US Open: il grande coraggio del piccolo Marc Karajekian
Da quando a tre anni ha preso in mano la sua prima racchetta, Marc Krajekian – che oggi ha dieci anni e vive a Charlotte, in North Carolina – non ha mai smesso di giocare. Perché per il piccolo tennista questo sport è sempre stato tutto: la passione più grande, il modo di fare amicizia, un momento di vera felicità.“Viviamo in una comunità di tennisti – ha detto la mamma Maria in un’intervista – giocare è il modo in cui i nostri figli passano il tempo e fanno amicizia. Tutti i giorni, tutto l’anno“.
Fino a due anni fa, quando quello che i suoi genitori pensavano fosse solo un dolore dato dal gioco al piede di Marc, si trasformò in una diagnosi molto più seria: cancro. Uno di quelli rari, che secondo le statistiche colpisce solo una persona su un milione. Ma Marc non si è fatto abbattere, non ha mollato. Nemmeno quando alla famiglia si è presentata forse la scelta più dura di tutte: amputare o meno la gamba del piccolo. “Amputare ad un certo punto era la cosa giusta da fare – racconta il padre Jack – perché voleva dire tagliare via il tumore e dare la chance a Marc di tornare sul campo da gioco. E’ stato lui stesso, con un coraggio immenso, a dirci di tagliarla perché voleva vivere, voleva combattere“.
Il giorno dell’operazione dunque per Marc e la sua famiglia non è stato un giorno triste, ma un giorno di felicità per dire: “Bye Bye cancro”. La stessa frase che si erano fatti scrivere sulle magliette gli amici di sempre a Charlotte, dove proprio quel giorno erano impegnati in un torneo di tennis. L’operazione è stata un successo, e con l’andersene del cancro il giovane Marc ha voluto fare solo una cosa: tornare a giocare a tennis. E così ha fatto, con il sostegno di tutta la sua comunità e di un amico speciale: niente meno che il campione svizzero Roger Federer, che gli ha fatto recapitare fascia e polsini firmati, con allegato un messaggio personalizzato: “Rimettiti presto Marc, appena starei meglio giocheremo insieme”. Un messaggio che il piccolo tennista non ha mai dimenticato e ricorda come uno dei momenti più belli della sua giovane vita.
Oggi Marc è felice. E’ tornato a giocare a tennis con l’ausilio di una protesi di ultima generazione e incontrerà il suo beniamino Federer. La sua partita più dura l’ha vinta a otto anni, adesso gli rimangono quelle “più facili”: quelle sul campo, magari chissà anche quello dell’US Open.