Murray: “Sono orgoglioso, ero ad un tie-break dalla finale”

Nell’ultimo set, qual è stato il fattore determinante? Eri stanco mentalmente, fisicamente? O lui ha solo giocato meglio?
Lui ha giocato meglio di me in quel set, io servivo peggio e non avevo punti gratis quando servivano. Lui ovviamente ha iniziato a colpire benissimo nel quinto. Io non sono riuscito a mettergli pressione, non dettavo i ritmi e soffrivo.

Hai lottato per quattro ore e mezza e dovresti essere orgoglioso. Non ti sei mai arreso, ti incitavi anche sul 4-0. Cosa pensavi in quei momenti, forse che era troppo tardi?
Certo non si è ottimisti in quella situazione di punteggio, ma ho provato a spingere e riprendermi un break. Lui ha giocato troppo meglio di me, quando non si riesce a rallentare è dura.

Come giudichi il tuo Roland Garros e cose prevedi per Wimbledon?
Sono orgoglioso, ho fatto bene considerando che sono arrivato ad un tie-break dalla finale. Sono arrivato qui che avevo problemi, grossi, forse la mancanza di partite così combattute mi ha penalizzato. Sono arrivato un po’ stanco al quinto, un incontro di quattro ore e mezza può essere duro se non si è abituati. Sono contento però, ho giocato un buon torneo.

Sei riuscito a mettere in pratica le tattiche che avevi pianificato?
Credo di sì, non mi è mancato molto per vincere. Ci sono alcune cose che avrei voluto fare diversamente, a rete ad esempio potevo fare meglio in momenti importanti. Contro Stan è importante, è potentissimo, quindi arrivi a rete devi essere decisivo.

Nel quinto set, pensi di aver avuto un problema fisico? O solo stanchezza? Forse l’aver giocato pochi match al quinto?
Non ero al meglio verso la fine, lui prendeva le redini e io non riuscivo a stargli dietro. Non è l’ideale giocare corto contro un colpitore come Stan, se ha tempo e non è sotto pressione diventa difficilissimo da gestire.

Tra secondo e terzo hai perso sette giochi in fila. Cosa è successo?
Ho perso un po’ il controllo in quel momento, in una partita di quattro ore e mezza possono capitare momenti in cui sei meno centrato, devi sapere gestire la tempesta. Mi aspettavo di avere un po’ più di alti e bassi rispetto a quelli che ho avuto in questo torneo, considerando il mio stato di forma prima dell’inizio. Non è stato un gran momento, ma poi ho fatto bene nel terzo.

Quanto sei lontano dal tuo livello migliore, e cosa hai bisogno di fare per tornare al massimo?
Non lo so, questi ultimi match li ho giocati bene. Non si può sempre vincere, ma mi sono sempre messo in condizione di raggiungere una finale Slam, quindi sto giocando bene. Rispetto allo scorso anno, è difficile dire quanto sono distante, ma ho buone basi per fare bene sull’erba. Giocare bene qui mi aiuta a fare bene anche sull’erba. Ma è impossibile dire quanto sono distante, sono cose che cambiano costantemente.

Match duro. Quando guardi il tuo box, ti aiuta ad allentare la pressione?
Ne ho parlato molto, forse è il mio modo di scaricare lo stress quando gioco davanti a trentamila persone, trovare facce familiari aiuta. Lo faccio anche quando gioco bene, lo facciamo tutti, Stan, Rafa, tutti.