Turchia: chi è il nemico?
– di Paolo Balmas –
Lo scorso 29 luglio 2015, la Turchia ha concesso ufficialmente l’utilizzo della propria base aerea di Incirlik alle forze armate degli Stati Uniti per effettuare attacchi aerei nelle zone occupate dai militanti dell’Isis. Da Incirlik non partiranno i caccia per il supporto aereo delle truppe curde che stanno combattendo l’Isis nella Siria settentrionale.
Nei giorni precedenti, mentre la tensione al confine turco-siriano saliva e i rapporti fra il governo turco e la minoranza curda si inasprivano, i cacciabombardieri statunitensi (dal 24 luglio) erano sull’isola di Creta in attesa di prendere posizione in Turchia e dare il via alle operazioni.
Negli stessi giorni, l’esercito turco ha bombardato a più riprese le postazioni curde nel territorio siriano limitrofo al confine. Sin dal 6 luglio lo spiegamento di forze al confine era aumentato, in uomini e mezzi. L’aviazione di Ankara, inoltre, ha colpito le milizie curde anche nell’Iraq settentrionale.
Il governo turco ha smentito le notizie provenienti dal fronte siriano. Dall’Iraq, invece, sono giunte le accuse del governo di Baghdad, che ha indicato gli attacchi turchi come una violazione della sovranità irachena.
Gli attacchi e la disponibilità di Ankara ad assumere un ruolo più attivo nel conflitto civile siro-iracheno si sono concretizzati sulla scia di una notevole escalation di attentati, omicidi e operazioni che si sono svolte nella zona di confine turca. Gli attivisti curdi hanno eliminato alcuni cittadini turchi che accusavano di essere nelle file dell’Isis. Soldati ufficiali di polizia turchi sono stati uccisi sul confine. Nella città di Suruc, il 20 luglio c’è stato un attentato che è costato la vita di decine di persone. Alla fine Ankara ha reagito, contro l’Isis e contro i curdi.
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