RG: Halep batte Pliskova e sogna in grande, continua la corsa al numero 1

[3] S. Halep b. [2] K. Pliskova 6-4 3-6 6-3 (da Parigi, Ruggero Canevazzi)

Una stoica e solidissima Simona Halep approda alla seconda finale al Roland Garros contro Jelena Ostapenko, con la possibilità di sollevare al cielo il suo primo Slam e al contempo raggiungere il n.1 del mondo. Al termine di 2 ore nette di battaglia, la regolarità e la resistenza di Halep ha avuto la meglio di una tenace Pliskova, che col dritto ha creato e distrutto, alternando bellissimi vincenti (molti lungo linea, ma anche incrociati) a moltissimi errori. Alla fine la ceca ha pagato l’assenza di un gioco completo: oltre a prendere troppo raramente la rete, non ha mai giocato né smorzate né colpi liftati che le avrebbero permesso di spezzare il ritmo dell’avversaria, che al contrario ha corso ininterrottamente da grande incontrista.

Semifinale della parte bassa del tabellone tra Simona Halep, attuale n.4 del mondo, e Karolina Pliskova, n.2 WTA. La rumena è alla ricerca della seconda finale al Roland Garros dopo quella del 2014 con Maria Sharapova, dopo essersi salvata nel quarto di finale da psicodramma contro Elena Svitolina. La ceca, alla prima semifinale a Porte d’Auteuil, spera di riportare la Coupe Suzanne Lenglen nel suo paese dopo il successo di Hana Mandlikova nel 1981. In palio il trono mondiale: se vince Pliskova il n.1 è suo, se vince Halep sarà n.1 se sabato vince il torneo. Simona conduce 4-1 i testa a testa, tutti sul veloce. Tempo meraviglioso nella capitale francese (che giusto ieri mattina si presentava fredda e grigia), baciata da un sole caldo e rinfrescata dalla brezza primaverile. Dopo l’impresa della Ostapenko e la veloce cerimonia dedicata a una splendida Ana Ivanovic di bianco vestita (campionessa nel 2008), poco dopo le 18 comincia il match ma le tribune sono semideserte: andranno riempendosi sempre di più ad ogni cambio di campo.

Nel primo set Halep centra il break al terzo game, sfruttando due doppi falli dell’avversaria. Pliskova dà l’impressione di fare poca fatica, martellando col dritto coi piedi sulla riga di fondo, mente Simona gioca un metro più dietro. In realtà, è la rumena che gioca meglio, con movimenti rapidi e colpi solidi, avanzando ogni volta che può. La campionessa giovanile del Roland Garros 2008 deve salvare due palle dell’immediato controbreak (grazie a un errore di dritto avversario e a un vincente di dritto), ma poi tiene i suoi servizi con sicurezza. Ottima anche la risposta: la finalista degli US Open 2016 deve ricorrere ai vantaggi e sul 5-3 Halep è costretta a ricorrere a due bei vincenti di dritto per annullare due set-point non consecutivi. La venticinque di Costanza chiude al gioco successivo al quarto set-point: non basta a Karolina una gran risposta di rovescio vincente (con cui annulla la terza palla set): un dritto largo la condanna. Appena sotto la tribuna stampa, un nutrito gruppo di supporter rumeni grida a gran voce: “Si-mo-na, Si-mo-na“.

Il secondo set è di qualità inferiore: ci sono più gratuiti da entrambe le parti del net e anche il cielo sembra non gradire e si fa più nuvoloso. Sul 3-2 Pliskova, la coriacea venticinquenne di Louny trova il break grazie alla pressione in risposta. Il fotografo Ray Giubilo, seduto dietro di noi, commenta con Gianni Clerici: “La Pliskova è un diesel“. Quando, nel gioco seguente, Halep ha due palle del controbreak sul 15-40, lo Scriba gli sussurra beffardo: “Pensavo la conoscessi molto meglio…“. Ray però ha la meglio, perché Karolina annulla tre break-point e sul 5-2 costringe l’avversaria ad annullare un set-point, prima di chiudere 6-3 con un dritto vincente.

Nel terzo parziale la rumena strappa il servizio al quinto game (3-1) con un passante incrociato formidabile dopo due gran dritti avversari, poi le sue doti podistiche le permettono, dopo più di un’ora e mezza di battaglia, di annullare due palle per il controbreak. Sul 4-1 Halep ha una palla per il 5-1, invece la mai doma Pliskova resiste e poi, sul 4-2, si riprende il servizio di svantaggio con una buona presa della rete (4-3). Subito dopo però rovina tutto col solito dritto falloso: il 31° gratuito (un dritto lungo da metà campo) spedisce l’avversaria a servire per il match. La vincitrice di 15 titoli WTA non si fa pregare e chiude con un servizio vincente dopo 2 ore nette di partita, quando a Parigi sono già passate le 20.