AI GENITORI DI PICCOLI AGONISTI

Sono genitore di un ragazzino di 12 anni, che ha partecipato al torneo di macro-area a Mantova(Canottiei Mincio).Durante lo svolgimento del 1°turno, sul campo , dalla parte dei giocatori e non del pubblico, era presente un “tale” che giudicava le palle contestate, io ho chiesto se fosse il giudice arbitro del torneo e mi ha risposto di essere “un arbitro”. Essendo il tennis uno sport di correttezza morale ( tutti possono sbagliare!), noi come genitori non siamo intervenuti e abbiamo subito il giudizio insindacabile di quetsa persona.Alla fine dell’incontro ,perso di pochi punti,tornando a casa ho contattato la direzione del torneo che mi ha confermato di non essere a conoscenza di questo arbitro.Ritengo che lo spirito del tennis,a questa età e a questi livelli, serva a formare il carattere dei futuri agonisti,soprattutto in situazioni di difficoltà,per cui gli eventuali punti contestati vanno discussi tra i due contendenti e non da terzi. Mio figlio ,avendo una forte passione per questo amato sport, ha deciso di proseguire la sua attività, imparando a sue spese che non sempre ci sono persone “oneste”, purtroppo non sarà così per altri ragazzi, magari giocatori migliori di mio figlio.Io spero che in futuro non mi capitino scenate da film western, nè da parte di genitori nè di allenatori e tanto meno di persone esterne.
Gianfranco Monea un genitore che ama il tennis.