A Fognini per ora va di lusso, 24.000 dollari, ma non è finita

Se c’è un caso in cui si può dire che poteva andare tanto, ma tanto peggio, è quello degli insulti sessisti gridati da Fabio Fognini in campo durante il suo match di primo turno allo US Open 2017 perduto con Stefano Travaglia. L’inqualificabile scenata del ligure la potete ascoltare qui, anche se lo sconsigliamo, non tanto per fare i “moralisti” – come dice Fognini – quanto per non farsi venire ancora più rabbia e dispiacere per un comportamento francamente inaccettabile. Così come sarebbe inaccettabile, a nostro avviso, mettere la testa sotto la sabbia. Fin qui gli organi giudicanti hanno multato il giocatore italiano di soli 24.000 dollari, per ora senza altre sanzioni accessorie. Ma il direttore della comunicazione dell’US Open, Chris Widmaier, ci ha fatto capire che non è finita qui. “Stiamo cercando attivamente di ricostruire il tutto. Siamo molto infastiditi dalla condotta di Fognini, il suo comportamento e il suo linguaggio sono stati completamente inappropriati. Esploreremo altre opzioni, siamo molto scontenti di questa situazione“.

Ricordiamo che l’ITF è distinta dall’ATP, gestisce solo gli Slam, la Coppa Davis e la Fed Cup, e non ha giurisdizione sull’ATP. Non c’è reciprocità nelle decisioni di una sigla e dell’altra. Un giocatore può essere squalificato dall’ITF e non dall’ATP e viceversa. Vediamo qui il documento ufficiale che ci è stato fatto pervenire:

Le violazioni contestate a Fognini, che vedete elencate ai punti 9, 14 e 15, e che rispettivamente sono state ritenute passibili di una multa di 4.000, 15.000 e 5.000 dollari, sono tutte riferite al codice Q del regolamento, e sono, come tutte, tre violazioni per volta (necessarie perché scatti la multa), ma soprattutto, il codice di violazione Q è la semplice e generica “Unsportsmanlike Conduct”, condotta antisportiva. Vediamo la legenda qui sotto, direttamente dal press desk dell’ITF.


L’impressione, purtroppo, è che nonostante la chiarissima natura dello sfogo di Fognini, che sarebbe dovuto essere catalogato come “Audible Obscenity“, oscenità udibile, codice J quindi (non vediamo altra possibile catalogazione per quello che ha detto il giocatore, e che non scriveremo qui, come detto per chi ha voglia di farsi un po’ di sangue amaro il link con il video è più su). La condotta antisportiva comprende, banalmente, tutto ciò che non è evidenziato nel resto del regolamento, da definizione del “rule book” ITF sarebbe “qualsiasi comportamento del giocatore chiaramente abusivo o di nocumento nei confronti dello sport del tennis”, e come esempio viene citato il caso in cui un tennista affermi cose che possono offendere, creare problemi, o risultare pregiudizievoli nei confronti del torneo. Per capirsi, se uno dicesse “odio questi campi e i raccattapalle male odorano” (il primo esempio stupido che mi viene a mente, eh), incorrerebbe in questo codice di violazione.

Nulla più di un calderone generico, quindi, in cui sono finiti, nel caso di Fognini, un gesto rude verso un raccattapalle, una pallata scagliata fuori campo, il non aver dato la mano all’arbitro, e ovviamente le irripetibili frasi che hanno originato tutto. Il dubbio è che non si sia voluti andare davvero fino in fondo, perché se le parole di Fognini fossero state interpretate come ha fatto chiunque le abbia sentite, ovvero come pesanti, inaccettabili frasi sessiste e profondamente offensive nei confronti della giudice di sedia, la stangata disciplinare – magari la sospensione dal torneo nonostante il terzo turno raggiunto nel doppio se non addirittura un provvedimento che lo sospendesse dal prossimo evento ITF (l’Australian Open di gennaio?) – sarebbe stata inevitabile. E sarebbe un bel segnale, diciamo educativo, se anche la FIT prendesse posizione in modo netto, sanzionando il proprio tesserato, che di certo non ha fatto fare una gran bella figura all’Italtennis.

Facendo un po’ di conti. Fognini qui dovrebbe incassare i 50.000 dollari del primo turno, e i 22.000 del terzo turno di doppio (è ancora in gara con Simone Bolelli). Fanno 72.000, meno la multa, si scende a 48.000 che rimangono comunque di guadagno (meno le tasse ovviamente). Come a dire, il classico buffetto sulla mano, per aver gridato insulti beceri e sessisti in campo, quasi sicuramente all’arbitro che non a caso era una donna, Louise Engzell, per l’appunto – ma questa siamo certi si tratti di una coincidenza – la stessa alla quale Flavia Pennetta aveva mostrato il dito medio. Decisamente, non un bel segnale, il fatto che uno possa fare scenate del genere, e passarla praticamente liscia. E poi permettersi anche di sbottare infastidito, lo potete sentire nell’audio qui sotto, dicendo che le sue scuse lui le ha fatte, se vengono accettate o meno non è più affar suo, e che ormai “sono tutti moralisti“.

In ogni caso, potrebbe non essere stata detta l’ultima parola. La situazione è stata definita, dai dirigenti del torneo, “very disturbing”, estremamente fastidiosa, come nel caso di Serena Williams, che quando aggredì verbalmente una giudice di linea venne inizialmente multata di 10.000 dollari, ma poi un riesame la fece schizzare fino ad oltre 200.000 a causa della revoca del montepremi vinto in singolare ed in doppio.

Non commentiamo oltre la vicenda, che ci sembra si commenti abbondantemente – e tristemente – da sola.