Torneo Avvenire: il trionfo di Lingua-Lavallen e Vidmanova
dai nostri inviati Riccardo Sozzi e Valerio Vignoli
[7] D. Vidmanova b. [2] C. Monnet 6-4 6-1
Fa già molto caldo quando, alle 11, scendono in campo le due protagoniste della finale femminile, Darja Vidmanova di soli 14 anni e Carole Monnet di 16 anni. Entrambe cominciano il loro match contratte e fallose, e fin da subito è evidente che è la francese a comandare gli scambi, con un dritto estremamente poderoso e piatto con cui fa e disfa. Più passiva, almeno all’inizio, è invece la giovanissima ceca, che fatica a trovare ritmo e potenza. Il risultato è che i primi quattro game corrispondono ad altrettanti break, con pochi spunti da entrambe le parti per poter dire chi sia a giovare di più da questa situazione; per un momento sembra essere la francese a trovare la chiave giusta per poter dirigere i giochi. Limitando gli errori di dritto, che saranno molti a fine match, costringe Vidmanova a recuperi difficoltosi che la tengono costantemente lontana dal campo. Ma sul 2-4 improvvisamente la storia del set subisce un decisivo giro di boa, tutto in favore di Vidmanova: la ceca ora spinge come non aveva mai fatto e prova lei a condurre gli scambi approfittando di un fisico forse più adatto al lungo palleggio da fondo rispetto alla sua avversaria. Monnet prova a frenare il suo rientro garibaldino con qualche dritto spinto a tutta, forse una scelta più intimidatoria che tattica, ma a poco vale e dopo un game lunghissimo in cui si assiste ai punti migliori del match, una brutta discesa a rete della francese permette a Vidmanova di andare al servizio per chiudere il set 6-4.
Nel secondo parziale Monnet accusa il colpo, e dopo un ultimo sussulto nel quarto gioco quando recupera dal 40-0 con tre bei punti a rete prima di perdere il game, cede definitivamente consegnando la partita all’avversaria con un ultimo game pieno di errori. Da segnalare sul finire di match lo striscione esposto sugli spalti del TC Ambrosiano : “Never stop dreaming”, “non smettere mai di sognare”, non solo una visione sul futuro dei ragazzi che ogni anno prendono parte all’Avvenire, ma anche sul passato, perchè da qui partì il sogno di Jelena Ostapenko nel 2011, quando aveva solo 14 anni, per poi continuare nello straordinario cammino di pochi giorni fa al Roland Garros. “Ero molto nervosa prima del match”- ci racconta in esclusiva la vincitrice del torneo Darja Vidmanova – “Era la prima volta che giocavo con così tante persone che mi guardavano, con anche le telecamere, ma sono molto felice ovviamente di aver vinto il mio primo torneo Under 16”. Vidmanova che evita di fare riferimenti alla vittoria di Jelena Ostapenko al”Avvenire nel 2011, quando aveva 14 anni proprio come lei, e si limita ad un semplice “é una bella coincidenza”. In questo momento il tennis femminile ceco è in grande spolvero e sono molte le tenniste a cui una giovane può ispirarsi, ma Darja non sembra dare troppo peso alla cosa, ed anzi ci confessa che è Maria Sharapova il suo idolo, mentre “le tenniste ceche non mi piacciono tanto”. Su quali siano i suoi obbiettivi ora è stata molto chiara: “Iniziare a giocare i tornei ITF Under 18”, un obbiettivo senz’altro ambizioso, ma probabilmente già alla sua portata visto il tennis molto naturale e già solido che ha mostrato finora. Ma il sogno nel cassetto? “Vincere il Roland Garros, o lo Us Open!”.
A. Lingua Lavallen b. [4] J. Caldes 6-2 6-4
A seguire sono scesi in campo i protagonisti della finale maschile, l’argentino Ligua Lavallen e lo spagnolo Caldes, entrambi di 16 anni. Per lo spagnolo si tratta della seconda finale consecutiva nel torneo dopo quella dell’anno scorso, sconfitto all’ultimo atto da Federico Arnaboldi. Per l’argentino invece questo torneo rappresenta già una vittoria, perché ieri ha conquistato il titolo in doppio, ed oggi ad attenderlo c’è un’altra finale, altrettanto importante. La partita comincia dunque sotto un sole ancora più inclemente rispetto alla finale femminile, ma i primi scambi sembrano non risentire di questa influenza, con una palla che viaggia veloce e pesante e con dei bei vincenti fin dai primissimi punti. Ma passa poco tempo prima di vedere le prime palle break, ad affrontarle è il giocatore che, sulla carta, è favorito, lo spagnolo Caldes. Sul campo il suo body language non è esattamente positivo, ed i suoi colpi potenti cadono spesso oltre le righe, strappati con troppa veemenza. Il giovane spagnolo cerca subito di velocizzare la partita, accorciando gli scambi in cui al contrario l’argentino si trova particolarmente a suo agio, riuscendo a far muovere di più il suo avversario per poi piazzare il vincente. Caldes cade in una brutta serie di unforced, a cui si aggiungo i bei vincenti dell’argentino sia di dritto che di rovescio, che lo porta con un doppio fallo ad offrire due consecutive palle set, ma ne basta una sola, un rovescio affossato in rete consegna il primo set a Lingua Lavallen per 6-2.
Un MTO per Caldes fa pensare a tutti i presenti che lo spagnolo sia ormai prossimo al ritiro, troppo vistosi i suoi errori e il suo più che negativo body language, ed infatti già nel secondo gioco del secondo set Caldes va sotto 0-40, ma proprio qui tre punti consecutivi dello spagnolo rianimano gli spettatori, che in tutti i modi cercano di incentivare il giovane a non mollare. Detto fatto, Caldes ritrova improvvisamente energia e trova nei suoi colpi la giusta precisione che gli era fin qui mancata, riuscendo nel terzo gioco a costringere il suo avversario ad una dura lotta, con tre palle break annullate; Alejo coglie il risveglio del suo avversario, e comincia a farsi sentire ad ogni errore che viene dall’altra parte della rete, forse cercando di stuzzicare ed innervosire ancor di più Caldes, che però resta concentrato e centra il break nel quinto gioco. Qui assistiamo al game più lungo e bello del match, Caldes spinge sia di dritto che di rovescio trovando vincenti che stimolano gli applausi del pubblico, ma è Alejo che mette a referto il punto più bello del match quando, chiamato a rete, fa giocare a Caldes un lob su cui chiude con uno smash smorzato che si infila nell’angolino tra la rete e il corridoio. Non vince il game, ma è chiaro che l’inerzia sta definitivamente passando dalla sua parte, e nonostante Caldes provi in tutti i modi a rimanere attaccato al match (tanto che ad un certo punto si porta “alla Wawrinka” il dito indice alla tempia), solo pochi minuti dopo recupera il break con due vincenti di rovescio lungolinea, per poi chiudere sul 5-4 al primo match point, approfittando di un errore col dritto di Caldes. Per l’argentino Lingua Lavallen una settimana da ricordare, solo vittorie (11) tra singolare e doppio, ed un trionfo che entra di diritto negli annali del torneo, e forse non è un caso che proprio vent’anni fa qui vinceva un certo Guillermo Coria, diventato uno dei più forti tennisti argentini di sempre.
A fine partita abbiamo raggiunto anche il vincitore argentino, “È stato incredibile, il torneo era veramente importante per me, ma ho cercato di non pensarci troppo”, ed anche nel secondo set quando era sotto 2-4 non si è lasciato scoraggiare dal punteggio perchè “dopotutto c’era un solo break di differenza, quindi avrei comunque avuto delle chances”. “Ho giocato in maniera solida, ma comunque il mio piano era contrattaccare” ci svela raccontandoci di quale tattica aveva in mente per arginare il gioco potente di Caldes. Non mancano i riferimenti ai grandi campioni del passato che hanno giocato e vinto questo torneo, Coria, Del Potro i più famosi, ma anche Pella e Velotti in tempi recenti, ma a dire la verità l’obbiettivo “era più che altro giocare bene e disputare un buon torneo, solo in semifinale mi sono detto: ‘Ce la posso fare’ “. Su quali siano gli obbiettivi a breve termine Alejo per ora preferisce non strafare, “quest’anno resterò nel circuito Junior dell’ITF, magari l’anno prossimo penserò ai Futures”, mentre sugli obbiettivi a lungo termine non nega di avere aspettative di un certo livello, tant’è vero che “il mio sogno- ci confessa -è vincere un torneo del Grande Slam”.