Siria: l’utilizzo dell’acqua come arma
Anni di guerra feroce e di una mancanza di investimenti e manutenzione hanno preso un pedaggio grave su infrastrutture idriche in tutta la Siria. Anni di guerra e di mancata manutenzione hanno influito negativamente su tutta la rete idrica siriana.
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Il conflitto ha reso inevitabile che l’acqua fosse disponibile solo a intermittenza dove possibile o semplicemente indisponibile in tante aree di conflitto. I Siriani hanno dovuto adattarsi ricorrendo ai vecchi pozzi, all’acqua in bottiglia o attingendo alle risorse dei fiumi utilizzando acqua non depurata.
Le organizzazioni umanitarie tentano di arginare il problema cercando di fornire acqua potabile ma gran parte della popolazione ha un accesso molto limitato alle condutture municipali. Non sorprende che in questo contesto crescano le malattie visto che le persone sono sempre di più esposte ad agenti patogeni di origine idrica.
In Siria anche l’acqua può diventare uno strumento di guerra, anche se raramente decisiva, utilizzando le risorse di accumulo idriche per bloccare vie di accesso ai campi di battaglia o trattenuta nelle dighe per isolare intere zone questo uso ha però degli effetti indiscriminati. Soprattutto per questo motivo, ci sono state numerose intese locali tra forze ribelli e governative per mantenere le infrastrutture acqua corrente per sostenere le popolazioni civili. Ad esempio, sia lealisti e ribelli hanno a lungo mantenuto accordi dentro e intorno alle città di Aleppo e Damasco per cui l’acqua continuerà a scorrere, spesso in cambio di promesse di cessate il fuoco.
Lo Stato islamico, al contrario, ha volontariamente violato dighe o sistemi idrici in overflow nelle regioni militarmente strategica, in modo più evidente in Iraq. Ma anche lo Stato islamico ha in gran parte cercato di mantenere flussi di acqua per sostenere i suoi sforzi per svolgere il ruolo di un governo.
Ci sono tre aree principali di debolezza in Siria che potrebbero essere facilmente sfruttatate. Qualsiasi interferenza attuata sulle stazioni di pompaggio di Aleppo, il Tabqa diga lungo il fiume Eufrate e il flusso d’acqua a Damasco dalle montagne Qalamoun – soprattutto dalla sorgente di Wadi Barada, a nord e ad ovest – potrebbero alterare drasticamente l’approvvigionamento idrico in Siria .
La penuria di carburante ostacola l’efficacia e la produttività delle stazioni di pompaggio esistenti, riducendo il loro deflusso. La diga di Tabqa genera elettricità e assicura che il Lago Assad rimanga a livelli sostenibili; priorità nella fornitura di energia elettrica viene assicurata per la preservazione dell’acqua può causare un calo insostenibile del livello del lago di Assad, minacciando la sua capacità a lungo termine per fornire acqua.
Infine, Wadi Barada si trova in una zona contesa tra i ribelli e lealisti forze, e potrebbe essere facilmente sfruttato e utilizzato come strumento di conflitti futuri.
Monia Savioli
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