Querrey contro Murray… e tutta la Gran Bretagna
Giocare con Andy Murray a Wimbledon? È un po’ come giocare con il Real Madrid al Santiago Bernabeu, o con il Boca Juniors a La Bombonera. “Sarà una partita dura,” ha detto Sam Querrey. “Lui è il campione uscente e numero 1 al mondo. Ama giocare qui, tutto il pubblico gli sarà di supporto”. Querrey affronterà Murray mercoledì ai quarti di finale di Wimbledon, dove ha vinto lo scorso anno e nel 2013 è diventato il primo uomo britannico a trionfare in singolare dopo 77 anni. Quindi tutto fa presupporre che chiunque guarderà il match sarà contro Querrey, il ventinovenne proveniente dalla California del sud – dove, come ha fatto notare Sam, c’è il baseball, il football e il basketball. “Ho i miei dubbi sul fatto che a Los Angeles abbiano anche la vaga idea di quello che sta succedendo qui“, ha detto.
Quello che sta succedendo è il più vecchio (115 anni), e più importante torneo del mondo, che caratterizza l’estate britannica tanto quanto lo fanno le fragole con panna e i pomeriggi di luce che durano almeno fino alle 10 di sera. Murray, il coccolino di casa (beh, viene dalla Scozia ma per il momento fa ancora parte del Regno Unito), ha battuto Benoit Paire in 3 set, in quello che viene chiamato il “Manic Monday“, mentre Querrey ha battuto Kevin Anderson 5-7 7-6(5) 6-3 6-7(11) 6-3, raggiungendo così i quarti di finale per il secondo anno di fila. Murray lo ha fatto per il decimo anno consecutivo. “È davvero impressionante,” ha detto Querrey. “Insomma, io sono riuscito a farlo due volte nella mia vita”. Querrey sta osservando il tutto dall’ersterno; il tennis maschile è stato di proprietà dei Big Four: Murray, Federer, Djokovic e Nadal. Pochi anni, quando ricevette una borsa di studio alla USC per diventare un professionista partendo dalla scuola media Thousand Oaks High School, Sam era considerato come uno dei futuri campioni. Ma nel 2009, durante un torneo a Bangkok, lui si appoggiò ad un tavolino da caffè e questo si ruppe. Il suo braccio subì dei tagli profondi e lui passo molto tempo lontano dai campi per recuperare. In sostanza lui non riuscì mai a compiere quell’ultimo passo, anche se non va detto che lui abbia smesso di provarci. Querrey ha detto che lui l’accetterebbe con piacere la pressione che il trentenne Murray dovrà affrontare, soprattutto a Wimbledon.
“Sì, perché questo significherebbe che probabilmente sarei numero 1 o numero 2 al mondo, e avrei tanti soldi, e degli Slam. La vita dev’essere piuttosto bella. Lo so bene che ci sono un sacco di altre cose che arrivano. Al momento sono molto felice, ma comunque mi piacerebbe essere al livello successivo”. Potrebbe approcciarcisi con una vittoria su Murray, per quanto difficile possa apparire. “Lui se l’è guadagnata. Sono sicuro che certe volte la sente la pressione e lui ha fatto un lavoro incredibile nel riuscire a metterla da parte e riuscire a conviverci per poi vincere Wimbledon. Lui ha messo in pratica tutto quello che un giocatore può compiere”. Durante le due settimane di Wimbledon, non c’è nessun individuo in Gran Bretagna che riceve più attenzioni di lui. Non il primo ministro. Non la Regina. Neanche il calciatore Wayne Rooney, sebbene il suo ritorno all’Everton, dopo 11 anni di militanza nel Manchester Unite, avvenuto lo scorso week-end sia giusto un paio di tacche sotto. Come dicono loro, il tempismo è tutto. “Sembra davvero che l’intero paese sia a guardare Wimbledon”, ha detto Querrey. “Negli Stati Uniti, sia che si tratta di football, baseball, bastek, tennis, ci sono molte persone che lo guardano, ma non sono il 100% degli americani, persino al Super Bowl. Qui con Andy c’è la sensazione che tutti guardino Wimbledon”.
“Ma certe volte è divertente andare là fuori e giocare in un posto dove il pubblico è tutto in supporto dell’altro giocatore (chiedere a Muller). Io ho intenzione di provarci e di essere aggressivo, sperando di giocare bene e di strappare una vittoria”. A Wimbledon, con una nazione che ti guarda e Murray in campo, anche solo strappare uno sguardo al giudice di sedia richiederà delle abilità speciali.