Murray in Svizzera per curare l’anca

Quale modo migliore per ricostruire gli spostamenti di un tennista se non monitorando attentamente gli aggiornamenti pubblicati sui social? Una foto pubblicata tre giorni fa su Instagram, in cui viene ritratto uno splendido scorcio delle Alpi visto dall’alto, conferma che lo scozzese aveva momentaneamente lasciato Wimbledon per recarsi, a quanto pare, in Svizzera. Non per rendere omaggio al paese natale di Federer, che di lì a poco avrebbe vinto il suo ottavo Wimbledon, ma per un consulto medico. L’infortunio all’anca che ha condizionato le sue prestazioni durante lo Slam londinese non è di facile risoluzione. Il manager di Andy ha confermato l’intenzione di ascoltare diversi pareri medici prima di decidere come operare.

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Andy è poi ritornato a Londra per congratularsi con suo fratello Jamie, vincitore del torneo di doppio misto assieme a Martina Hingis. Adesso il n.1 del mondo osserverà un periodo di riposo già previsto prima dell’eliminazione da Wimbledon e programmerà il prosieguo di stagione dopo una serie di meeting con il suo staff. Persiste il dubbio sulla sua partecipazione al Masters 1000 di Montreal che prenderà via il 7 agosto, torneo che lo scozzese aveva saltato anche nel 2016. Qualche speranza in più sembra esserci per Cincinnati (dove difende la finale), ma in generale è difficile fare previsioni sulla sua presenza in qualsiasi torneo delle “US Open Series“.  È notizia di queste ore invece la conferma della sua presenza a Pechino per l’ATP 500 di ottobre, in cui Murray difenderà il titolo conquistato nel 2016.

Il problema del n.1 del mondo, oltre che psico-fisico, resta anche “numerico”. Il suo incredibile rendimento nella seconda parte di 2016 mette a serio rischio la sua leadership di qui a fine stagione: da Cincinnati alle ATP Finals avrà ben 5460 punti da difendere. Tra i suoi rivali per la vetta della classifica solo Djokovic (3760 punti) ha una cambiale di tale portata, seppure inferiore: i punti in uscita per Nadal sono appena 370, Federer metterà in cascina ogni singolo punto guadagnato. Per Murray, oggi, sembra una fortuna che le Olimpiadi non gli abbiano dato altri punti da difendere.