US Open: un arresto per favoreggiamento delle scommesse
Succede anche questo all’US Open: un uomo di origini estoni è stato arrestato dalla Polizia di New York per aver provato ad entrare nei campi di Flushing Meadow, dopo che l’anno scorso era stato bandito per 20 anni dall’assistere alle partite del torneo. L’uomo aveva ricevuto il divieto di avvicinarsi al perimetro del torneo, perché accusato di courtsiding activity, l’attività di trasmettere informazioni riguardanti eventi sportivi per favorire gli scommettitori, giocando sul gap tra i punti in tempo reale e le trasmissioni televisive.
Per combattere questa pratica lucrativa molto comune nel mondo del tennis, la WTA e l’ATP hanno messo insieme un team che raccoglie i dati delle partite in tempo reale, passandoli poi in prima persona alle agenzie di scommesse. Così che una percentuale delle scommesse rientri in possesso del torneo e dei giocatori. La pratica del courtsiding è arrivata sotto i riflettori in special modo dal 2014, quando un uomo britannico era stato arrestato per aver trasmesso i dati di una partita degli Australian Open agli scommettitori a Londra. Il betting si conferma quindi un male da debellare, che troppo spesso inficia il tennis giocato: solo recentemente si erano sollevati sospetti su Dolgopolov, per un flusso anomalo di puntate sul suo match. Andando indietro nel tempo, le condanne per Bracciali e Starace, poi Cecchinato assolto. E il problema sembra essere sempre presente.