Da Motitalia. Le 125 diventano 4 tempi

Per lunghi anni i motori a due tempi, con esclusione di alcune sofisticate realizzazioni da competizione (leggi DKW sovralimentate d’anteguerra), sono stati ritenuti una specie di parenti poveri di quelli a quattro tempi. Adatti a moto versatili e con poche esigenze di manutenzione, avevano una meccanica semplice e costavano poco. Erano ideali per le moto utilitarie di piccola cilindrata, anche sportiveggianti, ma solo pochi costruttori (quasi tutti tedeschi) li consideravano adeguati a modelli più grandi e di prestazioni più elevate. Quando, nel 1949, è iniziato il campionato mondiale, quasi tutti pensavano che le moto a due tempi sarebbero state protagoniste nella classe 125, mentre quelle a quattro avrebbero dominato nelle altre. E invece la Mondial ha dimostrato che le cose stavano diversamente e che anche nelle piccole cilindrate i 4T erano in grado di fornire prestazioni superiori. Di conseguenza anche case che avevano iniziato a correre nei Gran Premi con delle 125 a due tempi, come la Morini, si sono affrettate a realizzare nuovi modelli a quattro. La cosa ha in seguito avuto le sue ripercussioni sulla produzione di serie. All’inizio degli anni Cinquanta le stradali di 125 cm3 erano quasi tutte a due tempi. Le eccezioni erano poche, ma assai importanti, come la Gilera e la Mondial (entrata in produzione praticamente a furor di popolo). I motori a quattro tempi all’epoca andavano più forte e consumavano di meno di quelli a due tempi. Il costo di fabbricazione (e quindi anche d’acquisto) era però notevolmente più alto.

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