Guai a un polso. Anche da Raonic no agli Us Open (Crivelli). Atp Salem, Seppi ko negli ottavi. Struff lo batte per la seconda volta (Tommasini). Hamza, la stella del tennis che si allena grazie ai libri (Andreis)
Guai a un polso. Anche da Raonic no agli Us Open (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Avanti un altro. O meglio, indietro. Anche Milos Raonic, numero 11 del ranking mondiale, ha annunciato il forfeit dagli US Open per i non ancora risolti problemi al polso sinistro che lo avevano costretto a rinunciare già a Cincinnati: «Sono devastato ma non ho altra scelta, mi sta dando fastidio da ormai tante settimane. Ho rimosso parti di un’edema che mi ha provocato dolore e che non mi ha permesso di giocare come normalmente faccio. Spero di poter tornare in campo nelle prossime settimane». Con il suo ritiro, Fognini diventa testa di serie numero 22, mentre il forfeit di Delbonis apre la strada del tabellone principale a Alessandro Giannessi, Nelle qualificazioni, approdano al turno decisivo Simone Bolelli e Stefano Travaglia, con il bolognese che batte 6-2 6-4 Ruud (Nor) e il marchigiano 6-3 6-1 Christian Harrison (Usa) Stop al secondo turno invece per Riccardo Bellotti, sconfitto da Aragone (Usa) 3-6 7-5 6-3. Nel femminile out Rosatello (5-7 6-4 6-3 dalla Sabalenko) e la Trevisan (6-0 6-4 dalla Kerkhove). Intanto a Winston Salem Paolo Lorenzi e Andreas Seppi si fermano agli ottavi: il senese perde dalla wild card Usa Taylor Fritz in due tie break 7-6(3), 7-6(5), mentre Seppi cede dopo una battaglia di 2 ore e 32′ contro il tedesco Struff: 6-3, 6-7(6), 7-6(3).
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Atp Salem, Seppi ko negli ottavi. Struff lo batte per la seconda volta (Luca Tommasini, Corriere dell’Alto Adige)
Si chiude agli ottavi di finale il cammino di Andreas Seppi all’ATP 250 di Winston-Salem, in North Carolina. Il tennista di Caldaro si è infatti dovuto arrendere al tedesco Jan-Lennard Struff, numero 56 del mondo, al termine di un match combattutissimo e chiuso in favore del germanico con il punteggio di 6-3 6-7(3) 7-6(3). Un match durato in tutto due ore e 32 minuti di gioco. Una sorta di «condanna» per Seppi quella di Struff, dal quale era già stato eliminato l’anno scorso al primo turno. Quest’anno l’altoatesino si è spinto più avanti, facendo fuori prima il serbo Tipsarevic, poi il britannico con origini slovene Bedene. Nel match contro Struff buon avvio di Seppi, che è riuscito a strappare un primo break portandosi sul 3-1, venendo poi rimontato sul 3-3. Bravo poi il tedesco a strappare un altro turno di battuta all’altoatesino, portandosi sul 5-3 e subito dopo chiudendo il set. Equilibrio totale nel corso della seconda frazione: sul 5-4 Struff non riesce a chiudere la partita sul proprio servizio, subendo il break di Seppi. Poco più tardi il caldarese non riesce a sfruttare due palle set sul 6-5, dovendo giocarsi il tutto per tutto al tiebreak in cui si è imposto il tedesco con un netto 7-3. Serve il terzo set per decidere la gara, con Seppi che allunga sul 3-1 strappando un servizio al tedesco. Struff riesce a riportarsi sul 4-4, ma il suo turno di servizio viene neutralizzato ancora una volta dall’altoatesino che nel suo turno di battuta, avanti per 30-0, si porta a un passo dalla vittoria: il germanico però mette in campo tutta la sua classe e con un colpo di coda riesce a portare il match al tiebreak, che chiude con un 7-3 che non ammette repliche. Resta un po’ di rammarico per Seppi, che ha dimostrato però di aver recuperato a pieno dall’infortunio ed è così pronto per spostarsi a New York, dove la prossima settimana giocherà nel tabellone principale degli Us Open, ultimo Gran Slam dell’anno. Il sorteggio è in programma questa sera. Nel 2016 il tennista caldarese era stato fermato al secondo turno dallo spagnolo Rafael Nadal, che aveva avuto la meglio in tre set per 6-0 7-5 6-1.
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Hamza, la stella del tennis che si allena grazie ai libri (Elisabetta Andreis, Corriere della Sera – Milano)
«Siamo cinque fratelli. Io quello con i sogni più grandi e i rovesci più forti». Hamza Aglaib ha 27 anni, nel 2011 è arrivato a Milano da Casablanca, e innanzitutto ringrazia i parenti. Vivono tutti in Marocco, tranne lui: i genitori con molti sacrifici lo hanno fatto venire in Italia. Per studiare e continuare nello sport: il tennis, dove Hamza — che sta per laurearsi in Economia in Bicocca — è un campione. L’ultima impresa, ma non la più importante, è stata al campionato universitario di tennisti classificati EuroValencia 2017: medaglia d’oro. Gli spettatori al matchpoint lo guardavano a bocca aperta. Ha il fisico più da studioso che da sportivo, Hamza. E invece. In campo si trasforma. «Come quando devo dare gli esami all’università — scherza lui —. Parto in sordina e poi faccio il botto, per mantenere le borse di studio e l’alloggio scontato nel pensionato. E pesare il meno possibile sul bilancio di famiglia». Gli mancano solo due esami e la laurea: «Poi finalmente potrò allenarmi intensivamente a tennis», dice. Ha cominciato a giocare nel 1996, «solo per un colpo di fortuna». L’azienda dove lavorava il papà metteva a disposizione dei dipendenti un circolo sportivo. Palleggiava nel week end con il papà e i fratelli: «Senza neanche pagare i costi per l’attrezzatura che non avremmo potuto permetterci», racconta. Qualcuno, durante le partite, lo ha notato. Nel 1999 i primi tornei ufficiali, dal 2002 lo sport a livello agonistico, tre anni dopo la prima gara vinta, a Marrakech, in serie C. La scalata fino in serie B, e poi nel 2010 la svolta, il torneo Grand Prix Hassan Atp di Casablanca: Hamza è sconfitto da Stefan Koubek, tennista di livello mondiale, e si allena con atleti del calibro di Fabio Fognini, Stan Wawrinka, Richard Gasquet. «Sono miti, per me», è ancora emozionato, a distanza di anni. Pian piano il tennis inizia a procurargli qualche entrata. Grazie a quella prova a mantenersi, anche ad aiutare la famiglia. Decide di studiare all’università, incoraggiato dal genitori. Viene in Italia. «Non è facile trovare tempo da dedicare al tennis», sospira lui. Tutto il giorno si fa in quattro per arrivare ai suoi obiettivi e la sera fa esercizi atletici per non perdere l’agilità del braccio. Con l’ennesima borsa di studio ha potuto scrivere la tesi all’Akhawayn University, uno degli atenei più prestigiosi del Marocco. Adesso, in Bicocca, è in dirittura d’arrivo con la laurea. Ma sogna il momento in cui scenderà in campo per una grande sfida: «Sono pronto».