Wimbledon: Djokovic spegne Gulbis, Dimitrov e Raonic avanti

[2] N. Djokovic b. E. Gulbis 6-4 6-1 7-6(2) (da Londra, Laura Guidobaldi)

Dopo uno spettacolare comeback, ecco che Gulbis si smarrisce di nuovo contro un Djokovic che sembra sulla via della redenzione. Ernests viene dall’exploit contro uno dei i più amati, Juan-Martin del Potro e, anche se oggi sembra voler continuare a fare sul serio, non riesce a prolungare lo stato di grazia. Dopo aver stordito il serbo fino al 5-2 del primo set, il lettone spegne la luce e si fa rimontare per essere poi travolto nel secondo set. Ritrova una certa lucidità nel terzo ma, al tie-break, è di nuovo preda dei fantasmi, consegnando la vittoria a Novak Djokovic con lo score di 6-4 6-1 7-6 in 2 ore e 13 minuti.

Un personaggio, “Ernie”. A lui, dalla fama di seduttore, a cui piacciono i libri e la bella vita (proviene da una famiglia ricchissima di Riga, il padre possiede un’industria di elicotteri), non solo pare abbia messo la testa a posto, innamoratissimo e promesso sposo della disegnatrice di gioielli Tamara, ma sembra gli piaccia di nuovo di giocare a tennis. Lanciatissimo contro Djokovic, lo stordisce con servizi tra 214 a 216 k/h, gli strappa la battuta sull’1-1 e sale prima 3-1 e poi 4-2. Ma non ci sono solo missili di servizio poiché Gulbis cerca di smarrire il serbo con drop shot velenosi. Ma ecco che si distrae. È un attimo e si ritrova a dover salvare tre palle break sul 4-3; ne salva due ma un doppio fallo sanguinoso permette all’ex n. 1 del mondo di raggiungerlo sul 4-4; distrazione fatale a Gulbis perché ora non solo insegue Djokovic sul 4-5 ma va fuori misura da fondo sparacchiando malamente e commettendo ben sette errori in due giochi. In men che non si dica, l’andamento del match si ribalta e il set è tutto serbo per 6-4 in 43 minuti.

Gulbis, siamo alle solite? Il lettone è in totale confusione, fuori giri e falloso tant’è che Djokovic inanella cinque giochi in circa 15 minuti. Il secondo dei tre setpoint a disposizione viene trasformato con una ace e Djokovic fa suo anche il secondo set per 6-1, in 27 minuti. Forse un problema fisico per il tennista di Riga che richiede l’intervento del fisio in campo.

Ernests cerca di risollevare le sorti di un match di cui ha perso totalmente il controllo; pare ritrovi quella luce spentasi sul 5-2 del primo set poiché nella terza frazione ritrova le redini del gioco e giunge fino al 6-5. Non basta. Viene trascinato al tie-break da Novak che, come da copione, nel momento topico dell’incontro, non fallisce mentre per il lettone c’è il tracollo definitivo. Il serbo prende il largo sul 3-0 fino al 6-1 per poi chiudere il parziale 7 punti a 2. Il tennista di Belgrado accede così alla seconda settimana all’All England Club. Urlo liberatorio di gioia per Novak che ora si scontrerà con Adrian Mannarino, giustiziere di Gaël Monfils al quinto set nel loro derby d’Oltralpe.

 

 

 

[6] M. Raonic b. [25] A. Ramos Vinolas 7-6(3) 6-4 7-5 (Roberto Ferri)

Alla vigilia era difficile credere che uno specialista dei campi rossi come lo spagnolo Albert Ramos Vinolas (n. 22 ATP) potesse fermare la corsa dell’uomo che lo scorso anno qui giunse sino alla finale, ovvero Milos Raonic, settimo giocatore al mondo. Infatti non ce l’ha fatta e come lo scorso anno si è arreso al terzo turno. Però con dignità, anche grazie al suo avversario apparso all’inizio dell’incontro quasi disinteressato alle vicende del match, cauto negli spostamenti, probabilmente consapevole della sua oggettiva superiorità su questa superficie e della necessità di non spingere al massimo già dai primi turni un fisico martoriato dagli infortuni. Primo set quindi vagamente soporifero e degno di essere visto solo per il tie-break che lo ha deciso, in cui Milos ha finalmente giocato con l’autorevolezza e la qualità che ci si devono attendere da un campione da anni tra i migliori dieci del mondo.

Il sontuoso passante in corsa di rovescio a una mano (!) che porta il canadese alla prima palla break dell’incontro, nel primo gioco del secondo set, è da applausi e l’errore successivo di Ramos Vinolas sostanzialmente decide il parziale; il finalista di Montecarlo per il resto del set sul servizio di Raonic non vede praticamente mai palla e solo con encomiabili sforzi riesce a non perdere ulteriori turni di battuta, pur concedendo palle break a ripetizione. L’ultimo set ha uno svolgimento simile ai precedenti: Raonic in pantofole nei suoi turni di servizio e Ramos Vinolas in trincea nei propri, spesso intento a disinnescare break point, un po’ con le sue forze e un po’ con il colpevole aiuto del canadese, passivo in alcune di queste situazioni. All’ottava palla break del set, all’undicesimo gioco, l’ispanico esagera però con il diritto a uscire e perde il servizio lasciando via libera a Raonic che chiude l’incontro con il ventunesimo ace complessivo. Il suo prossimo avversario uscirà dal confronto tra Alexander Zverev e Sebastian Ofner. Vincesse il secondo questo Raonic potrebbe forse bastare, ma con il giovane Zverev servirà qualcosa in più.

[13] G. Dimitrov b. D. Sela 6-1 6-1 rit. (Paolo Di Lorito)

Grigor Dimitrov ci mette appena un’ora per raggiungere, per la seconda volta in carriera, la seconda settimana di Wimbledon, a causa del ritiro di Sela per un problema all’inguine. Dei quattro precedenti tra i due (tutti vinti dal bulgaro) l’unico a mostrare un risultato incerto fu quello giocato sull’erba del Queen’s nel 2013, ma il Dimitrov odierno è stato impeccabile sotto ogni aspetto.

Nel primo set gioca con una disinvoltura disarmante che gli permette di tirare passanti imprendibili da ogni parte del campo, alcuni dei quali di rara bellezza. Grisha rapidamente si porta avanti di due break e Dudi sembra già pensare al parziale successivo; in 23 minuti è 6-1. Ricordiamo che l’israeliano si è presentato oggi con una striscia di sette vittorie consecutive e dopo tutto questo tennis è comprensibile un guaio fisico: è costretto ad uscire dal campo per un lungo medical time-out. Il n. 11 del mondo continua ad incamerare game comandando con il dritto, mentre il n. 90 sceglie più spesso la rete ma nonostante la qualità dei colpi va di nuovo sotto. Dopo un altro 6-1 Sela alza bandiera bianca, avendo comunque regalato al pubblico inglese punti spettacolari, mente Dimitrov potrà godersi sul Centrale il match che decreterà il suo prossimo avversario, quello tra Federer e Mischa Zverev.

[24] S. Querrey b. [12] J.W. Tsonga 6-2 3-6 7-6(5) 1-6 7-5 (Michele Trabace)

Qui la cronaca del match fino alla sospensione di ieri per oscurità

Si pensava ad una prosecuzione emozionante e invece Sam Querrey, numero 24 del seeding, fa subito suo il match interrotto ieri sul 6-5 in suo favore contro il francese Jo-Wilfried Tsonga, tds 12. L’incontro va avanti solo di un game, perché l’americano riesce subito a strappare il servizio all’aversario: Tsonga inizia con un servizio vincente, poi commette un doppio fallo e si fa passare per due volte con un rovescio lungolinea. Riesce anche a procurarsi la palla per il 6-6 ma non la sfrutta e negli ultimi due punti sbaglia prima una volée di rovescio, poi sul match point scaglia un facile dritto in corridoio, lasciandosi andare ad un gesto di stizza. Dopo l’eliminazione al Roland Garros contro Olivo arriva un’altra sconfitta molto simile per il tennista di Le Mans. È dunque Querrey a staccare il pass per gli ottavi di finale, “vendicando” la sconfitta patita nel 2014 per 12-10 al quinto proprio da Tsonga. Il prossimo avversario sul suo cammino sarà Anderson, su cui è in vantaggio per 7 a 5 nei precedenti.

(in aggiornamento)

Risultati:

[13] G. Dimitrov b. D. Sela 6-1 6-1 rit.
[24] S. Querrey b. [12] J.W. Tsonga 6-2 3-6 7-6(5) 1-6 7-5
[15] G. Monfils vs A. Mannarino
[6] M. Raonic b. [25] A. Ramos Vinolas 7-6(3) 6-4 7-5
[2] N. Djokovic b. E. Gulbis 6-4 6-1 7-6(2)
[11] T. Berdych b. D. Ferrer 6-3 6-4 6-3
[10] A. Zverev b. [Q] S. Ofner 6-4 6-4 6-2
[8] D. Thiem vs J. Donaldson
[3] R. Federer vs [27] M. Zverev