DISCREZIONALITÀ DEL GIUDICE ARBITRO NELL’ATTENDERE UN GIOCATORE

Ciao a tutti,
descrivo la mia situazione di ieri in un torneo Open presso il circolo Empire di Roma, per sapere se quanto mi è stato detto dal giudice arbitro, che non mi ha convinto, sia fondato o meno. Mi scuso in anticipo per la prolissità, ma la valutazione necessita di una descrizione completa.

Sono nel tabellone 4.3, che ha 4 teste di serie un turno avanti (di cui 2, per “coincidenza”, del circolo ospitante) e che per la domenica di ieri (27/02) prevede il doppio turno. Io sono programmato con un incontro alle 12:00 ed eventualmente, vincendo, alle 16:30 con uno dei 2 suddetti giocatori di casa avanti di un turno. Vinco il mio incontro delle 12:00 in poco più di 2 ore. Siccome minaccia pioggia, mi accordo col giudice arbitro per andare a mangiare, chiamando intorno alle 16:00 per sapere la situazione.

Nel frattempo si mette a piovere. Chiamo alle 16:10, il giudice mi dice che la pioggia è cessata, che c’è stata un’interruzione di 1 ora e che alle 17:00 si riprende. Dunque torno al circolo alle 16:30 e intanto dò la presenza per il mio incontro, come da regolamento. Le partite in precedenza interrotte riprendono alle 16:45, la mia è la prima in lista di attesa appena si liberi un campo, ma l’avversario non si vede. Le partite in corso proseguono e il giudice arbitro, da me sollecitato, mi dice “beh, caso mai il tuo avversario lo chiamiamo, tanto ora non ci sono campi disponibili”. La cosa già mi piace poco, perché se c’è un programma con un orario intanto si deve essere lì a dare la presenza, poi si vede.

Intanto minaccia nuovamente pioggia ma il circolo ha un bel campo coperto e disponibile fin dalle 16:30. Insisto col giudice arbitro almeno per sapere qualcosa dell’avversario, se viene o meno, anche perché è tutto il giorno che sto in giro a fare avanti e indietro dal circolo (abito a 40km di distanza). Finalmente il giudice arbitro chiama il mio avversario alle 17:20 (50 minuti dopo l’orario previsto da programma per il nostro match) e costui, candidamente, cade dalle nuvole dicendo che aveva controllato l’ultima volta il sito web venerdì e quindi ignorava di dover giocare la domenica. Per me a questo punto avrei vinto la partita. Ci sono situazioni in cui ho atteso anche un’ora l’avversario bloccato nel traffico o sul lavoro, si trattava però di giocatori che si erano preoccupati di sapere quando dovevano giocare ed avevano correttamente avvertito che stavano tardando. Se uno non si informa sul programma di gioco, non si presenta all’orario stabilito e nemmeno avverte in nessun modo, slittamenti per pioggia o meno, per me dovrebbe essere fuori dal torneo.

Il giudice arbitro invece gli chiede al telefono se può venire a giocare e mi dice “tranquillo, che questo abita qua vicino e ci mette al massimo un quarto d’ora…”. La cosa mi secca e lo dico, ma il giudice arbitro comincia ad invocare questioni di “giocare tutte le partite che è possibile giocare per mandare avanti il tabellone”, di “siamo qui per giocare, non per vincere per scratch” e la chicca finale: “il gioco è stato interrotto per un’ora, quindi il vostro incontro slitta automaticamente dalle 16:30 alle 17:30”. E chi l’ha detto? Il gioco riprende appena possibile, gli incontri precedenti possono finire anzitempo e se il campo si rende disponibile, poniamo, alle 17:00 cosa facciamo, aspettiamo fino alle 17:30 perché c’è stata interruzione di un’ora?

Morale. Finisce che ieri sono l’unico a disputare 2 partite (negli altri casi la pioggia e le assenze dell’ultima ora lo impediscono). Il mio avversario arriva bel bello alle 17:45 e veniamo mandati a giocare al…campo coperto, che era disponibile già dalle 16:30. La partita che inizia con 1 ora e 20 minuti di ritardo sull’orario previsto, non già per indisponibilità del campo ma dell’avversario, guarda caso socio del circolo ospitante. Con 2 ore di partita già nelle gambe da mezzogiorno perdo, ma non accampo scuse su questo. Il mio avversario, almeno in campo, è corretto e bravo.

Prima di andar via vado a salutare il giudice arbitro e gli dico senza mezzi termini che mi sento penalizzato, non per la partita in sé, che magari avrei perso comunque, ma per essere stato preso in giro. Io, che vengo da 40km, sono l’unico a giocare 2 partite, mi presento puntuale, chiamo per sapere se piove, se e quando riprenda il gioco, etc. etc. L’altro invece si passa la domenica a casa, si fa la pennichella, si disinteressa al programma di gioco, viene premurosamente chiamato a casa e viene atteso che con comodo si presenti. Gli dico anche che a parti invertite, con un giocatore che non fosse del circolo, non sarebbe mai stato atteso con tanta premura. Il giudice si inalbera dicendo che allora io sono in malafede e che non esiste regola né dei 5 né dei 15 minuti, affermando di avere la “discrezionalità” di spostare un incontro per esigenze del torneo o di attendere un giocatore, se ravvisi la causa di forza maggiore, per 1, 2 ore o di rimandare addirittura al giorno dopo.

Non conosco il regolamento abbastanza e non controbatto sul momento, ma non mi convince. A parte che la “causa di forza maggiore” non penso includa l’attesa di uno che nemmeno si preoccupa di controllare il tabellone da casa e manco spende una telefonata. Chiedo però il conforto di chi tra voi ne sa qualcosa in più, più che altro per sapere come convenga agire in futuro.

Grazie in anticipo a tutti a scusate ancora per il “romanzo”.

Marco Caressa