TROPPA SOGGEZIONE NEI CONFRONTI DI FEDERER?

Seguendo l’ultimo Masters 1000 di Parigi-Bercy mi hanno colpito molto due commenti. Il prima è di John Isner, il quale ha affermato che se il tennis fosse una religione Roger Federer ne sarebbe il Dio, il secondo di Janko Tipsarevic, che durante una conferenza stampa ha affermato: “Djokovic al momento è il più forte, ma Federer è il migliore”.
Sono due frasi che fanno trapelare il rispetto, direi quasi reverenziale, che parecchi tennisti hanno nei confronti di Roger Federer, considerato da molti il tennista più forte di tutti i tempi. Penso che se fossi un giocatore professionista e dovessi affrontare lo svizzero, o solamente palleggiarci, probabilmente non riuscirei nemmeno ad alzare la racchetta. Questa forma di rispetto, in alcuni casi addirittura soggezione, influisce su una partita, soprattutto a livello mentale, o può essere una sorta di espediente per auto-giustificarsi?
Solo Djokovic, Nadal e in parte Murray non sembrano condizionati da una cosa del genere, vuoi per l’esperienza o per il fatto di averlo affrontato tantissime volte. Lo svizzero è in vantaggio nelle sfide con Djokovic, mentre perde con Nadal, in maniera netta, e con Murray. Il resto dei tennisti professionisti, soprattutto i più giovani, sembrano sentire di più questa soggezione nei confronti dello svizzero. Alcuni, però, mi sembra la usino come scusa e alcune volte si lasciano influenzare talmente tanto da pregiudicare la loro prestazione durante il match. Non sto dicendo che Federer abbia i super-poteri, ma sotto l’aspetto psicologico, volente o nolente, mette molto più in soggezione i suoi avversari di qualsiasi altro tennista del circuito Atp.