La mia seconda ombra.

Non è mai facile scrivere di persone che si conoscono. I sentimenti prevalgono sulla lettura oggettiva dei fatti ed è facile lasciarsi trasportare dai ricordi che si hanno con il protagonista di una “storia”
Pino Cristini non fa eccezione. Il segretario storico dell’ASP Civitavecchia è, da quando ho memoria io, sempre stato li. Da quando ormai 25 anni fa approdai nelle giovanili del Civitavecchia segnando l’inizio della mia piccola carriera nel volley e il mio legame indissolubile con questo incredibile sport, Pino non è mai mancato una sera in palestra. Alla Corsini -La Rosa, dove si allenavano i “grandi” della serie B, era sempre sulla porta di ingresso con la sua sigaretta, pronto alla battuta con chiunque; anche con sto ragazzetto che veniva da un paese neanche troppo vicino.
Per questo quando Roberto Scotti mi ha parlato del libro che avevano scritto lui e Sergio Secchi sulla vita di Pino, mi si è spalancato davanti l’abisso delle memorie e ho trovato la cosa molto bella. E non solo per la sua condizione di disabilità. Pino è stato ed è il punto di riferimento della pallavolo a Civitavecchia e non è possibile pensare al volley nel Lazio senza non pensare a lui. Ad ogni ora, anche in piena notte, è stato disponibile per ogni necessità non solo societaria, ma anche e sopratutto degli atleti che hanno transitato dalla città portuale. Trovarlo a casa solo è sempre stato raro, zeppa com’era di gente che ci passava anche solo per un saluto.

Io il libro l’ho già letto. Ho avuto questo privilegio sotto la promessa di non divulgarlo e l’ho divorato. Non so dire se è un libro “nuovo” per quanto riguardi i contenuti. Non sono avvezzo a letture che riguardino storie troppo dure. Posso dire però che è un libro che lascia qualcosa dentro. Che fa pensare. E’ un libro che racconta quanto la vita sia importante e quanto sia fragile. Il libro è scritto per la pallavolo da uno che la pallavolo l’ha amata come nessuno di noi saprà fare. Il nostro sport rimane sempre come sfondo del racconto. Ma è l’incidente che segna il passo. Ed è il fulcro di tutto quello che accade dopo. 40 anni di vita passati tra sofferenze tremende con la coscienza che ogni piccola vittoria sarà gigantesca, ma mai abbastanza per tornare a essere quelli di di prima. Ma nonostante tutto sempre la voglia di sorridere, di scherzare che da sempre accompagna Pino, anche se riguarda la sua condizione.
“Angiolè, so Pino. Io sto seduto. Mettite a sede pure te che t’ho da di na cosa: T’hanno convocato per la nazionale”. Questo è il ricordo più caro che ho di Pino quando nel lontano 1992 fui convocato per l’unico collegiale della mia vita con la nazionale Italiana. Dopo 25 anni, ancora se lo ricorda.

Angelo Murri

Il 10 novembre 2016 alle 17 a Civitavecchia il libro sarà presentato ufficialmente. L’invito è rivolto a tutti quelli che lo conoscono e anche a tutti quelli che hanno a cuore questo sport. I proventi del libro andranno tutti all’associazione “Il Timone” che si occupa di disabili fisici e psichici.