ATP Queen’s, Q: Herbert sorpreso due volte, Shapovalov vince “in trasferta”

dall’inviato a Londra

Nella domenica londinese caldissima e soleggiata, gli ombrelli di chi temeva l’acquazzone sono stati prontamente riconvertiti in parasole. C’è chi trascina una sedia a sdraio sulla soglia di casa, chi porta bimbi e cani al parco, e anche chi si sorbisce una lunga coda per essere tra i 500 a cui verrà consentito l’ingresso – gratuito – alle qualificazioni degli Aegon Championships. Lì i posti messi all’asta sono cinque, quattro come qualificati e uno come lucky loser (si è ritirato Jack Sock). Sarà l’erba della regina a stabilire chi sono i migliori offerenti.

Una delle palette con il numero più alto si alza dalla mano di Denis Shapovalov, che supera nel match of the mini-day il britannico Liam Broady. Si tratta per lui di un successo importantissimo, non soltanto per i punti e la qualificazione che porta, ma anche e soprattutto per la maniera in cui è arrivato. Il doppio 6-4 finale non rende giustizia né all’ottimo tennis erboso di Broady, che prolunga ogni scambio senza sbagliare e all’occorrenza infila una palla diabolica, né al lavoro che il diciottenne canadese deve compiere su se stesso per ritrovare la concentrazione sottrattagli: in tre occasioni diverse e non consecutive, altrettanti servizi – chiaramente lunghi – vengono chiamati buoni dalla stessa giudice di linea, sempre in sfavore di Shapovalov. La polemica che ogni volta ne segue fa recuperare qualche punto all’avversario, nel caso del primo set addirittura un paio di game, ma l’incontro pur complicandosi non gira mai. Shapovalov vince tra gli applausi e tornerà in campo contro Kyle Edmund nella giornata di domani, in quello che potrebbe essere definito il “derby della crema solare” (hanno entrambi la carnagione color mozzarella). Se il sole dovesse continuare a picchiare, e Denis a fare altrettanto, coach Martin Laurendeau potrebbe anche pensare di prestargli il niqab bianco con cui proteggeva ogni lembo di pelle dalla calura odierna.

Gli altri match, tutti giocati in contemporanea, fanno rischiare il torcicollo al povero “supporter” Adrian Mannarino: i connazionali Jeremy Chardy e Julien Benneteau giocano – e vincono – su due campetti contigui, mentre più in là, oltre una staccionata coperta da un telo azzurro sponsor, perde a sorpresa Pierre-Hugues Herbert. Il compagno di doppio di Nicolas Mahut, pezzo di pregio di queste qualificazioni, viene decisamente colto alla sprovvista dal diciannovenne Stefan Kozlov. A decidere l’incontro sono gli errori, o meglio l’importanza del momento in cui vengono commessi, da sempre un punto debole del francese. Non cedendogli mai il servizio, e strappandoglielo per ben tre volte, “l’americano di Skopje” Kozlov lo supera in un’ora e un quarto e accede all’agognato main draw ATP (per la seconda volta in carriera senza bisogno di wild card). Purtroppo per lui è il qualificato a cui va peggio, perché il primo turno tutto USA contro Steve Johnson gli garantisce poche chance di successo. La fortuna sorride paradossalmente di più allo sconfitto Herbert: è lui a venire ripescato come lucky loser, e affronterà al primo turno proprio Chardy. Almeno stavolta Mannarino dovrà guardare un campo solo.

Risultati:

[WC] D. Shapovalov b. [WC] L. Broady 6-4 6-4
S. Kozlov b. [3] P.H. Herbert 6-4 6-2
[6] J. Benneteau b. T. Kamke 7-5 6-4
[4] J. Chardy b. [5] J. Thompson 4-6 6-4 6-3