Magri abdica, sconfitto anche il Lazio
Dopo oltre 20 anni il cambio di testimone diventa quasi un fatto ineluttabile, Magri abdica ed inizia la stagione di Pietro Bruno Cattaneo. Quattro anni di vice-presidenza utili a fare il salto definitivo, detronizzando “l’amico”, padrone incontrastato del secondo sport italiano, in termini di tesserati, forse il primo se si valutano i risultati internazionali. Non è il momento di cadere nella tentazione di “coccodrilli” di varia natura, di certo lo è per alcune valutazioni sul momento storico. La prima considerazione, quasi banale, è che, dopo un tempo che è sembrato quasi infinito, abbiamo assistito ad una vera sfida elettorale, con due candidati reali e squadre operative annunciate prima del voto. Un grande passo avanti democratico, una possibilità per gli elettori di scegliere non solo un nome, ma anche tutti gli altri componenti che gestiranno il movimento per un quadriennio. La seconda, non supportata da dati ufficiali della composizione del voto, può essere considerata una deduzione: in un contesto democratico, sembrerebbe che i grandi elettori abbiano pesato notevolmente sul risultato finale; se così fosse, più il movimento territoriale è florido, maggiormente può far sentire la propria voce. La terza è una constatazione territoriale; insieme a Magri a perdere è anche il Lazio. Nel nuovo consiglio nessun rappresentante della nostra regione, un’ultima spinta verso la marginalizzazione del nostro movimento, relegato nell’estrema periferia della politica sportiva nazionale. Una brutta botta che deve necessariamente portare ad una riconsiderazione delle strategie, ad un superamento degli orticelli a favore di una politica improntata alla qualità, all’innovazione, allo sviluppo. Occorrono idee nuove e, soprattutto, persone che sappiano interpretare i cambiamenti e scrivere un futuro diverso, più attivo, maggiormente propositivo.
In bocca al lupo a Pietro Bruno Cattaneo, nella speranza che ottenga gli stessi successi del predecessore, che riesca ad abbinare grandi eventi ed attività di base, che aumenti la visibilità del movimento e che, soprattutto, non strizzi all’osso tutte quelle realtà che sono la vera anima del nostro sport.
Marco Benedetti