isola di Madeira, Portogallo, nasce Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, quarto figlio di Maria Dolores dos Santos Aveiro e José Dinis Aveiro. Il padre lavora come giardiniere municipale ma aiuta la squadra di calcio locale, l’Andorinha, occupandosi del magazzino e del materiale sportivo. Egli porta quindi il figlio Cristiano, ancora bambino, a giocare per tale squadra. Le doti del ragazzo non passano certo inosservate: a soli dodici anni Ronaldo si trasferisce a Lisbona per giocare nelle giovanili dello Sporting. A diciassette Cristiano Ronaldo anni debutta in prima squadra. Il resto è storia.
Serena e Cristiano sono arrivati a sedersi sul trono dei rispettivi sport al termine di una scalata faticosa, cominciata per entrambi dal gradino più basso della scala sociale. Serena divide la camera da letto con le quattro sorelle maggiori ma i materassi non sono sufficienti per tutte quindi tocca a lei, la più piccola, cambiare ogni sera letto. Cristiano dorme su un materasso buttato sul pavimento della stessa stanza del fratello e delle due sorelle nella baracca di legno e lamiera nella quale vive con l’intera famiglia. La criminalità e il rischio di cadere nel tunnel della droga sono dietro l’angolo sia a Compton che a Funchal ed è grazie allo sport che Serena e Cristiano si salvano dalla realtà più terribile. Non riescono però a evitare alle famiglie dolori e sofferenze. Nel 2003 infatti la sorella maggiore della Williams, Yetunde, viene assassinata durante una sparatoria in un ghetto di Los Angeles. Nel 2005 il padre di Ronaldo muore a soli 52 anni per problemi epatici causati da un alcolismo ormai cronico. Il fratello del calciatore, Hugo, da anni è anch’egli caduto nella dipendenza da droghe; lottando con tutte le sue forze Cristiano riesce a convincere Hugo a farsi ricoverare in una clinica e pagandogli le spese di disintossicazione strappa il fratello da un destino che pareva ormai segnato.
Il passato tormentato e difficile sembra essere rimasto ben impresso sia nelle menti che nei cuori dei due atleti che si approcciano alla fama e al denaro con due atteggiamenti simili. Sia Serena che Cristiano sul terreno da gioco sembrano sprezzanti, arroganti, fin troppo sicuri della propria forza, ma tale immagine contrasta nettamente con quanto i due mostrano una volta posata la racchetta e tolti gli scarpini. Nel 2015 vengono prodotti due film/documentari che ritraggono la vita fuori dal campo dei due campioni. I registi non sono particolarmente fantasiosi nella scelta dei titoli: “Serena” e “Ronaldo”. Impressionanti le similitudini che si riscontrano nei due filmati. Serena porta con sé il regista, Ryan White, in un tour mondiale che copre l’anno tennistico e mostra alle telecamere la sua vita sempre circondata dall’amore della famiglia; la mamma Oracene appare come il vero pilastro alla quale la Williams si appoggia in ogni momento di difficoltà. Lascia stupito lo spettatore anche la semplicità delle serate che Serena ama trascorrere con i familiari e i più stretti collaboratori, dall’agente allo sparring partner. Anche nel documentario “Ronaldo” è subito evidente come la mamma Maria Dolores sia il punto di riferimento per il calciatore nelle scelte importanti ma anche nella quotidianità. Nell’ideale comune le notti di uno dei più forti giocatori di calcio della storia sono costellate da feste e locali alla moda, mentre le immagini girate dal regista inglese Anthony Wonken regalano un ragazzo, fattosi ormai uomo, che ama trascorrere il tempo a giocare con il figlioletto in tranquille serate casalinghe o preferisce organizzare cene con il fratello, le sorelle e i membri più importanti di quello che è il suo entourage.
Serena Williams e Cristiano Ronaldo si trovano spesso a monopolizzare le prime pagine dei quotidiani grazie agli incredibili risultati sportivi. Serena all’età di 36 anni è, insieme alla leggenda Steffi Graf, la tennista ad avere occupato per più settimane consecutive la prima posizione del ranking WTA (186). Cristiano a 32 anni sembra destinato a vincere il suo quinto pallone d’oro a dicembre, andando ad aggiungere tale trofeo personale a un incredibile palmares di titoli vinti con il Manchester United prima e con il Real Madrid poi. Gli aspetti della vita pubblica e privata dei due vengono scandagliati da giornalisti e appassionati eppure poco si parla, anche per volontà probabilmente degli stessi, delle attività benefiche nelle quali i due sono impegnati. Nel 2014 Ronaldo scopre che la famiglia di un bambino malato di una grave forma di epilessia chiede, tramite un social network, di avere una sua maglia da mettere all’asta per pagare le costose operazioni , e cosa fa il campione portoghese? Contatta la famiglia e si accolla le intere spese mediche (€ 74.000) del piccolo paziente. Nel 2015 Serena nel corso degli Australian Open mette a segno ben 88 ace e devolve l’intero premio in denaro, vinto grazie ai suoi servizi ( € 13.675), in favore di un’associazione per la ricerca contro il morbo di Lou Gehrig.
Certo i due atleti si tolgono più di una soddisfazione personale vivendo in ville lussose e dedicandosi a una passione che li accomuna: la moda. Entrambi hanno infatti fondato un proprio marchio. Serena è arrivata addirittura a vedere la sua collezione sulle passerelle delle sfilate di New York in occasione della settimana della moda 2015. Tentativo di consolarsi dopo essere stata sconfitta in semi-finale agli US Open di quell’anno da Roberta Vinci. Cristiano ha ormai sdoganato il suo marchio CR7 imprimendolo su biancheria intima, lenzuola, abiti e perfino alberghi.
Se si getta uno sguardo distratto alle bacheche dei social network che i due campioni amano utilizzare per restare in contatto con i numerosi fans si vedono immagini di auto veloci, suite eleganti, piscine private, abiti costosi e vittorie. Appaiono quindi lontane le sparatorie del ghetto di Los Angeles e le baraccopoli di Madeira. Eppure guardando oltre le immagini patinate si scoprono una donna e un uomo che hanno lottato per divenire i migliori e trascinare in salvo non solo se stessi ma anche la propria famiglia. Si scoprono una donna e un uomo che non temono la fatica perchè sanno che solo attraverso essa si raggiunge il successo. Si scoprono una donna e un uomo che non possono dimenticare da dove sono partiti.