Chi ha più chances di sovvertire il pronostico fra Muguruza e Cilic? Gli infiniti record di Federer [VIDEO]
da Londra, il direttore
Il torneo non ha offerto match memorabili, però sembra promettere due belle finali, la migliore che potevamo aspettarci in campo maschile dopo la prematura eliminazione di 3 dei Fab Four, e quella tecnicamente più interessante in campo femminile visto che le prime del ranking (Kerber, Halep, Pliskova, Svitolina) sono – almeno ai miei occhi – poco erbivore, o comunque meno delle due finaliste e di una Kvitova al meglio.
A questo punto spero soltanto che le promesse vengano mantenute. Alla fine la gente, noi stessi addetti ai lavori compresi, ricorda quasi soltanto le finali. E associa i grandi tornei alle grandi finali, anche se non è sempre vero che l’equazione sia la più giusta. Preciso a scanso di equivoci che se non è stato un grande torneo, o non ci sono stati straordinarie partite – come ho già più volte sottolineato – la colpa non può essere di chi, come Roger Federer, ha dominato i suoi match. La colpa semmai è degli avversari che non sono riusciti a tenergli testa.
Se poi i vincitori dovessero essere quelli che quasi tutto il mondo, tranne la Croazia e la Spagna, sembra desiderare, beh…quasi tutto il mondo sarà felice di celebrare l’ottavo trionfo a Wimbledon di Roger Federer a 35 anni e 342 giorni e di Venus Williams a 37 anni e 28 giorni. Nel caso di un loro successo anche due finali così così, magari a senso unico, renderebbero ugualmente memorabile l’edizioni n.131 dei Championships.
Io mi aspetto, peraltro, grande equilibrio per entrambe le finali. Non dimentico che dei quattro confronti fra Venus e Muguruza, nessuno è avvenuto sull’erba. Tre di quelli poi risalgono all’età paleolitica, cioè prima che Garbine diventasse quella che è, e il quarto – che è anche il solo vinto dalla spagnola, è arrivato sulla terra battuta del Foro Italico un mese e mezzo fa e secondo me non fa testo. Da un lato perché Venus ha sempre considerato la terra rossa la superficie meno adatta alle sue caratteristiche – e il suo record lo testimonia – dall’altro perché Garbine non aveva ancora ripreso il suo miglior livello, quello che le aveva consentito di imporsi al Roland Garros 2016 (e su Serena).
Per quanto riguarda Federer-Cilic beh, la facilità con cui Roger si è sbarazzato di tutti i suoi avversari, senza cedere un set come gli è era successo soltanto nelle edizioni del 2006 e del 2008 (prima della finali con Nadal, la prima vinta in 4 set, la seconda persa in 5), potrebbe far pensare – insieme al bilancio dei suoi duelli con Cilic, 6-1 – che Roger si debba far un sol boccone del croato.
Ma, a parte il fatto che strappare la battuta a Cilic è tutt’altro che semplice anche per un super-campione come Roger, ci sono almeno due precedenti che non possono non preoccupare i milioni di fans dello svizzero: la semifinale dell’US Open 2014 (dominata da Cilic in tre set 6-4,6-4,6-3) e forse ancor più il quarto di finale di un anno fa qui. Vero che il Federer di un anno fa non era il Federer di oggi, si era operato al ginocchio, non si sentiva tranquillo, non poteva avere la fiducia che ha oggi (soprattutto dopo quei tre mesi straordinari fra Australia, California e Florida), ma Cilic vinse i primi due set e nel quarto conquistò tre matchpoint, prima di perdere il tiebreak per 11 punti a 9. Il risultato testimonia l’equilibrio: 6-7(4),4-6,6-3,7-6(9),6-3.
Dei 7 duelli fra Federer e Cilic io terrei in considerazione soltanto gli ultimi tre, perché quegli altri risalgono al 2012, quando Cilic aveva 23 anni e non era ancora da Gran Premio. Due li ho appena ricordati. Il terzo… non troppo obsoleto è quello giocato all’open del Canada nel 2014: Federer vinse 7-6,6-7,6-4.
Come avete potuto constatare Roger o ha perso o ha dovuto sudare sette camicie. E’ evidente che Cilic non avrà nulla da perdere, potrà giocare abbastanza leggero. Federer invece da perdere avrà molto perché questo potrebbe essere l’ultimo treno. I miracoli con Federer accadono e continuano ad accadere, ma fra un anno invece di quasi 36 anni ne avrà quasi 37. Insomma, per quanto fenomeno, dovrebbe essere più difficile.
Cilic, tre volte nei quarti nelle ultime tre edizioni del torneo (2014,2015,2016, le prime due volte battuto da Djokovic, la terza – come detto – da Federer) e primo croato qui in finale dopo il trionfo del suo ex coach Goran Ivanisevic nel 2001, aveva raggiunto la finale al Queen’s (k.o. con Feliciano Lopez soltanto al tiebreak del terzo set) e la semifinale a Hertogenbosch (battuto dall’altro croato dal Karlovic). Insomma sull’erba ha vinto più partite di tutti fin qui, se non sbaglio i calcoli (contando anche Wimbledon e il fatto che Lopez qui ha perso presto, che Federer aveva perso subito a Stoccarda, che Muller qui ha perso nei quarti).
Accennavo ai record che Roger non si stanca mai di battere. O li batte o nella peggiore delle ipotesi li eguaglia. Intanto ne batte uno del suo grande rivale Nadal, finalista 10 volte nello stesso Slam (tutte vinte però…i Nadaliani lo sottolineeranno) perché è arrivato a giocare 11 finali come nessuno. Ivan Lendl giocò 8 finali: anche quello un record perché furono consecutive, dall’82 all’89 a New York però ne perse cinque, mica una o due. Qui a giocarne più di tutti, insieme a Sampras che le ha vinte tutte e 7, sono Arthur Gore che ne disputò sette anche lui (ma fino al 1912…) e Boris Becker…che però ne ha perse quattro.
Poi, vinca o perda, Roger eguaglierà domenica le 102 partite giocate a Wimbledon da Connors. Ma anche in questo caso c’è una sostanziale differenza: Jimbo di Wimbledon ne ha vinti solo due, Roger ne avrà vinti sette o otto.
Ormai l’hanno capito anche i più duri di comprendonio che se Roger dovesse battere Cilic i suoi trionfi saranno otto e quindi Sampras e Willie Reanshaw che si erano fermati a sette avranno realizzato risultati straordinari ma un tantino meno memorabili.
Un altro paio di record sembrano in vista. Solo 4 tennisti, dal 1922 – fino al 1921 c’era il Challenge Round, il campione in carica giocava solo la finale contro il campione degli sfidanti – hanno vinto Wimbledon senza perdere un set: solo tre americani e uno svedese, Don Budge (1938) (che realizzò poi quell’anno il Grande Slam, Tony Trabert (1955), Chuck McKinley (1963) e Bjorn Borg (1976). Roger potrebbe battere Cilic in tre set e aggiungersi al glorioso quartetto. Quale miglior modo di passare all storia conquistando e l’ottavo Wimbledon e un torneo immacolato, senza aver lasciato neppure un set a tutti i suoi rivali molto più alti, molto più potenti, molto più giovani?
Se a prescindere dal numero dei set Roger trionfasse diventerebbe con 35 anni e 342 giorni il più anziano campione di Wimbledon Open dopo Arthur Ashe, vittorioso nel 1975 a 31 anni e 360 giorni nonché primo tennista “nero” a compiere l’impresa in Church Road).
Insomma, credo di essere riuscito a spiegare, con quest’ondata di numeri e di record realizzati, da eguagliare e ancora da centrare, che stasera anche secondo i bookmakers (cliccate sul nostro spazio riservato alle quote) quest’edizione n.131 di Wimbledon sembra destinata, con buona pace per Spagna e Croazia, a essere considerata storica per quasi tutto il mondo.
Chi ha più chances di sovvertire il pronostico? La Muguruza o Cilic? E’ un quesito che pongo soltanto a coloro che sono arrivati in fondo all’articolo. E se qualcuno della redazione ricordasse come si imposta un sondaggio…proporrei di metterlo in pagina. Io penso Muguruza, ma di un cicinino (neologismo toscano da Accademia della Crusca).