Nigeria: tra crisi finanziaria e Boko Haram
Il presidente Buhari parla di milioni di dollari di debiti e di casse dello Stato vuote. Intanto, l’esercito perde terreno nello Stato del Borno e i jihadisti tornano a colpire.
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La Nigeria è sull’orlo del baratro. La crisi economica di questi ultimi mesi, dovuta al crollo del prezzo del petrolio, principale risorsa per l’erario, sta mettendo in ginocchio il Paese africano. Le casse statali sono “virtualmente vuote e per il Paese questo è una disgrazia”, ha dichiarato il neopresidente Buhari di fronte ai giornalisti. “La Nigeria ha milioni di dollari di debiti:gli impiegati pubblici e anche i dipendenti federali non stanno percependo i propri salari”, ribadisce ancora.
Rieletto a discapito del capo dello Stato uscente Goodluck, Buhari si trova di fronte ad un Paese destabilizzato anche a causa del terrorismo. Se a febbraio l’esercito regolare era riuscita a riconquistare Maiduguri, capitale dello Stato del Borno, adesso i miliziani di Boko Haram sono passati al contrattacco. E la violenza nel nord-est della Nigeria è tornata a livelli allarmanti.
Infatti, solo poche ore fa, due ragazze si sono fatte esplodere nei pressi di una moschea di Maiduguri, affollata nell’orario di preghiera: il bilancio è di 30 morti e di decine di feriti. Secondo gli operatori internazionali impegnati sul posto, i miliziani di Boko Haram utilizza le centinaia di donne e ragazze rapite nell’ultimo anno proprio in questi attacchi kamikaze, seppure contro la loro volontà.
E, a questa nuova escalation di violenza, si aggiungono le bombe esplose in un accampamento di Boko Haram nello Stato del Borno mercoledì 17 giugno. Fonti locali parlano addirittura di decine di morti e di oltre 50 feriti.
Giacomo Pratali
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