Il Foro Italico cambia look (Arzilli). Binaghi: “Il nuovo impianto pronto entro la fine del 2019. Sarà la casa della Nazionale” (Arzilli). Soltanto Zverev tra Roger e Rafa (Tuttosport)
Il Foro Italico cambia look (Andrea Arzilli, Corriere della Sera – Roma)
Un «cupolone» al Foro Italico. Piazzato sopra il Centrale del tennis che, grazie alla copertura basculante, sarà attivo dodici mesi l’anno e non più solo quattro come adesso. Quindi all’aperto a maggio quando ci saranno gli Internazionali d’Italia e al chiuso, in inverno, per gli incontri delle nazionali in Coppa Davis e Fed Cup o, magari, per una serie di eventi ancora da definire: concerti, partite di basket o altre esibizioni sportive. Il progetto è argomento degli incontri tra Coni e Campidoglio che, dopo gli attriti per il no alle Olimpiadi 2024, sono tornati a parlarsi attraverso gli uffici. Del resto il Comune, che ha pochi soldi in cassa e che in questi giorni ha constatato il peso del no olimpico dopo l’accordo miliardario tra Parigi e Los Angeles per i Giochi 2024 e 2028, preme per dare un segnale allo sport cittadino. Col progetto della copertura del Centrale può farlo a costo zero. E nel pacchetto potrebbero entrare anche il recupero del PalaTiziano e di altri impianti che hanno bisogno di un restauro. Quindici milioni il costo dell’operazione «Centrale» che sarà interamente finanziata dalla Coni Servizi, la società operativa del Comitato Olimpico Italiano proprietario dell’impianto, interamente partecipata dal Mef. Il Comune prende parte fattivamente al progetto che ha già incassato l’ok della sindaca Raggi e il plauso sia dell’assessore allo Sport, Daniele Frongia, sia del titolare dell’Urbanistica, Luca Montuori. Anche perché il piano prevede, oltre alla copertura e all’aumento di capienza, anche un restyling della struttura che sia compatibile con i requisiti richiesti dalla Soprintendenza per un’area vincolata come quella del Foro Italico. Nella conferenza dei servizi il parere del Comune sarà determinante sull’esito finale che lancerà un bando creativo internazionale. Su tutto, però, inciderà la convergenza di interessi che ha la città come punto di caduta. La Fit, per esempio, potrebbe vincere il duello con Madrid e inserire Roma nel circuito dei tornei pesanti come quelli in California e Florida. E basta analizzare i numeri del boom degli Internazionali per comprendere quanto la Capitale possa beneficiare di un cuore che pulsa tutto l’anno al centro del Foro Italico. Uno studio della Luiss-Ernst & Young, commissionato dalla Fit e calibrato sulle due settimane del tennis romano, racconta di circa 266 mila presenze, di cui circa 60 mila relative a stranieri. Considerata la permanenza media del turista (3,3 giorni) e la spesa calcolata tra trasporti, alloggi, ristorazione, shopping e intrattenimento, si arriva a circa 67 milioni di euro che ricadono sul tessuto economico della città. In tutto l’impatto complessivo è stato valutato in 94 milioni solo in due settimane. Immaginiamo cosa questo possa significare nell’arco di un anno intero.
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Binaghi: “Il nuovo impianto pronto entro la fine del 2019. Sarà la casa della Nazionale” (Andrea Arzilli, Corriere della Sera – Roma)
Angelo Binaghi, presidente della Fit e membro della giunta Coni, come vede il progetto della copertura del Centrale? Non sarà più un impianto solo vostro…
In questi anni il Centrale, che è del Coni, ha già ospitato altre attività oltre al tennis, con esiti positivi da ogni punto di vista. Ma per noi la copertura è fondamentale. Ci dà la garanzia di poter giocare sempre, anche quando piove. E soprattutto il progetto permetterebbe di aumentare la capienza di 1500 unità, aprendo a nuovi spettatori un impianto che oggi è sempre esaurito. L’idea di far vivere il Centrale tutto l’anno è positiva, significa avere una risorsa sempre a disposizione.
Nonché un enorme generatore di soldi: uno studio della Luiss fa ammontare a 94 milioni l’indotto degli Internazionali. Una stima su 12 mesi?
Sicuramente il beneficio per Roma sarebbe grande, ma non si può semplificare moltiplicando. Bisogna conoscere le attività che saranno svolte nell’impianto per capirne bene l’impatto economico.
Toccherà ripensare alla viabilità della zona?
Di sicuro le nuove attività che verrebbero fatte dopo la copertura non sarebbero paragonabili agli Internazionali, che portano al Foro Italico dalle 20 alle 30mila persone al giorno per dieci giorni. E, in certe occasioni, contemporaneamente anche a delle partite di calcio all’Olimpico.
Pensate ad altri tornei di tennis? Magari su altre superfici?
Lo escluderei, non c’è spazio nel calendario mondiale. E poi in Italia già abbiamo un’altra grande manifestazione: a Milano, a novembre, si terrà la NextGen, la finale Atp degli under 21 migliori del mondo. Al Foro Italico potrebbero tenersi gli incontri delle nazionali, e con la copertura si potrebbero svolgere durante tutto l’arco dell’anno. La superficie no, non la cambieremo: la terra rossa è la nostra tradizione.
Serve un lavoro di equipe con le varie istituzioni. Con il Campidoglio come va?
Diciamo che fino alla giunta Marino i rapporti erano inesistenti, non c’era attenzione per il tennis. Invece con l’attuale giunta il rapporto è cominciato col piede giusto, c’è grande collaborazione. Ci hanno permesso di fare il sorteggio al Colosseo, per esempio.
Ci sarà una Conferenza dei servizi: quali sono i tempi?
Posso solo augurarmi che sia possibile completare la costruzione entro il 2019, che è anche l’obiettivo del presidente del Coni Giovanni Malagò.
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Soltanto Zverev tra Roger e Rafa (Tuttosport)
Le federazioni nazionali hanno fermato l’Itf. Il tennis in Davis mantiene la nobile tradizione. Quindi niente match di Davis al meglio dei 3 set. Eventualmente se ne riparlerà nel luglio 2018 per il 2019. Prevale lo spirito del gioco ad altre logiche. L’unico cambiamento che è passato prevede che le nazioni finaliste di Davis e Fed Cup avranno il vantaggio del campo nel primo turno dell’anno successivo, a prescindere dai precedenti con la rivale sorteggiata. L’Italia ha giustamente votato contro la riforma. Per indurre gli atleti di punta a partecipare a Davis e Fed Cup l’Itf tornerà alla carica, nel contempo si penserà ad alternative con le federazioni. Intanto ci si prepara al Masters 1000 di Montreal, dove le uniche garanzie sono Federer e Nadal, teste di serie n. 1 e 2, ma Sasha Zverev è in grande spolvero, visto il rendimento a Washington dov’è in semifinale(6-2 6-4 a Medveded). Zverev è nella parte di tabellone di Nadal, che peraltro nei quarti potrebbe avere Raonic. Fognini ha rinunciato, Lorenzi al primo turno pesca Francis Tiafoe, uno dei next gen interessanti attesi a Milano per Masters giovani. Intanto il 33enne tedesco Kohlschreiber dopo aver eliminato Fognini in semifinale conquista Kitzbuehel battendo Sousa 6-3 6-4.