Judy Murray: “Bisogna portare il tennis nei posti più remoti”

“La mia casa è sempre pulitissima quando i ragazzi giocano, devo tenermi occupata. Se non mi trovo lì con loro, non mi piace guardarli. Durante gli ultimi anni stava diventando troppo stressante e c’erano troppe aspettative”. Così Judy Murray, madre dell’attuale numero uno del mondo in singolare e dell’ex-numero uno del mondo in doppio, commenta al Daily Record il suo allontanamento dal box dei figli. Ma questa scelta non comporta un ritiro dal mondo del tennis, anzi tutt’altro. “Preferisco occuparmi delle cose mie”, e questo significa cercare di capitalizzare al massimo l’eredità che i suoi figli lasceranno al mondo del tennis nella Gran Bretagna. Al momento mamma Murray, per creare una nuova generazione di Jamie e Andy, sta facendo il giro del paese a bordo di un camioncino andando ad allenare persone di tutte le età in scuole e palestre. Fino ad ora il progetto Tennis On The Road, che le porta via 50 giorni all’anno, è un successo e Judy afferma che in Scozia sono state allenate, da lei e dalle sue colleghe, almeno 5000 persone.

Ma di cosa si tratta nello specifico? “In pratica abbiamo un furgoncino pieno di attrezzature e cerchiamo di recarci nelle aree più remote e degradate per portare il tennis anche in posti dove normalmente non lo troveresti. Il nostro obiettivo è quello di creare una forza-lavoro più forte all’interno di questo mondo sportivo. Non tutti possono permettersi di giocare a tennis e non dobbiamo fare in modo che più gente si interessi alla cosa, per invogliarli a continuare a giocare”. Ovviamente quello di allenare un bambino è un lavoro a tempo pieno, e come sostiene Judy, i genitori svolgono un ruolo determinante. “Io sono una grande sostenitrice dell’importanza che rivestono i genitori, perché gran parte del processo comincia a casa. È per questo che ci piace portare sul campo anche i genitori e li invitiamo a darci nuove idee per migliorarci. Non è necessario avere un allenatore per far sì che tuo figlio inizi a giocare a tennis. I miei hanno iniziato a giocare con i palloncini sul divano, poi si sono laureati in giardino a palla avvelenata, e infine sono passati a usare due sedie con un filo teso in mezzo sul vialetto di casa. Dove hanno cominciato loro non c’era nessun campo da tennis; lo avevano visto in televisione e da lì hanno voluto cominciare”.

Il successo dei suoi figli e il conseguente interessamento dei media tuttavia non durerà per sempre e la signora Murray lo sa. Il progetto di creare un centro multi-sportivo vicino Dunblane è ancora bloccato a causa delle imminenti elezioni e questo è preoccupante. La mia più grande paura è che quando i miei ragazzi smetteranno di giocare, in un paio d’anni poi tutti si dimenticheranno del tennis. Al momento non c’è un ricambio ed è per questo che abbiamo iniziato a muoverci quattro anni fa. Ed è sempre questa cosa che mi spinge a continuare”.