I PERCHE’ DI UN PREMIO
Premi come quello assegnato dalla FIT a Francesca Schiavone per il suo trionfo al Roland Garros rappresentano un giusto riconoscimento ai meriti non soltanto sportivi di quegli atleti che, eccellendo nelle rispettive specialità, portano prestigio al nostro Paese, promuovono i valori etici e l’immagine positiva dello sport, e si propongono ai giovani italiani quali esempi da seguire. Il Coni li prevede per le medaglie olimpiche; ogni Federazione – anche quella Calcio, i cui campioni sono fra i più ricchi del mondo – per le grandi competizioni internazionali cui prende parte.
Nel caso specifico di Francesca Schiavone (e degli altri tennisti italiani che dovessero – perché no? – emularne in futuro le gesta) il premio per il Roland Garros è stato in realtà anche un investimento. Lo è stato per due motivi. Uno: i contributi assegnati dal Coni alle singole Federazioni sono commisurati alla portata dei successi ottenuti dai loro atleti nei campionati mondiali e la vittoria di Francesca al Roland Garros, giustamente considerato come un mondiale, permetterà alla FIT di ricevere un contributo 2011 superiore a quello del 2010. Due: ad acquistarla in base al suo valore “tabellare”, come si dice in gergo pubblicitario, una campagna promozionale come quella regalata dalla Schiavone al tennis italiano costerebbe milioni e milioni di euro, ed è scontato che grazie a questa campagna l’intero tennis italiano (non solo la FIT ma anche i circoli, le scuole, ecc.) vedrà da adesso in poi aumentare di parecchio il suo fatturato globale.
C’è infine un ultimo fattore, forse il più importante. Premiando le vittorie in questo modo la FIT intende anche inviare alle giocatrici e ai giocatori professionisti italiani un messaggio molto lineare e soprattutto trasparente. I soldi non si possono chiedere a priori, prescindendo dai risultati, dall’impegno e dalla capacità di trasmettere messaggi positivi, come troppe volte accaduto in passato: essere professionisti deve prima di tutto significare difesa dei valori dello sport, attaccamento alla bandiera e rappresentazione di un modello positivo da emulare in campo e fuori dal campo. Ma è giusto che chi raggiunge l’eccellenza rispettando questi sacrosanti principi sappia che i suoi meriti saranno adeguatamente riconosciuti. Come, tanto per dirne una, il Consiglio Federale sta per fare anche nei confronti della squadra di Coppa Davis la quale, vincendo il mese scorso in Olanda, si è guadagnata il diritto a giocare il playoff promozione di settembre contro la Svezia, e per le ragazze ancora una volta finaliste in Fed Cup.