US Open: la mappa geografica dei quarti. Azzurri dove siete?
L’edizione 2017 dell’US Open è entrata nella fase cruciale del torneo. I tabelloni maschili e femminili si sono allineati da lunedì ai quarti di finale. Con i migliori sedici proviamo ad analizzare statisticamente le caratteristiche geografiche e culturali di questa edizione.
Torneo maschile
Spagna (Nadal e Carreno Busta) e Argentina (del Potro e Schwartzman) sono le nazioni più rappresentate. La presenza di questi tennisti rende dunque lo spagnolo la lingua prevalente nel tabellone. L’eterno Federer è invece l’unico rappresentante svizzero. Rublev, la giovane sorpresa del tabellone, è l’unico a rappresentare la Russia in valore assoluto, viste le recenti eliminazioni precoci tra le donne di Sharapova, Kuznetsova, Pavlyuchenkova e Vesnina. Infine Anderson è l’unico rappresentante del continente africano. È lui ad aver estromesso dal torneo il nostro Lorenzi, fermato agli ottavi, dopo aver eguagliato il percorso di Sanguinetti del 2005. Da troppo tempo ormai negli Slam, il tennis italiano non ha più rappresentanti maschili di livello. Per trovarne uno in semifinale dobbiamo tornare all’epoca di Barazzutti che la raggiunse qui nel 1977, quando si giocava ancora sulla terra di Forest Hills. Nel 1978 si ripeté poi a Parigi.
Torneo femminile
Tra le donne invece si è delineato il blocco Stati Uniti (Keys, Stephens, Vandeweghe e Venus Williams) ed Europa dell’Est, con gli ex paesi satelliti dell’Unione Sovietica presenti con Kvitova e Pliskova per la Repubblica Ceca, Sevastova per la Lettonia e la rediviva Kanepi per l’Estonia. Il dominio stars and stripes nel tennis in gonnella è certificato anche dalla finale di Fed Cup, raggiunta però con le seconde linee, nelle quali l’unica di livello è Coco Vandeweghe. A novembre gli Stati Uniti affronteranno la Bielorussia. Assenti, anche in questo caso tra ritiri, beghe legali, squalifiche per doping e carriere ormai al tramonto, le nostre azzurre. Questa edizione 2017 ha infatto segnato (con la speranza di essere al più presto smentiti) la fine dell’epoca d’oro del nostro tennis femminile, quello che ci ha regalato quattro Fed Cup e due finaliste nel 2015 all’US Open.
In conclusione, l’élite del tennis mondiale si divide tra il continente americano – rappresentato per sette sedicesimi, cinque americani del nord e due sudamericani – e il vecchio continente con otto rappresentanti, cui si potrebbe aggiungere il sudafricano Anderson.