Un carneade in finale?
La parte bassa del tabellone degli US Open 2017 verrà ricordata a lungo come “eccezionale” per imprevedibilità. Si è letto e scritto molto sulle presunte colpe di Murray, ma alcune cose sembrano esser sfuggite mano a mano che le teste di serie sono cadute, turno dopo turno. Tra queste, alcune meritano un’attenzione particolare:
- Querrey è reduce dalla semifinale a Wimbledon (persa al quinto)
- Sam ha vinto due titoli su cemento quest’anno (entrambi in Messico). Meglio di lui solo Dimitrov, Alexander Zverev e Federer (3), come lui Tsonga, Bautista Agut e Sock (2)
- soltanto Federer (3) ha vinto più titoli su cemento outdoor rispetto a Querrey
- quest’anno Querrey ha sconfitto Nadal su cemento, in finale ad Acapulco
- Anderson è reduce dalla finale di Washington, persa da A. Zverev nel suo miglior momento di forma
- il sudafricano Anderson ha già raggiunto i QF agli US Open, battendo Murray al 4T
- Carreno Busta è reduce dai QF al Roland Garros di quest’anno
- lo spagnolo ha vinto due titoli su cemento negli ultimi 13 mesi
- Carreno ha disputato la SF ad Indian Wells nel 2017
- Schwartzman ha disputato e perso una finale su cemento negli ultimi 12 mesi
Ben poco, potreste obiettare, per puntare ad una finale Slam su cemento. Vero, soprattutto se pensiamo all’argentino Schwartzman che, tra tornei ATP (2), Challenger (19) e Futures (17), ha disputato 37 finali su 38 su terra battuta. In effetti, se guardiamo le bacheche complessive dei quattro contendenti, confermiamo l’eccezionalità di ciò che accadrà ad uno di loro, ma già essere arrivati sino a qui rappresenta un successo inaspettato per tutti:
- Querrey non aveva mai raggiunto i QF agli US Open
- Sam era reduce da due eliminazioni al 1T agli US Open
- Querrey soltanto 3 volte su 11 partecipazioni ha raggiunto la seconda settimana a Flushing Meadows
- Anderson ha raggiunto i QF qui una volta soltanto e non ha mai superato i QF in uno Slam
- Kevin è giunto alla seconda settimana agli US Open soltanto 2 volte su 8 tentativi (10 contando le qualificazioni)
- Per Carreno Busta si tratta soltanto della quarta partecipazione agli US Open
- Pablo non aveva mai raggiunto la seconda settimana agli US Open
- Carreno Busta non aveva mai raggiunto la seconda settimana in uno Slam su cemento
- Schwartzman non aveva mai superato il 2T agli US Open
- l’argentino non aveva mai superato il 2T in uno Slam su cemento
- prima di questi US Open, Schwartzman aveva vinto solo 2 partite negli Slam su cemento, perdendone 6
Insomma, si tratta veramente di una parte bassa del tabellone che ha aperto le proprie porte a tennisti poco quotati ad inizio torneo, nonostante Querrey (e in parte minore Anderson) fosse considerato uno degli outsider più pericolosi e di conseguenza uno di quei (pochi) tennisti da evitare per i big. Ma, se stringiamo ulteriormente la cinghia, questo è ciò che ci rimane:
- non avremo un top-10 in finale
- al più avremo un top-20 in finale, ma solo Carreno Busta è tra i primi 20 (19)
- la media ranking dei 4 rimasti in gioco nella parte bassa è 26.25
- solo Anderson è stato top-10 (numero 10)
- nessuno di questi 4 ha mai vinto uno Slam
- nessuno di questi 4 ha mai disputato una finale Slam
- in quattro possono vantare una sola SF Slam (Querrey, W 2017)
- nessuno dei quattro ha mai disputato le Finals
- nessuno ha mai vinto un Masters 1000
- nessuno ha mai disputato una F in un Masters 1000
- in quattro possono vantare solo una SF a livello di Masters 1000 (Carreno Busta, IW 2017)
Se dovessero avanzare ancora, per Anderson e Schwartzman si tratterebbe della prima SF a livello Slam o Masters 1000, per Carreno della prima SF a livello di Slam. E a livello di ranking, quanto sono saliti e quanto salirebbero andando ancora avanti?
- Querrey è virtualmente a best ranking (15), se andasse in SF potrebbe salire sino al numero 11, andando in F sino al numero 10, vincendo il titolo sino al numero 7
- Anderson è virtualmente numero 24, se andasse in SF potrebbe salire sino al numero 22, andando in F sino al numero 16, vincendo il titolo sino al numero 10
- Carreno Busta è virtualmente a best ranking (13), se andasse in SF salirebbe sino al numero 10, lo stesso se arrivasse in F, vincendo il titolo invece salirebbe sino al numero 7
- Schwartzman è virtualmente a best ranking (27), per lui la SF vorrebbe dire al più il numero 22, la F al più il numero 16, la F addirittura la top-10 (10)
Per tre di loro si tratta del miglior momento della carriera, in termini di ranking. Ma forse a nessuno di loro capiterà mai più un’occasione simile. Carpe diem!